Thiem domina Zverev: terza semifinale di fila al Roland Garros

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Thiem domina Zverev: terza semifinale di fila al Roland Garros

PARIGI – Questa volta non c’è nessuna possibilità di rimonta per Zverev: Thiem controlla l’incontro dall’inizio alla fine. Per l’austriaco adesso Cecchinato

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[7] D. Thiem b. [2] A. Zverev 6-4 6-2 6-1 (da Parigi, il nostro inviato)

Di sicuro Fabio Fognini non aveva tutti i torti quando criticava il Can-can creato ad arte dall’ATP – che dal canto suo ha fatto benissimo perché fa parte del suo mestiere – sulla Next Gen. Dominic Thiem, con la terza semifinale consecutiva a Parigi, è ampiamente parte di questa generazione (lo era già anche ieri), mentre Alexander Zverev ricade nell’inattesa critica del Fogna. Oggi è stato dominato da una delle versioni più autorevoli del cyborg austriaco: la prova perfetta di oggi segna una distanza col tedesco fin troppo grande per essere vera, che non si spiega solo con la maggior esperienza nei turni clou degli Slam. Sascha ha pagato i tre match precedenti vinti solo al quinto set (l’ultimo che aveva giocato e vinto tre match di fila al quinto era stato Tommy Robredo nel 2013).

È questa la più grande differenza tra un campione affermato e uno del futuro: Rafa Nadal insegna e ha insegnato che i match da vincere 6-2 6-1 6-0 si vincono esattamente con quel punteggio (al limite lasciando all’avversario due game in più nel primo set), perché ogni goccia di sudore in più lasciata sul campo si rischia di pagarla nel prosieguo del torneo (non è casuale il nome Internazionali di Francia, sette partite in 15 giorni sono un effettivo campionato). Così si spiega il ricorso al fisioterapista sullo svantaggio di 4-1 nel secondo set – con conseguente fasciatura della coscia sinistra – quando ormai i buoi erano già fuggiti dalla stalla di Zverev. In quel momento, spiegherà poi il tedesco in conferenza, le speranze di fare anche solo partita pari erano già state accantonate: “Sapevo che non avrei potuto vincere la partita, non avevo speranze. Potevo a malapena muovermi e non riuscivo a servire. Non potevo fare letteralmente nulla ma ho voluto comunque lottare fino alla fine e dare il giusto credito a Dominic, che merita la semifinale. Volevo chiudere con una sconfitta e non con un ritiro“.

EQUILIBRIO ETERNO FINCHÉ DURA – L’avvio del match era come ci aspettavamo, una battaglia di alto livello e poche emozioni, all’insegna della sostanza e con poco spazio alla fantasia. Certo, con Dominic e Sacha la mettiamo sempre su questo piano, ormai stucchevole, anziché apprezzare l’eccezionale costanza dei due terraioli più forti in circolazione tolto Nadal. Non è un problema solo di questa testata, infatti un noto collega compatriota non ci risparmiava la sagace ironia: “Goditi questi due mentre noi andiamo da Cecchinato!” (tentativo a vuoto: Thiem ha fatto in fretta e i due incontri si accavalleranno solo per l’inizio del primo set). Nel frattempo l’equilibrio veniva rotto dal fatidico settimo game, nel quale Thiem cominciava a scavare un solco sempre più grande. Con un passante monumentale sul 15-40 si prendeva il break di vantaggio, portato fino al 6-4 come un convoglio ferroviario che ogni giorno spaccava il minuto nel giungere a Vienna dopo aver costeggiato il Danubio (Thiem perdeva solo 7 punti alla risposta, due per doppio fallo). Il cielo plumbeo e opaco sullo Chatrier era in linea con l’entusiasmo della parte di pubblico né tedesca né austriaca.

COMINCIA L’AGONIA – Nel secondo set un doppio fallo nel momento sbagliato e una pessima volèe del campione 2018 di Monaco e Madrid regalavano al semifinalista 2016 e 2017 un nuovo vantaggio, poi legittimato da tre punti a rete consecutivi (il primo per annullare l’unica palla break di Zverev), prima che questi prendesse il largo sfruttando i troppi errori dell’avversario. Dopo poco più di 70 minuti, il match sembrava segnato.

EPILOGO SOLIDO E REGOLARE – E lo era. Il terzo si collocava, in modo del tutto naturale, come conclusione dei primi due. Fin troppo, perché il tedesco aveva bisogno della miglior volée (all’incrocio delle righe) per scongiurare la fine toccata l’anno scorso a Novak Djokovic, cui toccò ingoiare un tremendo bagel finale. Il match si concludeva al terzo match-point, con Sascha che si guadagnava oltre all’onore delle armi gli applausi convinti del pubblico dello Chatrier, ripagato (più o meno…) dell’elevato prezzo del biglietto da due prodigiosi salvataggi su smash del ventiquattrenne di Wiener-Neustadt. In semifinale lo attende la sorpresa del torneo: il nostro Marco Cecchinato.

Il tabellone maschile

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