ATP Madrid: Dimitrov di forza, Simon da neuro. Ok Kyrgios e Berdych

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ATP Madrid: Dimitrov di forza, Simon da neuro. Ok Kyrgios e Berdych

Bel successo del bulgaro sull’ostico Kohlschreiber. Due bagel, un tie-break e due match point annullati per il francese nel derby con Monfils. Tomas e Nick avanzano in due. Cuore Ferrer

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[12] G. Dimitrov b. P. Kohlschreiber 7-6(7) 6-4 (da Madrid, Ferruccio Roberti)

Vi era attesa per testare lo stato di forma di Grigor Dimitrov, 12 ATP, reduce da un ottimo inizio di 2017, nel quale era partito con 16 vittorie ed una sconfitta (attualmente è sesto nella Race to London) grazie alle vittorie a Brisbane e Sofia, oltre che alla semi di Melbourne persa di un soffio da Nadal. Il bulgaro era però ancora a secco di vittorie sulla terra nei tre tornei disputati sin qui ed in una serie nera aperta di quattro sconfitte consecutive. Lo attendeva, in una sfida inedita tra rovesci ad una mano, Philip Kohlschreiber, 37 ATP, quest’anno finalista a Casablanca, dove ha perso il titolo dopo aver avuto 5 match-point in finale: poteva incoraggiare Dimitrov osservare come il tedesco fosse un tennista mai troppo a suo agio sulla terra madrilena (nelle ultime 5 apparizioni aveva vinto solo un match). In una Arantxa Sanchez Arena che col passare dei minuti si farà sempre più gremita, sino a riempirsi quasi in ogni suo ordine di posto dalla fine del primo set in poi, sin dai primi minuti, nonostante il gran caldo madrileno (28° senza un alito di vento) Dimitrov e Kohlschreiber hanno dato vita una partita molto piacevole: entrambi cercavano il punto ed erano capaci di venirlo a prendere a rete o comunque ottenerlo con colpi spettacolari, che hanno più volte strappato di mano gli applausi al pubblico, nel quale era presente una folta e rumorosa truppa di tifosi bulgari, pronti a sventolare la bandiera del loro Paese ed a gridare “Grisha, Grisha” ogni qualvolta il loro beniamino si producesse in bei colpi.

Venendo alla cronaca del match, il primo ad affacciarsi avanti nel punteggio è stato Kohlschreiber, che, nel quinto game, risalendo da 40-15 sul servizio Dimitrov, trasforma la palla break dopo un lungo e spettacolare scambio di rovesci ad una mano incrociati. Il numero 12 del mondo però, non ci sta e subito controbrekka il tedesco e arriva ad avere due set point nel decimo game, ma con il servizio e con il coraggio sono annullati dal teutonico, che riesce ad allungare il primo parziale al tie-break: Dimitrov va avanti 6-3, ma ancora non basta al bulgaro per chiudere e così si cambia campo sul 6-6, quando Kohlschreiber con un dritto in rete, manda Grigor sul 7-6: occasione ancora sprecata. Bisogna attendere la settima palla set a favore del bulgaro per chiudere il set: Dimitrov la converte con un servizio vincente che chiude il primo parziale dopo 58 minuti di bel tennis. Quando, dopo il primo gioco del secondo set, Grigor strappa il servizio al tedesco, grazie a due dritti sbagliati, di cui uno deviato dal nastro, la partita sembra conclusa, ma nel sesto gioco il numero 12 del mondo si distrae, commette un paio di errori banali e si è così sul 3-3. L’inerzia dell’incontro sembra essere cambiata e Kohlschreiber, sul 4-3 in suo favore, si guadagna una palla break importante, annullata però da Dimitrov con uno spettacolare dritto incrociato che infiamma l’arena.Il bulgaro, scampato il pericolo ottiene il break nel gioco successivo e va a servire per il match sul 5-4 in suo favore: sembra finita, ma deve affrontare ancora un’altra palla break che un generoso Kohlschreiber si procura, ma col servizio ne viene fuori. L’ennesimo dritto sbagliato del tedesco, sul match-point a sfavore, regala, dopo 1 ora e 47 minuti di match, l’accesso al secondo turno a Dimitrov, autore di una prova altalenante, in cui ha fatto vedere tutto il suo talento, ma anche i suoi attuali limiti di continuità. Adesso lo attende il vincente della sfida tra Karlovic e Bautista Agut.

