Shapovalov, la vittoria più italiana: demolito Monfils, Berrettini è alle Finals

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Shapovalov, la vittoria più italiana: demolito Monfils, Berrettini è alle Finals

PARIGI – Il canadese vola in semifinale a Bercy ma soprattutto decide la corsa alle Finals: l’ultimo qualificato è Berrettini, 41 anni dopo Barazzutti

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Denis Shapovalov - Bercy 2019 (foto via Twitter, @RolexPMasters)
 

D. Shapovalov b. [13] G. Monfils 6-2 6-2 (da Parigi, il nostro inviato)

Un’intera nazione tennistica alle sue spalle, forse ancor prima della sua di provenienza: Denis Shapovalov non ha deluso le aspettative dei canadesi e soprattutto degli italiani battendo nettamente in due set Gael Monfils, in corsa con Matteo Berrettini per raggiungere l’ottavo e ultimo posto alle ATP Finals 2019. In virtù di questa sconfitta è proprio il tennista italiano a guadagnare il pass per Londra, dove rappresenterà l’Italia che manca a questa competizione da ben 41 anni. Nel 1978 fu Corrado Barazzutti a qualificarsi per il Masters di fine anno che si giocò al Madison Square Garden di New York.

Finalmente, quindi, per Matteo Berrettini e i suoi tifosi è tempo di esultare. Il grande anno del tennis maschile italiano si chiude dunque con la tanto attesa ciliegina, che si è rivelata inaspettatamente… canadese. La lunga rincorsa alle ATP Finals di Berrettini è stata difficile, appassionante e piena di colpi di scena, ma al fotofinish l’azzurro ce l’ha dunque fatta. Nell’aver centrato questo prestigioso traguardo, il tennista romano deve tanto agli ultimi straordinari sei mesi, durante i quali cinque volte si è imposto su avversari compresi nella top 10 e ha vinto due titoli su due superfici differenti (la terra di Budapest e l’erba di Stoccarda). A testimonianza della sua completezza e competitività su ogni superficie, ha soprattutto raggiunto anche due storiche semifinali su condizioni di gioco ancora diverse da quelle dei tornei vinti. Ha infatti giocato benissimo sul cemento all’aperto: di peso specifico diverso tra loro, ma ha conquistato due semifinali entrambe importantissime, a settembre allo US Open e lo scorso mese al Masters 1000 di Shanghai

Un ringraziamento Matteo – ragazzo umile e beneducato – in cuor suo lo rivolgerà anche a Denis Shapovalov: il mancino canadese ha giocato questo quarto di finale solo per sé stesso e per il raggiungimento del best career ranking che la vittoria di stasera gli ha garantito. Tuttavia, senza il suo aiuto, come tutti gli appassionati italiani sanno, Gael Monfils avrebbe scavalcato Berrettini nella Race, relegando l’azzurro a un comunque prestigioso ruolo di “riserva” dei magnifici otto. Shapovalov sarà a Milano la settimana prossima per le Next Gen Final: chissà che gli applausi calorosi che avrebbe comunque ricevuto dai milanesi, non lo saranno ancora di più per questo favore fatto al nostro giocatore.

LA PARTITA – Una AccorHotels Arena gremita non è bastata a dare una spinta decisiva a un Monfils rigido e spento, visibilmente bloccato dalla tensione, che ha ricordato molto da vicino quello visto ieri in ottavi contro Albot. Shapovalov però non è il moldavo, ha un talento di ben superiore caratura – le vittorie ai danni di Fognini e Zverev – sono lì a testimoniarlo – e vive settimane di grazia, come accaduto a Stoccolma quattordici giorni fa. Albot, avanti di un set e di un break, ieri si era sciolto sul traguardo, ma il mancino canadese si è comportato in maniera ben diversa. Denis ha fatto in modo che non ci fosse mai partita e che il pubblico francese non divenisse mai un fattore in grado di scuotere Monfils.

Gli errori gratuiti del francese – alcune volte marchiani – e i vincenti di Shapovalov hanno aperto un divario tale da togliere ogni pathos alla partita, che non ha veri momenti da raccontare, non essendo stata mai tale dal terzo gioco, quando Monfils per la prima volta ha perso il servizio. Dopo 26 minuti il canadese chiude così il primo set con un ace e, dopo altri venti, si trova avanti 4-0 nel secondo. Shapovalov ha fretta di chiudere e risparmiare energie (affronterà il vincente della sfida tra Nadal e Tsonga) e non si distrae: a 20 anni compiuti lo scorso aprile, guadagna la sua quarta semifinale in un Masters 1000. Chiude in 59 minuti con 6-2 6-1 nettissimo che fa felice il tennis italiano, forse prima ancora che quello canadese.

NOTA DI UBALDO41 anni fa era stato Corrado Barazzutti e 44 anni fa Adriano Panatta a giocare il torneo dei Maestri. Nessun dei due vinse un match. Barazzutti (9-13 gennaio 1979) al Madison Square Garden di New York perse 6-4 6-4 da Dibbs, 7-6 6-4 da Gottfried, 3-6 6-3 6-4 da Ramirez. Avevo visto perdere anche Panatta a Stoccolma (30 novembre-7 dicembre ’75) al mio primo Masters: da Orantes 6-4 7-6, da Ashe 7-6 6-3, da Nastase 7-6 3-6 6-0. Gli otto a Londra saranno Nadal, Djokovic, Federer, Medvedev, Thiem, Tsitsipas, Zverev e Berrettini.

Il tabellone completo con tutti i risultati

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