C’è il tennis dei top player, quello delle seconde schiere, e quello delle maestranze. Investite dagli effetti devastanti del coronavirus sui livelli occupazionali. Secondo il sito Open Court, Tennis Canada avrebbe messo a punto un pesante piano di tagli occupazionali. Il venerdì nero della federazione sarebbe il 5 giugno, giorno in cui il 70% degli impiegati a tempo indeterminato verrà licenziato. Il 40% definitivamente, mentre il 30% verrebbe riassunto dopo l’estate, in previsione delle edizioni 2021 dei tornei di Toronto e Montreal. Come se non bastasse, il 30% che manterrà il posto di lavoro subirà per tutto il 2020 una riduzione dello stipendio che va dal 10% al 25%.
Tennis Canada intenderebbe percorrere la strada degli aiuti governativi, anche in ragione del fatto che in passato ha fatto un ricorso minore a questo strumento rispetto ad altre federazioni. I tagli colpiranno tutti i settori, ma riguarderanno in particolare il senior management e il national coaching team. L’effetto domino coinvolgerà ovviamente anche le federazioni provinciali. Una struttura molto ben organizzata, capace negli ultimi anni di scovare e coltivare la meglio gioventù: Shapovalov e Auger-Aliassime al maschile, Andreescu ma anche la giovanissima Leylah Fernandez al femminile.
D’altronde, l’annullamento del torneo WTA di Montréal comporterà un buco nel bilancio 2020 di circa 25 milioni di dollari canadesi, che i sanguinosi tagli occupazionali ridurrebbero a 17. Che sia segno di ammirevole ottimismo o di scarso realismo, le residue speranze di frenare l’emorragia restano appese al Masters 1000 di Toronto, ancora nella martoriata agenda 2020. Per quanto?