[16] N. Kyrgios b. M. Baghdatis 7-6(1) 6-4 (da Madrid, Ferruccio Roberti)

N​on vi erano molti dubbi ​riguardo all’​esito dell’esordio sulla terra rossa di Nick Kyrgios nel 2017: l’avversario, Marcos Baghdatis, n°64 ATP, pur dotato di un talento cristallino, sembrava un ostacolo troppo facile da superare anche ​in​ una​ delle classiche​ serat​e​ no del 22enne genio uterino di Canberra. Lo suggeriva, oltre che l’unico precedente di Miami 2016 (6-2 6-1 per l’australiano) il modesto rendimento del 31enne cipriota sulla terra rossa -unica superficie sulla quale ha ​in carriera ​una percentuale di vittorie inferiore al 50%​. ​​Un Baghdatis che, dopo il suo rientro nel circuito a seguito dell’infortunio al piede destro che l’aveva fermato dopo gli Australian Open, aveva perso tutte e tre le partite giocate, due delle quali contro assoluti carneadi come l’egiziano Moez Echargui, 799 ATP, (in Coppa Davis) ed il sud-coreano Soon Woo Kwon, 269 ATP, (nel Challenger di Taipei).
Kyrgios, del resto, nelle sue due precedenti apparizioni nella Caja Magica aveva sempre raccolto scalpi eccellenti: Roger Federer nel 2015 e Stan Wawrinka nel 2016, a dimostrazione che questi campi, sebbene sulla ancora non troppo famil​i​are terra rossa, non fren​ano​ le sue grandis​si​me potenzialità.

Il pubblico madrileno attende con grande curiosità l’esordio dell’australiano: l’Arena 3, il terzo campo per capienza della Caja Magica, non ha un sediolino libero ed assistiamo con i nostri occhi alle proteste del pubblico non lasciato entrare nell’impianto. Già dall’entrata in campo dinoccolante, quasi pigra, di Nick, si capisce che l’australiano ci metterà un po’ a carburare: anche nel riscaldamento, si concede gratuitamente vari colpi in mezzo alle gambe, propri di chi non è concentrato al 100% sulla partita. Il servizio, dirompente come sempre, ed il talento cristallino che gli fa uscire dalla racchetta colpi che alcune volte lasciano immobile Baghdatis, gli consentono comunque di non correre pericoli quando serve, ma​, contestualmente,​ fatica a leggere il servizio del cipriota, conquistando pochi punti in risposta. Il match scorre via molto veloce: dopo 24 minuti si è già sul 4 pari, ​in mezz’ora sul 5-5. Dopo 35 minuti di una partita molto strana, senza pathos, piu simile ad un’esibizione -per i tanti punti comunque bei visti- si arriva al gioco decisivo, dove Nick decide finalmente di ingranare le marce alte e, così, in un amen porta a casa il primo set, lasciando un solo punto nel tie-break a Baghdatis. Prima dell’inizio del secondo set, il ricorso al medical time-out ed il conseguente intervento del fisioterapista, spiegano in parte​ l’atteggiamento​ “conservativo” avuto sino a quel momento da Nick. Il secondo ​parziale segue lo stesso canovaccio del primo: ​s​ul 4 pari e servizio Baghdatis, ​però, ​Kyrgios arriva sul 40 pari con un paio di bei rovesci ed a quel punto ci pensa il cipriota con due gratuiti, uno di dritto ed uno di ro​v​escio, a mandarlo a servire per il match​.​​L’australiano​ non se lo fa ripetere​ due volte e​, con un serve and volley sul match point, chiude dopo 1 ora e 17 minuti la pratica​,​ accede​ndo​ al secondo turno​. Affronterà il vincente della sfida di domani tra​ Ryan Harrison, 47 ATP (1-0 i precedenti a favore del’australiano) e Bernard Tomic (i due aussie non si sono mai affrontati nel circuito): chiunque vinca, avversari più che alla portata per un Kyrgios apparso non al meglio e con il freno a mano tirato. Speriamo per lo spettacolo del torneo che si possa riprendere dai piccoli problemi manifestati quando, a fine primo set, ha chiamato il fisioterapista.

G. Simon b. [15] G. Monfils 0-6 6-0 7-6(0) (Emmanuel Marian)

Difficile parlare in modo compiuto di una partita in cui i contendenti, confusi come non sarebbe stato difficile prevedere analizzandone il precario inizio di 2017, si sono spartiti i primi due parziali accaparrandosi un seizero a testa. Se da Monfils certi andamenti schizofrenici non giungevano inaspettati, Simon, ancora incupito dalla beffa subita da Djokovic a Montecarlo, destava una certa preoccupazione. Il primo set ha visto i giocatori in campo scambiarsi le vesti abituali, con Gillou protagonista di numerose incomprensibili sventatezze e La Monf, novello ragioniere, solido dal fondo a raccoglierne i regali. La partita sembrava poter durare molto poco, ma le cose si sono capovolte nella seconda frazione, che ha visto Simon riproporre l’ossessivo ping pong della casa e Monfils giocare un punto per assentarsi nei quattro successivi. Lo score speculare demandava ogni decisione a un terzo parziale che Gael decideva di tornare a giocare: agevolato dai doppi falli otto e nove del nizzardo, Monfils si è avvantaggiato di un break nel secondo gioco, prima che, atterrando male in uscita dal servizio, la testa di serie numero 15 si procurasse un lieve infortunio al malconcio tendine d’Achille, comunque non sufficiente ad imporgli di abbandonare il match. La Monf ha in effetti fatto corsa di testa fino al 5-2 in suo favore, quando, con Simon al servizio, ha addirittura avuto a disposizione due palle per chiudere la questione, ma, sprecatele, i consueti demoni sono tornati a tormentarlo, inducendolo a divorare il vantaggio subito prima di naufragare in un tie break perso a zero. Simon, miracolato, sorbisce il suo brodino e il sorteggio potrebbe aiutarlo ulteriormente: affronterà Feliciano Lopez.

