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07/02/2012 10:58 CEST - Fed Cup

Capitano non
mi hai convinto

TENNIS - Evitata con un po' di bravura e molta fortuna una sconfitta con l'Ucraina, adesso in vista delle due difficili trasferte nella Repubblica Ceca in Fed e in Davis Cup, bisogna che Barazzutti dimostri di saper valutare meglio che a Biella lo stato di forma dei suoi giocatori/trici per sperare nel miglior risultato possibile. Ubaldo Scanagatta

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di Ubaldo Scanagatta
Siamo stati a un game dalla sconfitta casalinga, per 3-1, con l’Ucraina. Sebbene Francesca Schiavone avesse disputato in Australia, a suo dire, il peggior Slam della sua vita, per aver perso in due set da Romina Oprandi (dichiarazione che certamente Romina, da ex connazionale, avrà molto apprezzato), nessuno si aspettava di ritrovarla a Biella in condizioni così disastrose.

Avrei scritto certamente in condizioni fisiche, tecniche e MENTALI così disastrose… se Francesca avesse perso il secondo set con la tremebonda Katerina Bondarenko 6-1, o anche 6-3. Perché dopo aver fatto 3 games appena con la Tsurenko, certo più brava della sua classifica (n.121), ma non ancora un fenomeno, se ne avesse fatti 7 o 9 con la Bondarenko sarebbe stato giusto scrivere di stato mentale confusionale.

Ma la “Schiavo” che non aveva saputo minimamente reagire contro la Tsurenko, ha invece trovato l’orgoglio per reagire contro la più piccola delle sorelle Bondarenko e alla fine ha portato a casa un incontro che definire compromesso era un eufemismo. Quindi l’aggettivo “mentale” usato sopra lo ripongo.

La Bondarenko l’ha certo aiutata più di quanto non avrebbe fatto la Tsurenko, che ha mostrato maggior personalità, ma resta il fatto che la squadra italiana ha finito per vincere dimostrandosi _ appunto _ più squadra.

Non è facile, infatti, sopperire ad una n.1 giù di forma, fisica e nervosa, ad una n.2 infortunata, ad una n.3 che si fa male, ad una n.4 che forse è la n.3 ma che non stava bene neppur lei, e riuscire a vincere ugualmente.

I tre punti del successo, di cui fra qualche tempo nessuno ricorderà più le angoscie e le difficoltà, sono stati conquistati da tutte e quattro le ragazze. Non si tratta davvero di un exploit esaltante, in fondo si giocava contro la n.121 e la n.89 del mondo, e noi abbiamo attualmente 4 tenniste fra le prime 34, però resta la conferma dell’esistenza di una squadra che senza essere la più forte del mondo (non lo era nemmeno quando ha vinto le 3 Fed Cup, pur valendo una delle prime quattro o cinque) vale un posto fra le migliori proprio perché omogenea, più che discreta nei singolari, eccellente nei doppi potendo in caso di necessità formare più coppie intercambiabili e di ottimo livello.

L’Italia non sarà favorita il 21-22 aprile in Cechia, dove oltre alla n.2 del mondo Kvitova, c’è una squadra abbastanza omogenea anch’essa, con la Benesova battibile nei suoi singolari (anche se ha battuto la Lisicki), e un doppio di buon livello sia che giochino Hradecka-Strykova (più probabilmente), sia Strykova-Benesova. Però non partirà più battuta di come sembrava dovesse essere l’Ucraina a Biella.

La Kvitova che vince soltanto 9-7 al terzo con la Goerges e ancora al terzo con la Lisicki, giocherà da superfavorita i suoi due singolari, però non è ancora una tennista dalla solidità garantita. Eppoi se anche facesse i suoi due punti, sugli altri tre l’Italia giocherà ad armi pari….sempre che le azzurre si presentino stavolta in condizioni dignitose di forma fisica e nervosa.

Mancano più di due mesi e nessuno può prevederlo. Semmai quel che mi preoccupa è che mi è parso proprio che nemmeno Corrado Barazzutti sia in grado di prevederlo, nemmeno standoci a contatto per tutti i giorni della vigilia di un match. Per un capitano dovrebbe essere diverso.

