21/01/2014 17:16 CEST - Australian Open - Lavagna tattica

Australian Open, day 8: (s)punti tecnici del giorno

TENNIS AUSTRALIAN OPEN - Ottavo appuntamento con i nostri spunti tecnici: l'elasticità di Cibulkova, il gran braccio di Robert e lo show di Federer. lucabaldi

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Dominika Cibulkova, Australian Open 2014 (foto BRUNO SILVERII)
Dominika Cibulkova, Australian Open 2014 (foto BRUNO SILVERII)

L'elasticità di Dominika
Piccolina, ben piantata, brevilinea, reattiva al massimo, rapidissima e flessibile. Se cadesse sul campo, probabilmente rimbalzerebbe come se fosse fatta di gomma. Dominika Cibulkova è uno dei “tipi” fisici più particolari del circuito WTA, dotata di baricentro naturalmente basso e di un'esplosività delle gambe con pochi eguali nel tennis femminile.
Tecnicamente, dritto e rovescio molto liftati, grande capacità di anticipo e massima accelerazione di braccio; servizio limitato dalla scarsa altezza, ma in ogni caso sufficientemente profondo e incisivo. Una specie di Arantxa Sanchez del gioco moderno, che trova la sua migliore espressione nella lotta da fondocampo.
L'altro lato della medaglia, che non le ha ancora consentito di ottenere risultati di prestigio con continuità, è alternare momenti in cui diventa quasi ingiocabile con cali di concentrazione clamorosi, fasi in cui sparisce letteralmente dal campo. Difficile purtroppo migliorare più di tanto questo aspetto, che è parte profonda della psicologia di un giocatore.
Ma vederla respingere in anticipo le bordate di Maria Sharapova, ammortizzando i colpi con le ginocchia rasoterra, e trovando gli angoli in modo al contempo facile e imprevedibile, è stato uno spettacolo. Contro una Masha non al meglio stanotte le è andata bene, ha rimediato all'inevitabile momento “no”, e ha vinto al terzo: ai quarti contro Simona Halep può succedere di tutto. Trottolina.

Il gran braccio di Stephane
Gran braccio, davvero incredibile: soprattutto per il non trascurabile dettaglio che usa praticamente solo quello. Stephane Robert gioca rigidissimo di gambe, non flette e non spinge quasi per nulla con gli arti inferiori, e di conseguenza anche la torsione del busto-spalle è appena accennata. Un movimento d'altri tempi.
Ma quello che il francese è in grado di produrre usando esclusivamente le leve articolari dalla spalla in poi è sorprendente a dire poco.
Preparazioni quasi inesistenti con il rovescio bimane che realizzano anticipi diagonali e accelerazioni lungolinea in scioltezza assoluta, tagli in slice e palle corte improvvise, ottimi top-spin di dritto: una versione se possibile estremizzata del nostro beniamino Florian Mayer.
Chiaro che nel power-tennis moderno giocando in quel modo più di tanto non è possibile ottenere, e il premio degli ottavi di finale, con addirittura la ciliegina del terzo set vinto contro Murray, è un risultato straordinario per Robert. Che nel parziale strappato allo scozzese, con tanto di 4 match point annullati, ha fatto impazzire il suo avversario, arrivando a rispondergli alle prime palle a 200 all'ora da fermo con i piedi sulla riga di fondo: riflessi da fotocellula.
Poi Andy è entrato nella sua tipica fase “faccia da moribondo”, con linguaggio del corpo da “sto in piedi per miracolo”, e come sempre quando fa così ha vinto comodo la partita. E ci sarebbe mancato altro, ma si è divertito molto meno di Stephane. Giocoliere.

Lo show di Roger
Sarò brevissimo: l'intera partita giocata da Roger Federer contro Jo-Wilfried Tsonga è un unico spunto tecnico. O meglio, ne propone talmente tanti (chissà, forse non ci siamo più abituati) dal rendere impossibile isolarne alcuni più di altri.
Giusto per capirci: terzo game, Roger già avanti di un break conquistato grazie a due accelerazioni lungolinea consecutive prima di rovescio, poi di dritto, cosa fa? Semplice, tre (TRE) palle corte vincenti, una dopo l'altra.
Da lì in poi, vale tutto. Discese a rete continue, tocchi in contropiede, smorzate, vincenti a tutto braccio, lob liftati, passanti, recuperi in controbalzo, qualunque cosa.
Oh, siam tutti d'accordo che con i due “mostri sacri” là davanti quasi sicuramente anche questo non basta, per questioni fisiche, di intensità, pressione, eccetera.
Ma insomma, Tsonga non sarà al massimo, però rimane un campione, uno che negli Slam si è tolto la soddisfazione di far fuori sia Federer stesso (Parigi 2013 e Wimbledon 2011) sia Nadal e Djokovic (proprio in Australia, 2008 e 2010). Non fargli vedere palla come stamattina qualcosa vorrà pure dire. Genius at work.

One-handed backhand appreciation corner
Alla stretta finale, gli Eroi danno il loro meglio. Due vittorie su due: raggiungono Stanislas Wawrinka ai quarti di finale i leggendari Roger Federer e Grigor Dimitrov. Si troveranno purtroppo opposti ai tre massimi rappresentanti della barbarie bimane (rispettivamente Djokovic, Murray e Nadal). Il destino potrà anche essere beffardo, ma la One-Handed Band venderà cara la pelle, e renderà onore alla memoria di tutti i campioni che hanno scritto la Storia del tennis impugnando eastern il rovescio a una mano. La resistenza è tutt'altro che inutile, cari i miei nipotini di Borg, e da gloriosi capitani della Flotta Stellare non ci faremo assimilare facilmente, né oggi né domani: che come sempre, sarà un altro giorno.

 

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(S)punti tecnici del giorno - day 1

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lucabaldi

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