F. Lopez b. [Q] E. Escobedo 6-4 6-4 (Andrea Ciocci)

Lasciato il proscenio dalle bellicose reginette Bouchard e Sharapova, tocca al confronto latino fra il caliente NextGen Ernesto Escobedo, passato dalle qualificazioni, e l’eterno Feliciano Lopez. Californiano il primo, ma con ascendenze messicane. Di Toledo e madrileno per residenza il secondo, 35 anni e tanto tennis classico alle spalle. Scontro stilistico e generazionale. Il 20enne losangelino, giustiziere di Isner a Houston, non parte benissimo, subendo il break sull’1-1 e dimostra una certa propensione all’errore non forzato. Per contro, l’iberico è molto centrato, sopratutto con servizio e dritto. Sul 5-3 Escobedo annulla due set point, con la collaborazione di Lopez. Tutto rimandato di un solo gioco, con lo spagnolo che si aggiudica per 6-4 una frazione dove è stato, lui esponente del serve and volley, il più regolare. Nuovo set, stesso copione. La giovane speranza USA non vede il campo e concede immediatamente il break. Da rivedere, sopratutto il footstep, che non adatta minimamente al mattone tritato. Prova ne sia il mancato ricorso alle classica scivolata laterale. Il buon Feliciano fa il suo e si procura due matchpoint sul 5-3. Annullati con coraggio da Ernesto (il secondo addirittura con un ace di seconda). Che però sa di avere il destino segnato. Un perfetto gioco finale consente a Lopez di passare il turno e affrontare Gilles Simon. Le ambizioni di Escobedo, incapace di procurarsi una sola palla break in tutto il match, subiscono un ridimensionamento. Sulla terra, l’americano dovrà prendere qualche ripetizione. Per sua fortuna, potrà farlo già a partire dalla prossima settimana.

[11] T. Berdych b. [Q] D. Istomin 6-4 6-4 (Diego Serra)

Vince facile Tomas Berdych in due set contro Denis Istomin: vittoria del resto anticipata dai precedenti tra i due, con 5 vittorie a zero di Tomas, su tutte le superfici, ultima qui a Madrid l’anno scorso. Primo set molto equilibrato con Istomin che tiene il ritmo di Berdych e serve bene, vincendo il primo game a zero.  Giocano bene entrambi nei propri turni di battuta, ma raramente mettono in difficoltà l’avversario con la risposta. Fino al quinto game, dove si contano le prime due palle break dell’incontro, sul 15-40, e la seconda è già fatale a Istomin. Poi portare via il servizio al ceco oggi è impossibile, e Istomin non ha doti in palleggio per poterlo mettere in difficoltà. Si chiude per 6-4. Secondo set fotocopia del primo, stavolta la palla break è una e sempre nel quinto game, di nuovo fatale a Istomin che sparacchia malamente col dritto. Di nuovo troppo facile per Berdych arrivare alla fine del match, senza offrire una possibilità all’avversario. A Istomin rimane il rammarico di aver perso servendo bene e subendo solo due break. Berdych ora aspetta Haase.