Se Barazzutti si fosse reso conto dello stato in cui versava Francesca l’avrebbe schierata il primo giorno? E anche il secondo, quando _ ribadisco senza nulla togliere ai meriti di Francesca _ alla Bondarenko si dovrebbe fare un monumento e nominarla benefattrice del tennis italiano ad honorem?

A mio avviso lui non ne aveva idea. Ma allora un capitano-coach- allenatore che non si rende conto di come stanno le proprie giocatrici, che garanzie dà? Sperare che la nostra miglior giocatrice possa giocar da par suo, per carità, è una speranza che si basa sulla sua storia, sul suo passato. Ma allora che il capitano si chiami Pinco oppure Pallino è la stessa cosa. Un capitano deve o dovrebbe sapere, più che sperare come fa magari il tifoso.

E questo un po’ preoccupa, in prospettiva, perché francamente non è probabile attendersi che Schiavone, 32 anni il 23 giugno, e Pennetta, 30 anni il 25 febbraio (auguri anticipati!!!), siano in fase ascendente e in costante progresso. Anche se non accusassero acciacchi di sorta, è inevitabile attendersi con il passare del tempo, dei mesi e degli anni, più giornate negative che positive. E allora avremo bisogno di un capitano che in qualche modo le preveda con un po’ di anticipo, evitando a loro stesse e alla squadra passi falsi evitabili.

E’ evidente che se le riserve delle due “regine” fossero proprio scarse allora questa preoccupazione, questo discorso, non avrebbero motivo di venir palesati. Ma Vinci e Errani, senza oggi (e forse neppure domani) avere le punte di rendimento delle migliori giornate di Schiavone e Pennetta, non sono così scarse da dover essere perennemente relegate ad un ruolo di riserva sempre e comunque, a prescindere.

Il capitano dovrà, contrariamente a quanto accaduto a Biella, rendersi conto dello stato di forma delle quattro tenniste a disposizione per far scendere in campo le più in forma (anche quando una, come la Pennetta, non si tiri indietro da sola).

Questo discorso fatto per le ragazze vale ovviamente anche per i ragazzi che questo weekend giocheranno a Ostrava. In teoria i possibili singolaristi sono Seppi, n.1 italiano indoor indiscusso sulla carta, ma chi il n.2 fra Starace, ottimo in Davis ma spesso (per non dire sempre) non all’altezza quando si tratta di giocare indoor, e Bolelli, pessimo quasi dappertutto da un bel (brutto) pezzo a questa parte… ma teoricamente in grado di inventarsi una giornata di “follia creativa” allorquando nessuno lo carichi della benchè minima responsabilità? Starace avrebbe mai battuto Wawrinka a Wimbledon?

Ecco, a me piacerebbe che la scelta (qualunque essa fosse) venisse effettuata sulla base di un approfondimento tecnico serio basato sulla rapidità della superficie, sulle caratteristiche dell’avversario della prima giornata (cioè Berdych per il nostro n.2) o della terza, sull’adattamento alla superficie dimostrato in allenamento nei giorni di vigilia, sull’atteggiamento psicologico dei giocatori in ballottaggio, insomma su quelle situazioni in cui un capitano deve avere la sensibilità giusta per fare le scelte più giuste.

Mi dispiacerebbe invece che la scelta cadesse, sull’uno o sull’altro, sulla base di considerazioni fatte senza sufficiente approfondimento tecnico-psicologico-strategico in una situazione tutto sommato favorevole qual è quella che si vive quando nessuno si aspetta una vittoria e non si ha, di fatto, niente da perdere. E questo discorso, ribadisco, vale sia per le donne di Fed Cup sia per gli uomini di Coppa Davis.

Ci vuole altro, insomma, per dimostrarsi un bravo capitano che incaponirsi a schierare per superstizione (o altro) in doppio, all’atto del sorteggio, i due giocatori non prescelti per la disputa dei singolari.

Ubaldo Scanagatta

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