08/10/2012 15:09 CEST - Analisi

La fiera dell'Est Atlante del tennis femminile

TENNIS - Come sta il tennis femminile? La Russia ha 10 top-100. Presente e futuro dell'Italia. Dove può arrivare la Gran Bretagna di Watson e Robson? E che faranno gli Usa quando smetteranno le Williams? Enos Mantoani


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Ana Ivanovic e Maria Kirilenko (Photo by Srdjan Stevanovic/Getty Images)
Ana Ivanovic e Maria Kirilenko (Photo by Srdjan Stevanovic/Getty Images)

Riprendiamo e liberamente traduciamo l’articolo di Peter Bodo su Tennis.com uscito qualche giorno fa, dove l’autore delinea lo stato di salute del tennis, nazione per nazione, sulla base dei giocatori che emergono maggiormente sugli altri. Oggi tocca alle ragazze, mentre il primo ottobre, sempre su Ubitennis, Federico Romagnoli si è occupato di illustrarci la situazione dei maschietti.

Bodo, infatti, si chiede: ma avere uno o più giocatori o giocatrici tra i top-100, fa davvero da traino a tutto il movimento nazionale? In alcuni casi sì e in altri no, vediamo nel mondo WTA come stanno le cose seguendo nei Paesi che hanno le migliori giocatrici in alto nelle classifiche, magari accompagnate da colleghe altrettanto qualificate. E analizzeremo anche come stanno le cose dopo che magari nel passato abbastanza recente, un giocatore assurse agli onori della cronaca: cos’ha lasciato dietro di sé?

Argentina. L’argentina è un puzzle. Certo come in tutto il Sud America e, in paragone, anche in Spagna. Che ci sia qualche fattore genetico che sta lavorando come inibitore? Quello che sappiamo è che dopo l’uno-due dato al movimento tennistico con Gabriela Sabatini e Guillermo Vilas, se i maschi seguirono l’esempio di Vilas creando un movimento molto forte (è il concetto della marea, per Bodo: quando sale la marea, tutte le barche si alzano), in campo femminile quasi nessuna giocatrice si è lontanamente avvicinata alle orme della Sabatini. La giocatrice argentina meglio classificata ora, è Paula Ormaechea, n. 126 al mondo, e nessun’altra troviamo tra le top-200.

Australia. Qua le cose vanno meglio, ma non così tanto, considerando i continui successi della n. 9 e vincitrice di uno Slam, Sam Stosur. Quella più vicina a lei è infatti Casey Dellacqua, n. 77 e unica top-100.
Le australiane possono consolarsi (poco), considerando come anche in campo maschile, nonostante l’eroica presenza di Hewitt e nonostante la pessima abitudine di Tomic di comportarsi come uno sciagurato, la marea che fece dell’Australia una delle potenze mondiale sia tra gli uomini che tra le donne, ora è decisamente in riflusso.

Bielorussia. La Bielorussia è una delle tante Nazioni che ti fanno chiedere: “Ma è parte della Russia o no?”. La risposta è: “Lo era, ma non lo è più”. E qua le cose iniziano a complicarsi.
Non è passato molto tempo da quando Natasha Zvereva, finalista al Roland Garros e geniale interprete del doppio, giocava per la falce e il martello. E ancora la biografia della WTA la riporta come nata a Minsk, URSS, nonostante quest’ultima sia la capitale della Bielorussia. Recentemente, però, i giocatori russi stanno “scappando” nelle repubbliche contigue, come il Kazakhistan, distorcendo per la sua parte un’indagine come questa. Ad ogni modo, la Bielorussia fa valere la sua forza con Zvereva prima e ora con Victoria Azarenka, accompagnata nella top-100 da Olga Govortsova (n. 54).

Belgio. Il Belgio, invece, sta perdendo ogni forza e grinta combattiva dopo che Justine Henin e Kim Clijsters hanno sconquassato il tennis femminile, che prima di loro aveva solo Sabine Appelmans come rappresentante di un certo livello. Certo, dopo Henin e Clijsters ora ci sono solo Yanina Wickmayer (miglior risultato, n. 12 al mondo, ora è n. 26) e Kirsten Flipkens, ora n. 68. La grandezza e la popolazione di una Nazione contano molto, a volte è uno stimolo, altre volte un fattore inibitore, e infatti non ci sono giocatrici junior sulle orme delle due campionesse, e neppure giocatrici pro nella top-200, a parte le due ragazze summenzionate.

