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15/11/2011 14:16 CEST - IL RACCONTO

Parigi Bercy vista da spettatore

TENNIS – Tutto ciò che non si è potuto vedere in tv dell’ultimo Masters 1000 dell’anno. L’atmosfera del “Palais Omnisports de Paris-Bercy”, i megaschermi, i giochi di luci e le musiche della più moderna discoteca tennistica in circolazione, gli svizzeri che esultano, i croati che soffrono e i francesi che piangono. Il tutto in un contesto dove l'organizzazione è praticamente perfetta. Da Parigi Bercy. Michele Baseggio

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Il Masters 1000 di Parigi-Bercy è appena andato in archivio, diventando parte integrante delle pagine di “storia tennistica”. Tra qualche anno sarà probabilmente ricordato come il torneo dellla splendida vittoria di Roger Federer, evidenziando il gioco sublime e spettacolare espresso durante tutto il torneo. Però, per chi ha avuto la fortuna di viverlo da dentro, di provare l’emozione nel vedere un campione, di annusare se pur da spettatore il profumo del professionismo, è anche molto altro. Adesso è arrivato il momento di tirare le somme e di raccontare in poche righe quello che non si è visto dalla televisione.

Palais Omnisports de Paris-Bercy. Partiamo dalla comodità per chi arriva con la metrò. La fermata di Bercy è situata a pochi passi dal “ POBP”. Usciti dalla stazione ci si trova davanti alla “Piramide Maya”. Dopo i dovuti controlli, con i bilglietti elettronici in mano siamo accolti dall’immenso tabellone che guarda l’unico “Rolex” posto al centro della hall. Oltrepassata la fila “mattine&soirée“ entriamo e troviamo pochi ma ben organizzati stand di ristoro e negozi dove si vendono racchette e gadgets.

I posti a sedere. La prima cosa che fa impressione è la maestosità degli spalti (per il tennis sono previsti 14.000 posti), sul soffitto quattro mega-schermi e un’inifinità di cavi, luci e carrucole allo scopo di spettacolizzare l’entrata dei giocatori. La novità è il gioco di luci sul rettangolo da tennis prima dell’ingresso dei tennisti, sembra di assistere alla battaglia di “guerre stellari” di Lucas Film, laser ovunque facce parlanti e musiche assordanti accompagnate dai balli in tribuna.

I campi secondari. Sottoterra i campi numero uno e due, ben allestiti e illuminati con tribune praticamente dentro il rettangolo di gioco.

La superficie. Cemento non molto veloce, a detta dei giocatori abbastanza lento e, da quello che si è visto, in alcuni punti a rischio scivolamento.

Raccattapalle. Ragazzini bravissimi e ben preparati, dietro le quinte almeno dieci minuti di riscaldamento prima dell’ingresso in campo, sembravano loro i giocatori. D'altra parte è ben noto il regime "militaresco" cui sono sottoposti i ballboys del Roland Garros: normale che a Bercy non vogliano essere da meno.

News del giorno e ordine di gioco. Giornalino ogni giorno, ben fatto al costo di 1 euro.

Animazione. Tra una partita e l’altra diversi maestri e bambini animavano i corridoi con partitelle a tennis improvvisate.

Michele Baseggio

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