ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > L'anno di Nole? Non il migliore.

26/12/2011 21:29 CEST - CIRCUITO ATP

L'anno di Nole? Non il migliore

TENNIS - Sebbene la stagione del serbo sia stata strepitosa, è esagerato indicarla come la migliore in assoluto. Ad esempio il 2006 di Federer, anche guardando i soli numeri, è stato superiore. C'è da scartare inoltre l'ipotesi secondo cui il serbo abbia finito stremato perché ha giocato troppo: negli ultimi 10 anni il numero di partite giocate dai vari numeri 1 si equivale e lo stesso serbo non ha mai giocato così poco come quest'anno. Riccardo Nuziale

| | condividi

Ogniqualvolta che sento suonare violini a volume sinfonico, qualunque sia il soggetto beneficiario, tendo d’istinto a invitare alla massima cautela. L’esaltazione del momento è spesso frutto di scarsa memoria storica, di cecità temporanea causa sentimenti, d’insufficiente qualità interpretativa. Chiamo alla calma quando vedo avviarsi pratiche di santificazione GOAT a favore di Federer, l’ho fatto quando su Nadal ci si faceva trip mentali inauditi nel periodo di possibile “Rafa Slam”, lo faccio ora che gli elogi del 2011 di Nole Djokovic da mesi hanno assunto fastidiosi toni fanatici.

Beninteso, negare che la stagione del serbo sia stata assolutamente superba sarebbe da talpe ignoranti, non è questo il punto. È semmai fortemente opinabile la marea di commenti sopra le righe, anche a stagione in corso, che ha nominato l’anno di Djokovic il migliore di sempre. A dirlo tifosi, certo, ma anche giornalisti ed ex-giocatori, i quali ormai – lo dico con affetto – sono più pedanti dei vecchietti nei cantieri, sentendo la tremenda mancanza del campo non perdono un’occasione di ritagliarsi uno spazietto di protagonismo dando il loro illustre (ma sempre meno competente) parere.

Quello che mi ha trovato in questi mesi (in particolare negli ultimi) stupefatto e perplesso è la totale assenza di dati oggettivi che i sostenitori di tale tesi apportano. Perché dati oggettivi non ce ne sono.

Non che la cosa m’importi più di tanto, ben lungi da me “catalogare” la realtà seguendo ossequiamente le sue manifestazioni oggettive (ad esempio, rimanendo in ambito tennistico, nessuno mi convincerà mai che Borg fosse meglio di McEnroe, sebbene a livello Slam lo svedese vanti un record superiore), ma quando va giudicato ciò che si fa e non ciò che si è (escludendo quindi attitudini e modi di essere che non possono essere compresi pienamente nelle proprie azioni), vanno necessariamente messi al primo posto i numeri nella loro nudità e crudezza.

Ed è lì che crolla inesorabilmente il castello Nole (il quale ovviamente non ha nessuna “colpa” di tutto ciò, ha saggiamente sempre volato basso nelle dichiarazioni sull’argomento) e gli inni assolutisti si rivelano sterili provocazioni. Perché a smontare tale tesi non servono chissà quali conoscenze storiche, chissà quale acume critico, chissà quali fonti. Bastano una memoria a breve termine e Wikipedia per appoggiare statisticamente i propri ricordi.

Esatto: non occorre scervellarsi a ricordare fuoriclasse del lontano passato, imprese che i più giovani (me compreso) non possono aver visto di persona. È sufficiente riavvolgere il nastro di una manciata di anni, triennio 2004-2006. Già, quel Roger Federer che poche righe fa – zappata sui piedi in semidiretta – invitavo a non ergere GOAT (e continuo a farlo con fermezza).

Prendiamoli, questi numeri. Djokovic quest’anno ha chiuso con un bilancio di 70 vittorie e 6 sconfitte (92%), con 10 tornei vinti. I bilanci di Federer nel suo triennio di massimo splendore sono stati rispettivamente 74-6 (93%)-11 tornei, 81-4 (95%)-11 tornei, 92-5 (95%)-12 tornei.

Eliminando il 2005 per numero minore di Slam vinti (quell’anno lo svizzero ne portò a casa “solo” due), gli altri due sono migliori in tutto. La superiorità del 2006 federeriano, in particolare, è assoluta, incontrovertibile, cristallina, se si pensa inoltre che quattro delle cinque sconfitte di quell’anno le subì in finale contro Nadal (arrivò insomma quasi sempre in finale), tre sulla terra, e che, dato che apre a un’altra riflessione, giocò la bellezza di ventuno (ventuno) partite in più del Djokovic 2011.

Già, perché c’è un altro mito da sfatare, quello secondo il quale nel tennis maschile si gioca troppo e che, in particolare, Djokovic sia arrivato a fine anno senza benzina perché logorato da troppe partite.

Anche qui, un paio di controlli e la bua sparisce. Sono andato a vedere quante partite hanno giocato negli ultimi dieci anni (anche in questo caso ho preferito rimanere al passato più recente in quanto più paragonabile nella tipologia di tennis, soprattutto per quanto riguarda la fisicità oggi necessaria) il numero 1 e il vincitore del Master. Questi sono i numeri:

2011 Djokovic 76 Federer 76
2010 Nadal 81 Federer 78
2009 Federer 73 Davydenko 74
2008 Nadal 93 Djokovic 81
2007 Federer 77
2006 Federer 97
2005 Federer 85 Nalbandian 63
2004 Federer 80
2003 Roddick 91 Federer 95
2002 Hewitt 76

Solo il Nalbandian 2005 giocò diverse partite in meno del Djokovic 2011, in più di un’occasione è accaduto il contrario, nella norma il numero pressappoco si equivale. Quindi?

Certo, si può obiettare che il numero di partite è interpretabile, in quanto ci sono partite dall’intensità nettamente superiore alle altre, e che quindi costringono a un dispendio energetico ben maggiore, per non parlare dello stress che certe vette comporta. Ma Djokovic non è stato l’unico ad aver dovuto fronteggiare tale intensità, quindi come si spiega che il numero 1 del mondo, autore della più grande stagione della storia del tennis, arrivi a fine anno a giocare così, quando lo stesso Nadal (notoriamente allergico al Master), lo scorso anno arrivò in finale giocando così e Federer nel 2006, con ventuno partite sulle gambe in più, finì la stagione così?

Com’è possibile, infine, che per Nole si sia presentato così ferocemente il problema dell’”anno lungo” proprio nella stagione in cui ha giocato meno da quando è top player (2010 79, 2009 97, 2008 81, 2007 87)?

Sono domande a cui non posso – e non voglio – dare risposta, in quanto sono domande che mi “servivano” giusto per uno scopo, quello di demitizzare un anno di cui si è già parlato decisamente troppo a sproposito.

p.s. che soddisfazione controvertere il “a Natale siamo tutti più buoni”. Quest’articolo dimostra che si può essere acidelli anche in quest’intoccabile giorno. Detto questo, auguro a tutti voi lettori e alle vostre famiglie un felice Natale, con tanto di dedica musicale. Perché, come dice una delle innumerevoli pagine geniali di Facebook, il vero problema della realtà è che non c’è musica di sottofondo.

Riccardo Nuziale

comments powered by Disqus
Partnership

 

Quote del giorno

"In questi giorni, la gente non viene a vederlo giocare. Viene a sentirlo giocare"

La giornalista Julie Welch sul "grunting" di Jimmy Connors

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Ubi TV

ATP World Tour: i colpi più belli del 2011

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis

La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi 2010

Copertine di magazine e giornali