ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Paredes, non è mai troppo tardi.

30/11/2011 15:16 CEST - Storie di tennis

Paredes, non è mai troppo tardi

TENNIS - A 40 anni Andrea Paredes entrerà nella classifica WTA. La tennista cilena è amministratrice di una società che sponsorizza l'ITF di Rosario. In cambio ha ottenuto una wild-card per il main draw, la terza del 2011, sufficiente a garantirle una posizione nel ranking. Ma la sua è una storia di affermazione individuale che va oltre il tennis. Fino al 2000, infatti, Andrea si chiamava Ernesto. Alessandro Mastroluca

| | condividi

Il denaro non può comprare il mio amore, cantavano i Beatles. Ma un posto nella classifica WTA sì. È quello che ha fatto Andrea Paredes, 40enne cilena, che lavora in una società che è diventata sponsor di un torneo ITF. In cambio, Andrea ha ottenuto una wild-card per il tabellone principale, la terza del 2011: in base al regolamento WTA, potrà ora avere una classifica.

Ma la sua storia non è solo quella di un tentativo di emergere nel sottobosco del tennis. La sua storia, come ricordava a marzo il nostro Enrico Riva, ha la forza simbolica delle battaglie di principio. Perché fino a 11 anni fa Andrea si chiamava Ernesto.

L’importanza di (non) chiamarsi (più) Ernesto
Cominciamo dalla fine. Andrea Paredes è amministratore della Moneda Management, finanziaria che si occupa di private banking e che ha investito una cifra non definita per sponsorizzare l’ITF di Rosario, in Argentina. Quanto basta però, come racconta Juan Ignacio Ceballos di ESPN Deportes, perché gli organizzatori possano aumentare il montepremi da 10 a 25 mila dollari.

La Moneda è il soggetto che ha investito più di tuttiha raccontato a Ceballos Mauricio Rosso, il direttore del torneo. “In cambio abbiamo permesso ad Andrea Paredes di entrare in tabellone” ha proseguito Rosso, che si è consultato con la Federazione argentina, la Confederazione sudamericana e l’ITF.

Il suo match contro Maria Irigoyen, numero 342 del mondo (con un best ranking di 167 raggiunto a luglio 2010) è programmato come terzo singolare sul campo 5. Andrea ha giocato altri due tornei quest’anno, a Buenos Aires e a Itaparica, in Brasile. Ha sempre perso 6-0 6-0. Ma anche chi esce al primo turno guadagna un punto. E il regolamento WTA è chiaro: per entrare in classifica, una giocatrice deve conquistare punti in almeno tre tornei in stagione.

Al di là dei risultati e dei regolamenti, per lei più che per altri, l’importante è partecipare, è rivendicare il diritto delle atlete transessuali di partecipare alle competizioni sportive femminili. Come ha raccontato, con delicatezza e sensibilità, Riccardo Bisti su Tennis Best nel 2009, Ernesto ha sempre avuto la famiglia dalla sua, dentro e soprattutto fuori dal campo. Nel 2000 un intervento chirurgico la rende donna a tutti gli effetti: Ernesto diventa Andrea. Si iscrive all’università, ma non ha abbastanza soldi per combinare gli studi con il tennis.

Tenta di entrare nel circuito WTA, una prima volta, nel 2004 ma la federazione cilena la ostacola in tutti i modi: “La FTCH mi ha fatto una guerra vera e propria: vogliono impedirmi di giocare in un qualsiasi campo da tennis del mio paese” disse all’epoca. Pare che abbia ricevuto rifiuti da diversi allenatori, con le più varie motivazioni. Nel 2005, l’ITF approva un nuovo regolamento che permette ai transessuali di competere nel circuito femminile a determinate condizioni: un cambio di sesso completo e riconosciuto, un intervento compiuto da almeno due anni e un trattamento ormonale esteso affinché l’organismo sia il più “femminile” possibile. La Paredes soddisfa tutti questi requisiti, e ha continuato ad allenarsi ogni giorno presso il club di Patricio Cornejo, avversario dell’Italia nella finale di Davis 1976: perse il secondo singolare da Panatta ed era in campo anche nel doppio della "Maglietta rossa".

