Dopo l’enorme regalo che ieri Denis Shapovalov ha fatto ai tifosi italiani battendo Monfils a Bercy e mandando così Matteo Berrettini alle Finals, il canadese si è concesso poi un piccolo “sgarro” annunciando il ritiro dalle ATP Next Gen Finals che lo vedevano come testa di serie numero 1 e protagonista più atteso. Il torneo milanese giunto alla terza edizione è stato da poco presentato ufficialmente, ma il cambio di sede all’Allianz Cloud (ex PalaLido) e le altre novità, evidentemente non sono state sufficienti a tenere alto l’appeal della competizione.
Con queste parole pubblicate su Twitter, Denis ha comunicato la sua scelta, senza toccare l’argomento durante la conferenza stampa post-vittoria contro Monfils: “Mi dispiace per tutti i miei tifosi che non potranno incontrarmi a Milano. Ero molto contento all’idea di venire e giocare ma purtroppo sarebbe una cosa troppo difficile per me da gestire. Ho avuto un finale di stagione fantastico dove ho giocato più partite di quanto mi aspettassi. Io e il mio team abbiamo deciso che è meglio riposare dopo Parigi perché il mio corpo non sarebbe in grado di reggere per un’altra settimana. Grazie mille per il sostegno”.
A pochi giorni dall’inizio del torneo non è certo una bella notizia ma quantomeno va apprezzata l’onestà del n. 28 del mondo (che oggi scenderà in campo contro Nadal nella semifinale di Bercy), il quale per motivare la sua assenza non è ricorso a infortuni last minute bensì ha ammesso di sentirsi semplicemente stanco. Il suo posto verrà presto dallo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, decimo nella Race to Milan.
Sempre via Twitter, Shapovalov è tornato a esprimersi sull’eccessiva lunghezza del calendario, e lo ha fatto avallando un commento di Andy Roddick. L’ex tennista americano, con la sua consueta ironia, ha risposto a Gerard Piqué (fautore della nuova Coppa Davis) che si auspica in futuro un evento per nazioni dalla durata di due settimane. Roddick con sarcasmo ha replicato: “Dovremmo assolutamente aggiungere altre settimane al calendario tennistico. In passato abbiamo visto quanto sia stato facile. Non si tratta affatto di un problema che esiste da 25 anni”. E Shapovalov, che non può far altro che dargli ragione, ha aggiunto: “Sono d’accordo, bisogna fermare la cosa“.
