05/12/2011 17:51 CEST - Coppa Davis
Emozioni così solo in Davis
TENNIS - La Davis ha molti difetti, ma riesce a regalare ancora spettacolo e grandi emozioni. Dopo la prima giornata, la finale tra Spagna e Argentina sembrava già finita. Invece si è riaperta due volte. Nalbandian ha trascinato il doppio. Contro Nadal, Del Potro è tornato quello del 2009, capace di vincere gli Us Open. Ma Rafa ha confermato le sue superiori qualità di agonista. Rino Tommasi
La coppa Davis avrà tutti i suoi difetti, in primo luogo quello di essere stata inventata nel 1900 quando il tennis era giocato soltanto nel giardino dei ricchi, ma riesce ancora a regalarci spettacolo e soprattutto emozioni.
Dopo che la Spagna si era aggiudicata i primi due singolari sembrava che non ci fossero più speranze per l’Argentina. Invece la finale si è riaperta altre due volte, la prima quando il doppio argentino ha sottolineato le tradizionali difficoltà degli spagnoli in questa specialità, la seconda quando Juan Martin Del Potro, che aveva perduto per k.o. tecnico contro Ferrer il primo singolare è improvvisamente tornato quello che nel 2009 aveva battuto Roger Federer nella finale dell’Open degli Stati Uniti ed ha nascosto la palla a Rafael Nadal per un set.
Gli ha però lasciato il secondo ed a quel punto la finale sembrava proprio finita perché Nadal aveva ritrovato la sua ossessiva regolarità ed aveva facilmente vinto il terzo set.
Per la fortuna dello spettacolo mentre Nadal confermava di essere uno splendido agonista ma non ancora nella migliore condizione, Del Proto ritrovava almeno in parte le energie per dare sostanza alle geometrie del suo tennis straordinario. L’argentino si bloccava però sul 5 a 3 in proprio favore nel quarto set, riusciva con un ultimo sforzo a rifugiarsi nel tie-break ma vi arrivava con le ruote sgonfie senza la possibilità di poter più arginare un Nadal che in vista del traguardo era diventato infallibile.
Alla fine ha vinto Nadal ma non sarebbe giusto trascurare i meriti di quel Ferrer ammirevole interprete di un tennis operaio e probabilmente il più forte numero due a disposizione di una squadra di Coppa Davis. Talmente forte nei suoi singolaristi da potersi permettere di non avere un doppio accettabile.
Rino Tommasi
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