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26/01/2012 06:12 CEST - AUSTRALIAN OPEN

Grazie Clijsters brava Errani

TENNIS - L'azzurra ha fatto un gran torneo, giocando partite al di sopra delle sue possibilità. Anche con la Kvitova, pur perdendo, si è difesa con onore. La belga ha invece tolto la classifica WTA dall'imbarazzo di avere una numero 1, la Wozniacki, non meritevole di tale posizione. Per le semifinali sono favorite proprio Kim e Petra, mentre nel big match di domani tra  Federer e Nadal lo svizzero partirà più fresco. Rino Tommasi

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L’unica variante proposta dall’Australian Open rispetto alle indicazioni dei due computer non si può nemmeno considerare una sorpresa perché la vittoria di Kim Clijsters su Caroline Wozniaki in una prova del Grande Slam era non solo prevedibile ma addirittura auspicabile perché ha sanato un’anomalia sottolineata fino alla noia da coloro che sostengono come i risultati dei grandi tornei dovrebbero pesare molto di più nelle valutazioni dell’elaboratore elettronico. Concetto condiviso dagli stessi giocatori per i quali la vittoria di un grande torneo vale molto di più di una momentanea presenza al primo posto nelle classifiche mondiali.

La Wozniaki ha difeso fino a quando ha potuto il suo ruolo ma credo che nemmeno sua mamma la potesse considerare favorita nello scontro diretto con una giocatrice come la Clijsters che metteva in campo quattro vittorie e tre finali nei tornei dello Slam, a significare la differenza che fortunatamente esiste tra i buoni tennisti e quelli che gli americani definiscono “championship material”.

Del resto tra gli otto quarti di finale dei due tabelloni solo Thomas Berdych è riuscito a togliere un set al suo avversario dimostrando sul campo di poter essere inserito nel lungo elenco dei campioni mancati.

Oggi David Ferrer ha messo in campo tutta la pazienza, la tenacia e la regolarità che gli hanno permesso di diventare il “primo dei secondi”, ma dopo due set giocati ai limiti dell’eroismo ha dovuto arrendersi ad un avversario che alle doti appena segnalate ha aggiunto la presunzione di un campione consapevole del proprio ruolo e delle proprie possibilità.

Andy Murray ha sfruttato i favori di un tabellone particolarmente generoso nei suoi confronti e che gli ha proposto, dopo il kazako Kukushkin, il giapponese Nishikori, che gli aveva usato la cortesia di togliergli dai piedi l’ingombrante Tsonga.

Tra le due semifinali del singolare maschile tiene naturalmente banco l’eterna sfida tra Federer e Nadal, che ha caratterizzato questo sport dal giorno (2006) dell’indimenticabile finale del Foro Italico e nella quale Nadal, annullando due match point al rivale, ha indirizzato in modo importante se non definitivo la storia di questo sport.

Federer ha il vantaggio di aver speso molto meno anche perché ha passato un turno senza giocare.

Nell’altra semifinale Andy Murray insegue la sua quarta finale e soprattutto la sua prima vittoria in un torneo dello Slam.

In campo femminile ritengo che la Kvitova sia potenzialmente la più forte, la Clijsters la più abituata a giocar bene i tornei importanti mentre la Azarenka è probabilmente la migliore atleta, un aspetto spesso decisivo nello sport femminile.

Non posso non congratularmi per il magnifico torneo disputato da Sara Errani che in quattro partite consecutive (Petrova, Cirstea, Zheng e Kvitova) ha giocato oltre le sue possibilità. Di più non si può chiedere ad un atleta che ha avuto il merito non trascurabile di aver reso accettabile il bilancio di una delle peggiori partecipazioni italiane ad un torneo del Grande Slam.

È possibile che la Kvitova non abbia giocato contro di lei il suo miglior tennis, ma rimane la serie di quattro prestazioni importanti e la dimostrazione che non è necessario essere alte 1,80 ed avere muscoli adeguati per giocare da protagonista ai massimi livelli.

Rino Tommasi

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