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22/11/2011 19:02 CEST - ATP WORLD TOUR FINALS

Berdych stona sul finale

TENNIS - Il ceco gioca una partita quasi sempre propositiva e costringe il numero 1 del mondo a più di due ore e mezza di lotta, spingendo al massimo. Ma non è sufficiente: grazie all'esperienza e alla classe del campione Djokovic riesce a controllare la bufera e chiudere in suo favore l'ottava partita contro Berdych (la quarta quest'anno). Djokovic c'è e vince un match lottatissimo 3-6 6-3 7-6. Da Londra, Rossana Capobianco

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Capita di essere numero uno del mondo ma non essere esattamente considerato il favorito per la vittoria finale nel Master di fine anno.
Capita che sul campo hai perso due partite nel 2011 ma su di te ci siano interrogativi continui durante queste settimane.
Capita perché ti chiami Novak Djokovic e hai giocato e vinto tanto, troppo in un anno praticamente perfetto e adesso senti le gambe pesanti e hai un po' meno fame, come il giorno dopo le Feste. E una spalla che ogni tanto fa male.

Ma c'è da fare un ultimo sforzo, un ultimo torneo. Peccato che qui i primi turni praticamente non esistono e devi fare i conti subito con un certo Tomas Berdych: uno che non tira tanto piano e che se vuole la palla non te la fa fa nemmeno vedere. Tempo per rodarsi zero.
E Nole lo capisce immediatamente; non parte in maniera brillante, cerca di trovare profondità da fondo ma è poco propositivo. Rispetto al match pomeridiano la velocità di palla e degli scambi è decisamente superiore.

Il ceco strappa il servizio all'avversario grazie ad un gioco potente e al tempo stesso preciso, proprio mentre il serbo invece ha chiari problemi di spinta con il dritto e con il servizio, specie con la seconda. Non regge l'urto Novak, e va sotto 4-0 dopo 18 minuti, per la disperazione di un esaltatissimo e tifosissimo bambino serbo che non si capacita di ciò che sta accadendo, dalla sua "seat" vicino al media center.

Djokovic guarda nel suo angolo e scuote la testa, forse chiedendosi cosa fare: per qualche minuto pare trovare la chiave. Inizia a muovere più il gioco spostando Berdych che comincia a concedere da fondo campo e subito perde uno dei due break.
Il settimo game, spesso decisivo per l'esito dell'intero parziale, vede il numero 7 del mondo annullare tre palle break, una concessa dopo uno sciaguratissimo smash, che avrebbe dovuto essere trattato come una volée alta, probabilmente.

Per la fortuna sua chiude il rubinetto appena in tempo, prima che la stanza sia completamente allagata, e allunga 5 giochi a 2. Chiuderà poi il set 6-3 con pieno merito grazie ad uno splendido rovescio lungolinea, tra i cori dei tanti cechi accorsi alla 02 Arena questa sera, dopo 48 minuti di vero power tennis.

Ma Berdych non è esattamente famoso per tenere alta l'intensità, e al primo calo di concentrazione Nole colpisce.
Lo fa subito, per mettere le cose in chiaro: in pochi minuti, dopo un urlo di incitamento, si trova avanti 3-0 e soprattutto è lui a condurre il gioco. Traiettorie alte, back, più rovesci longilinea: il ceco fa fatica a giocare bene dovendo trovare una risposta convincente a questi problemi tecnici che l'avversario gli mette davanti.
Tiene col servizio quando può, ma è sempre sotto nel punteggio: 2-4.
Ancora settimo game, ancora lotta e incertezza: sul 40 pari Berdych sbaglia di un pelo un dritto che sarebbe stato vincente, Djokovic incassa e allunga. Chiude con un ace un set che ha controllato rendendo la vita difficile all'avversario. Si va al terzo.

Il match adesso diventa teso, entrambi vogliono sbagliare poco e Novak fa segno alla sua panchina di avere qualche problema con la risposta di dritto, mentre Tomas si porta sul 2-1, mostrando una maggiore concentrazione nei punti cruciali del game. Carica il bazooka quando sul 2 pari 30 pari sfianca un Djokovic fenomenale in difesa chiudendo poi con una facile volle di dritto. Complice un nastro decisamente ceco e un dritto spaventoso, Berdych ha nel sesto game due palle break consecutive: un altro dritto "kaboom" e il break è suo, Tomas se l'è andato a prendere di prepotenza.

Quella tensione, quella che probabilmente non gli permette di fare un passo in più verso l'eccellenza, non gli permette di trovare il cinismo necessario per mettere una seria ipoteca su questo equilibratissimo match. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Doppi falli ed errori, e siamo di nuovo 4-3. Djokovic questo vizio non lo conosce, approfitta e si riporta in parità: 4 pari, il match aspetta un'altra svolta.

Potrebbe arrivare quando sul 5-4 per il ceco e servizio Djokovic si trova per due volte a due punti dal match ma commette tre banali errori e non trova ancora quel famoso "killer instinct". Forse però dovrebbe più rimproverarsi di non riuscire a essere più efficace in risposta sulle sempre più frequenti seconde di Djokovic, che ormai non superano le 83 miglia.

6-5 Berdych, 15-30 sul servizio del serbo: ancora a due punti dal match. Nole mette finalmente la prima e l'avversario non trova la risposta di rovescio. Ma Djokovic incappa in un clamoroso doppio fallo, più che mai inopportuno: match point. Scambio lungo, Berdych spinge, Novak tiene. Risultato: il ceco sbaglia un dritto da fermo. Match point annullato. Il numero 1 del mondo si ridesta e raggiunge il Tie-break, che risulterà per nulla esaltante, come invece è stata l'intera partita.

Quasi tutti errori, e quasi tutti di dritto. Uno, clamoroso, manco a dirlo, è di Tomas Berdych, a cui basterebbe semplicemente appoggiare la palla di là e invece obbedisce alla natura sparacchiona che lo domina da sempre e lo manda fuori di tre metri. Tenendo fede alla propria solidità, Djokovic decide invece di non strafare e costringe Berdych ad altri errori che chiuderanno poi il match in favore del serbo.

Si chiude così, con l'espressione delusa del numero 7 del mondo quella che è stata fin qui la partita più bella di questo torneo, iniziato da appena due giorni. Decisivo, oltre al mancato cinismo del ceco, anche il calo della prima di servizio e il continuo aumento degli errori col dritto (28 su 42 totali).

"E' stato il mio match più duro dagli US Open in poi", ammette il serbo. "Non certo il mio migliore. Sul match point? Lui ha sbagliato e io sono rientrato nel match. La superficie mi pare lenta, come gli anni scorsi".

Novak vince pur giocando senza acuti, proprio come un campione deve essere capace di fare. Proprio come ieri han fatto Federer e Nadal. E non è certo un caso.

Rossana Capobianco

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