D. Ferrer b. [Q] M. Kukushkin 2-6 7-6(1) 6-4 (Matteo Orlandi)

Certo, gli anni passano inesorabilmente e il serbatoio segna ormai un perenne rosso. Eppure per David Ferrer il tempo di perdere su terra da un giocatore come Mikail Kukushkin non è ancora arrivato. Il russo naturalizzato kazako proveniva dalle qualificazioni (dove aveva sorpreso Coric) e nelle sei occasioni in cui aveva incrociato i guantoni contro Ferru, aveva raccolto altrettante sconfitte: il Ferrer attuale però è lontano parente del giocatore in grado di arrampicarsi fino al terzo posto del ranking mondiale e il primo set odierno ne è lampante testimonianza. Lo spagnolo concede palle break in tre turni di servizio su 4, perde due volte la battuta e cede con un rapido e desolante 6-2, mostrando una mobilità quasi indecorosa per un giocatore dai suoi trascorsi. Il secondo set inizia sulla falsariga del primo, con un Ferrer falloso e incapace di fare male all’avversario: arriva infatti nel terzo game il break che sembra consegnare la partita e la prima vittoria a Madrid al numero 77 del mondo. Qui però, l’incontro cambia volto. Il pubblico chiama la reazione e Ferrer di puro orgoglio, prova a chiedere di più al suo tennis: gli scambi si allungano ad allungano e piano piano iniziano ad arrivare anche i gratuiti di Kukushkin, decisamente non un terraiolo provetto. Il valenciano piazza il controbreak e trascina il match al tie break. Kukushkin, nonostante una sostanziale sensazione di controllo sul match e un rendimento più che buono al servizio, cede di schianto nel tie break, perso per 7 punti a 1. Nel terzo set l’inerzia della partita pende ormai verso Ferrer, che da vecchia volpe intuisce il momento di sbandamento dell’avversario e strappa il servizio in avvio di parziale. Il break iniziale è sufficiente a David per portare a casa la partita, dopo due delicate palle break salvate sul 4-2: il terzo match point è quello buono per chiudere una partita piena di errori da ambedue le parti e decisamente poco spettacolare. Ora per Ferrer c’è il vincente del match tra Tsonga e Kuznetsov. Le prospettive sul futuro non possono essere rosee, ma di certo sui suoi campi Ferru venderà cara la pelle fino alla fine.

Gli altri incontri (Giovanni Vianello)

Nel primo match sul campo 4, Haase fa valere la propria maggior consistenza da fondo e passa il turno sconfiggendo il gioco vario ma piuttosto falloso di Evans in due set. Al termine di quasi tre ore di lotta, Marius Copil sconfigge 11-9 al tie-break del terzo set Guillermo Garcia-Lopez, in una partita degna di nota anche perché si sfidavano due rovesci ad una mano. Florian Mayer vince in due set su Marcel Granollers. A sorpresa sul campo 4 Nicolas Mahut si guadagna un posto nel secondo turno sconfiggendo la t.d.s. 14 Jack Sock, che quest’anno ha fatto semifinale a Indian Wellsnel 2015 strappò un set a Nadal al Roland Garros. Il match si è aperto senza particolari sussulti, nei primi nove game si vede una sola palla break (a favore di Sock). Lo statunitense tuttavia nel decimo gioco ha un black-out e perde la battuta a 30, così il francese si aggiudica il primo parziale. Nel secondo set non c’è storia, Sock è dirompente e talvolta anche irridente nei confronti dell’avversario; la frazione si conclude 6-0 per lo statunitense e si va così al terzo. Il set decisivo giunge al tie-break; il tredicesimo gioco conferma la distrazione odierna di Sock, che si trova due volte avanti di un minibreak, ma poi perde 7-4. In un incontro rocambolesco, Cuevas elimina Bellucci 8-6 al tie-break del terzo. Nel primo set l’uruguayano annulla diversi set-point sul 5-4 per il brasiliano, poi si impone nettamente al tie-break; nella seconda frazione Bellucci opera un break nel primo game e poi mantiene il vantaggio fino a termine set, forzando la partita al set decisivo. Nel terzo set Bellucci serve per il match sul 6-5, ma Cuevas non si arrende e si giunge al tie-break, che vede l’uruguayano andare avanti 6-2 ma sprecare malamente i 4 match-point consecutivi, chiudendo tuttavia alla quinta palla-partita. Infine, sulla “Pista 5”, Jared Donaldson si sbarazza piuttosto agilmente di Adrian Mannarino in due set.

Risultati:

[12] G. Dimitrov b. P. Kohlschreiber 7-6(7) 6-4
[WC] M. Copil b. [WC] G. Garcia-Lopez 7-6(6) 4-6 7-6(9)
R. Haase b. D. Evans 7-5 6-2
[11] T. Berdych b. [Q] D. Istomin 6-4 6-4
D. Ferrer b. [Q] M. Kukushkin 2-6 7-6(1) 6-4
F. Mayer b. M. Granollers 7-5 7-5
G. Simon b. [15] G. Monfils 0-6  6-0 7-6(0)
P. Cuevas b. [Q] T. Bellucci 7-6(2) 4-6 7-6(6)
N. Mahut b. [14] J. Sock 6-4 0-6 7-6(4)
[LL] J. Donaldson b. [Q] A. Mannarino 7-5 6-3
[16] N. Kyrgios b. M. Baghdatis 7-6(1) 6-4
F. Lopez b. [Q] E. Escobedo 6-4 6-4
[15] J.W. Tsonga b. [Q] A. Kuznetsov 7-6(5) 6-7(5) 7-5

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