Bulgaria. La Bulgaria diede i natali le tre sorelle Maleeva, pionere del tennis in patria. Magdalena, ex n. 4, Manuela e Katerina. Rimangono una delle più belle storie della storia di questo sport, date le disperate condizioni economiche nelle quali loro riuscirono a sviluppare le loro carriere di giocatrici di punta. L’effetto volano che loro potevano dare al tennis, è stato mangiato dalle difficoltà economiche di questa nazione: al momento si ha solo Tsvetana Pironkova al n. 44.

Canada. Il Canada potrebbe essere a margine di un vero e proprio tennis-boom, dati i successi di Milos Raonic e la forza della squadra juniors. Al n. 43 WTA troviamo inoltre Alexsandra Wozniak, con la talentuosa Rebecca Marino (ora in riposo e in recupero dallo stress stagionale) e la promettente Eugenie Bouchard (n. 2 nei ranking ITF) pronte a farle, o rifarle, compagnia.

Cina. Ora tutti conoscono la storia della Cina, che è riuscita a rovesciare il dilemma Sudamericano (e un po’ anche europeo) su chi puntare, se su un campione maschile o femminile. Loro hanno puntato sulle donne iniziando con la personalità di rottura, la Li Na (ora n. 8) e accompagnata dalle top- 50 Jie Zheng (n. 27) and Peng Shuai (n. 46).

Croazia. Come i colleghi maschi, la Croazia si è costruita una solida tradizione e un ancora più interessante futuro da costruire. C’è l’ex campionessa di Parigi (e assidua frequentatrice di party) Iva Majoli e poi Jelena Dokic e Mirjana Lucic, e ancora Karolina Sprem. Non male, vero? Però l’unica top-100 è la quieta e promettente Petra Martic.

Danimarca. C’è la farà Caroline Wozniacki, ora al n. 11, a dare l’abbrivio a un tennis boom in Danimarca? Considerando che è una delle Nazioni dei Paesi Bassi, la marea dovrebbe aiutare molto, peccato che non si trovi un’altra danese tra le prime 500 al mondo.

Francia. Nonostante siano gli uomini ad accaparrarsi i favori di pubblico, stampa e i montepremi dei tornei, il movimento tennistico delle francesi ha bisogno soltanto di una personalità all’altezza di Amelie Mauresmo. Qua il tennis ha ancora una fortissima e sicura tradizione (soprattutto se paragonata a quella tedesca o spagnola), avendo ben 6 rappresentanti tra le prime 100, guidate dalla n. 10 Marion Bartoli.

Germania. Subito dopo Boris Becker, Michael Stich, Anke Huber e Steffi Graf, gli uomini ancora fanno fatica a riempirne il vuoto. Le ragazze invece stanno per aprire un ciclo potenzialmente devastante per qualità e numeri. Cinque tedesche tra le top-100 con Angelique Kerber al n. 6, Andrea Petkovic alla ricerca di una nuova fase della sua carriera (ora è al n. 62) e le altre tre che probabilmente tra poco vedremo tutte tra le top-20. È la squadra da tenere d’occhio in Fed Cup.

Gran Bretagna. Alcune indicazioni le abbiamo date nell’altro articolo tradotto da Federico Romagnoli. Laura Robson è una grande promessa che potrà dare una spinta decisiva a tutto il movimento, ovviamente spalleggiata da Andy Murray sul versante maschile.

Giappone. Kimiko Date-Krumm , 42 anni suonati, è ormai uscita dalle top-100, lasciando sola Ayumi Morita (n. 79). Qualunque cosa accada, non si potrà imputare alla Date-Krumm di non aver dato l’esempio!

Italia. Non c’era nessuna storica per cui l’Italia diventasse una potenza tennistica in campo femminile. Prima di Francesca Schiavone regina di Parigi, nessuna giocatrice ha mai dominato le scene. Ma con lei e la Pennetta a costruire una squadra nazionale vincente, il fattore ispirazionale è stato davvero rimarchevole. E ora anche Sara Errani sta vivendo una carriera da singolarista a dir poco eccezionale, spalleggiata dalla Vinci in doppio (ma non solo).
Con 4 giocatrici tra le top-40, e Camila Giorgi in speranzosa ascesa, ci avviciniamo alla situazione tedesca, ma sapremo sostenere a dovere questo momento di grazia?

Kazakistan. Il Kazakistan deve ancora produrre alcun campione da Slam (magari anche acquistato con sonanti dollari), però ha 4 donne tra le prime 100, con Yarsolava Shvedova a capitanarle, lei che ha ottenuto un “golden set” (24 punti consecutivi). Forse che si stia creando una nuova dinastia a queste latitudini?

Messico e Olanda. E' strano che il Messico, visto dove sta, il clima e la popolazione che ha, stenti ad avere qualche giocatore di spessore. Neanche l’Olanda se la passa bene, data anche lei la tradizione, la posizione geografica, Tom Okker e Betty Stove. Ora hanno solo due top-100: la n. 60 Kiki Bertens e la n. 70 Arantxa Rus, che recentemente si è però messa almeno un pochino in mostra.