Nel 2009 l’occasione arriva, insieme alla wild card per l’ITF di Parque Roca, grazie all’interessamento del direttore Pablo Jastrzebski e senza alcun supporto da parte della federazione cilena. Perde 6-0 6-0 da Nicola Slater, di 14 anni più giovane, in 31 minuti. Ma ha iniziato a vincere la sua battaglia di principio.

Il precedente di Renée Richards
Quello di Andrea Paredes è il secondo caso di tennista transessuale dopo Renée Richards, nata Richard Raskind che prima del cambio di sesso si laurea a Yale, completa la leva in Marina, si sposa e ha anche un figlio, Nick, che in privato continua a rivolgersi a lei come a “papà” e lavora come agente immobiliare specializzato nella vendita di loft a New York. Diventa anche un oftalmologo di prestigio e un tennista dilettante conosciuto a livello internazionale.

Dopo l’intervento ricorse alla Corte Suprema perché le era stato impedito di iscriversi agli Us Open del 1975.

Ho preso questa fatidica decisione” ha detto in un’intervista concessa alla Reuters, “di combattere una battaglia legale per giocare a livello femminile in modo da diventare un simbolo. Avrei potuto tornare al mio ufficio e continuare la mia vita, e così la notorietà sarebbe finita. Avrei potuto riprendere la sembianza di una vita normale. Ho scelto di non farlo, anche se a volte rimpiango questa decisione”.

Nel 1977 la Corte sentenziò in suo favore e, a 43 anni, Renée arrivò in finale di doppio nel 1977 (stagione in cui chiuse al 22mo posto nel ranking) e in quella di doppio misto con Nastase nel 1979, anno in cui raggiunse anche il terzo turno in singolare, perdendo da Chris Evert.

Nel 1981 Renée diventerà coach di Martina Navratilova dopo gli Us Open. Ma la collaborazione inizia già durante il torneo, come racconta Stephen Tignor in un capitolo pensato per il suo libro “High Strung” sulla rivalità tra Borg e McEnroe e poi eliminato dalla stesura definitiva. I suoi consigli tattici risultano determinanti. “Ho pensato di più in campo, invece di colpire e basta” dirà dopo aver battuto la Evert in semifinale. “Se Renée non mi avesse aiutato, non so se sarei riuscita a sconfiggere Chris”. Il tandem Renée Richards-Nancy Lieberman diventerà noto come il Team Navratilova e porterà un approccio nuovo, olistico, all’allenamento di una delle più grandi e longeve campionesse della storia del tennis.

Il caso di Caster Semenya
La storia di Andrea Paredes richiama, più che quella dell’ermafrodita Sarah Gronert, la vicenda di Caster Semenya, la mezzofondista sudafricana che ha fatto irruzione nel panorama internazionale vincendo l’oro negli 800 metri ai Mondiali di Berlino con il primato stagionale. La Iaaf ha ordinato degli accertamenti, che avrebbero dimostrato una condizione di pseudo-ermafroditismo, ovvero la presenza di genitali maschili interni. Senza fornire ulteriori dettagli medici, la Iaaf le ha consentito di conservare la medaglia e di tornare alle gare.

Questioni di principio...e non solo
Senza nulla togliere al valore della battaglia di principio di Andrea Paredes, la sua storia mette in luce una contro-indicazione rilevante nel ranking WTA e nella distribuzione dei punti. Perché è vero che la WTA richiede di fare punti in tre tornei in un anno, ma se si danno punti anche a chi esce al primo turno, basta ottenere tre inviti e il gioco è fatto. Così il meccanismo di selezione finisce per essere un po’ svilito, se permette a una 40enne che non ha vinto un game in 3 partite di entrare nel ranking. Al di là delle questioni di stile e delle simbologie.

Proprio la gestione delle wild-card nei tornei minori ha convinto l’ATP a cambiare la sua impostazione. A livello maschile, infatti, basta conquistare un punto per entrare in classifica. Ma per fare un punto non basta entrare in tabellone, bisogna vincere una partita. E il merito è salvo.

Alessandro Mastroluca

comments powered by Disqus
Partnership

 

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis

Quote del giorno

"Spacco ancora le racchette, ma lo faccio con atteggiamento positivo"

Goran Ivanisevic, parlando del suo nuovo atteggiamento

La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi 2010

Copertine di magazine e giornali

Ubi TV

L'incredibile matchpoint del Masters 1988