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16/01/2012 17:07 CEST - Australian Open

Roger Federer - 16.01.2012

Traduzione di Stefano Pentagallo

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D. Tutto bene, ti sei mosso bene, non hai sentito nessun dolore?
R. Si. Voglio dire, me lo aspettavo - altrimenti mi sarei preoccupato e non ne avrei fatto mistero. Non tengo segreti di questo genere.
Ma sono tre, quattro giorni che mi sento bene. Sono stato in grado di allenarmi a pieno regime. Oggi è andata bene. È stata dura contro un ragazzo che colpisce forte e piatto da entrambe le parti e si procura un sacco di occasioni.
In qualche modo, come primo match, è stato un po' più intenso, ho sentito più pressione. Perché ad Abu Dhabi era un'esibizione, e poi a Doha, il primo match con Davydenko fu più semplice.
Poi dopo mi sono infortunato. Ho davvero cercato di dare il massimo su ogni punto così da constatare come mi sentivo con la schiena, cercando di entrare in partita, sperando di vincere, per poi vedere come mi sento domani.
Avrò molte più informazioni domani, ma son sicuro andrà tutto bene.

D. Sono sicuro che sei a conoscenza di alcune delle cose dette ieri da Rafael Nadal. Potrebbero, forse, definirsi una sorta di critica nei tuoi confronti. Certamente sono stati commenti molto espliciti. In una tale circostanza, hai qualche risposta in relazione a quelle che sono state le sue parole?
R. L'ho visto dopo i suoi commenti - credo sia stato domenica? L'ho visto domenica pomeriggio. Gli ho chiesto come era andata con la stampa. Non sapevo parlasse alla stampa.
Mi ha detto 'Si, è andato tutto bene'. Mi ha accennato un paio di cose qua e là. Era ok. Poi ho letto i commenti. Quindi le cose tra noi vanno bene, sai. Non provo rancore nei suoi confronti.
Gli ultimi mesi sono stati difficili in termini politici in seno all'ATP, con la ricerca del nuovo CEO e presidente. Talvolta può essere frustrante. Più volte ha ribadito come queste nomine siano frustranti e stressanti, e sono d'accordo con lui. È normale. Ma per me, niente è cambiato nel nostro rapporto. Sono completamente rilassato in tal senso. E per lui credo sia lo stesso.

D. Ha detto che tu hai un punto di vista e gli altri ne hanno un altro.
R. Si, penso che sia normale. Non possiamo essere d'accordo su tutto. Finora non c'è mai stato un vero problema. In passato era solito dire 'Qualunque cosa decide Roger, mi sta bene'.
Oggi è cresciuto. Possiede una forte considerazione di sé stesso, il che credo sia ottimo. È quello di cui abbiamo bisogno, specialmente nel consiglio. È stato bello lavorare con lui.
Ha opinioni forti utili a creare buoni argomenti su cui poter discutere per far fare passi in avanti a questo sport.
Abbiamo parlato a Londra dopo che abbiamo giocato. Ci siamo chiamati l'un l'altro dopo la Coppa Davis, e poi ci siamo incontrati di nuovo qui. Quindi cerchiamo constantemente di essere sulla stessa lunghezza d'onda, o almeno di parlarne, così da poter fare del nostro meglio per rendere questo sport ancora migliore. Questi alla fine della giornata sono entrambi nostri obiettivi.

D. Ti andrebbe di parlare, nello specifico, di chi dice che sei un po' fuori dal coro, che non appoggi alcuni Top 100. È così o si può intendere tutto come una divergenza di opinioni, come ad esempio chi spinge su una diversa distribuzione dei premi in denaro, e cose del genere?
R. Sono stato alla riunione. Ho ascoltato e sostenuto le opinioni dei giocatori. Ho soltanto un modo diverso di agire. Non ne discuterò con voi ragazzi in sala stampa. A volte crea spiacevoli fraintendimenti.
Penso che abbiamo fatto molto bene nel corso degli anni da quando io e Rafa, in particolare, ci siamo uniti al consiglio, e anche Novak in passato. E quando Adam ha lasciato l'ATP, penso che abbiamo avuto una relazione serena sulle politiche e su come le abbiamo trattate con voi.
Così ho scelto di non parlare di questi temi con voi. Questo non vuol dire che io non supporti i giocatori. Io penso ai giocatori per primi. Di solito quando prendo decisioni, penso prima ai giocatori peggio classificati.
Altrimenti non farei parte del consiglio, sto solo cercando di fare del mio meglio per i ragazzi in alto. Voglio dire, sono in giro da troppo tempo per dire 'Ok, abbiamo bisogno di più cose per i top player. Io sono felice se posso fare di più, anche, per i giocatori classificati più in basso.

D. Non sei d'accordo con il concetto di sciopero in linea di principio, oppure pensi che non funzionerebbe?
R. Sai, è una parola così pericolosa da usare. Ecco perché dico sempre 'Cerchiamo di evitarla il più possibile?' Penso sarebbe meglio per tutti noi: ragazzi, appassionati, tornei, giocatori. Non è un bene per nessuno. Abbiamo visto cosa è successo in altri sport negli Stati Uniti. Ecco perché al riguardo sono sempre molto cauto.
Se non c'è modo di evitarlo, appoggerò gli altri giocatori. Ma penso che si debba riflettere su come farlo, se farlo, se possiamo farlo, invece di gridarlo al mondo intero. Non è così che si risolvono i problemi.
Ci sono stati troppi tentativi e troppe cose fatte in passato che non hanno funzionato. Penso che siamo sulla strada giusta e che le cose siano sotto controllo, credo. Sono fiducioso che riusciremo a trovare una buona soluzione nel prossimo futuro.

D. Senti addosso una pressione extra in questo torneo, dal momento che sono passati quasi due anni dal tuo ultimo Slam vinto?
R. Non proprio. Voglio dire, mi emoziona uscire e vedere le mie bambine dall'altra parte del campo, mentre mi vedono camminare sul campo. Forse questo mi ha reso nervoso, nel caso di oggi.
Ma per il resto non sento una pressione particolare. Sono sempre eccitato. Ero ansioso di scoprire come avrei giocato, come avrebbe giocato il mio avversario. Quindi, si, ero molto emozionato ed un po' nervoso entrando in campo, il che è una bella sensazione da provare. Non vedo l'ora di giocare le prossime partite.

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