Polonia. In Polonia sperano solo che i successi delle sorelle Radwanska, Agnieszka (n. 3) e Urszula (n. 36), motivino altre ragazze a seguirle: il bacino d’utenza sarebbe notevole.

Romania. Dai tempi di Ilie Nastase e di Ion Tiriac, la Romania ha una forte tradizione e una predisposizione che continua per questo sport. Anche tra le donne, con Virginia Ruzici stabile top-10 negli anni ’80 (e finalista a Parigi) e con 5 top-100 al giorno d’oggi (Sorana Cirstea la migliore con la sua posizione di n. 31). Non si può non parlare di potenza tennistica.

Russia. Dalle parabole di Anastasia Myskina, vincitrice dei French Open nel 2004, pochi mesi prima del primo Wimbledon di Sharapova, la Russia continua a stupire ed è diventata la prima avversaria degli Stati Uniti. Ora ha 10 giocatrici tra le top-100, guidate ovviamente dalla n. 2 Maria Sharapova (residente negli Stati Uniti).

Serbia. Se fosse regola scientifica la regola della marea (ovvero l’effetto traino di grandi nomi per una nazione), la Serbia è quella con il futuro più luminoso di fronte, specialmente grazie ai maschi. Siamo ancora nel pieno dei lavori, ma con Ana Ivanovic al n. 12, Jelena Jankovic al ridosso delle top-20 e la compagnia di Bojana Jovanovski, le speranze serbe sono tra le più promettenti.

Repubblica Ceca. Questa nazione ha una grande storia alle spalle, con Martina Navratilova com nume tutelare. Merito della passine di tutta la nazione e di tutta la popolazione che però sta ancora metabolizzando la separazione dalla Repubblica Slovacca. E poi c’è la tuttora n. 4 ed ex campionessa di Wimbledon Petra Kvitova, con altre 7 rappresentanti nella top-100 e altre due a ridosso. Lucie Safarova, l n. 17, è la seconda meglio classificata.

Repubblica Slovacca. Un’altra nazione che ha raggiunto risultati al di là delle attese con la n. 13 Dominika Cibulkova, la n. 33 Daniela Hantuchova e la n. 71 Magdalena Rybarikova. Un’altra ragazza sta inoltre per entrare tra le “big”, la n. 103 Jana Cepelova.

Sud Africa. I profondi cambiamenti vissuti sembrano avere negativamente impattato sulla realtà tennistica di quella che era una nazione tennisticamente leader. Ora abbiamo solo la n. 53 Chanelle Scheepers, unica rappresentante tra le top-100.

Slovenia. Stesso discorso per la Slovenia: unica rappresentante è Polong Hercog, al n. 90, però potrebbe ispirare alcune sue epigoni per pareggiare i maschi che contano tre rappresentanti tra i top-100.

Spagna. Potrebbe andar peggio per le iberiche. Hanno 5 top-100, guidate dalla n. 40 Anabel Medina Garrigues e dalla n. 48 Carla Suarez Navarro. Però tutt’altro discorso rispetto ai maschi che hanno Rafael Nadal, David Ferrer, Nicolas Almagro, Fernando Verdasco e Feliciano Lopez. C’è dunque lavoro da fare, ma queste ragazze hanno almeno stabilito una testa di ponte.

Svezia e Svizzera. La Svezia femminile non ha mai avuto esperienza di un boom come quello dei tempi di Borg, e difficilmente ce l’avrà ora, con la n. 42 Sofia Arvidsson a guidare il duo di ragazze tra le top-100. La Svizzera non se la passa certo meglio, con la un po’ nostra Romina Oprandi unica rappresentante tra le prime 100. Che la Svizzera lasci il palcoscenico solo alle ragazze e ai ragazzi immigrati da loro? Si pensi alla stessa Martina Hingis, ma anche a Mirka Vavrinec e a Jakob Hlasek. . .

USA. Le ragazze degli Stati Uniti portano il peso della cantilena che vuole il tennis americano ormai defunto. A parte Serena Williams, “solo” n. 4, ma tra le candidate ad essere una delle migliori di sempre, gli USA hanno ben altre 9 rappresentanti tra le prime 100. Come Varvara Lepchenko, 26enne di origini uzbeke. E in più altre 12 ragazze, alcune ancora in formazione, tra la posizione n. 100 e la posizione n. 200.

Cosa ci riserve il futuro? Difficile dirlo, forse altre top players dalla Repubblica Ceca, ma più in là di così è difficile spingerci con le previsioni.

Enos Mantoani

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