Hubert Hurkacz non ha problemi ad ammetterlo: per buona parte della semifinale del 1000 di Montreal di ieri Casper Ruud gli è stato superiore. Lo ha detto esplicitamente al norvegese a fine match e lo ha ribadito in conferenza stampa. Ribaltare una partita (Hubi era sotto di un set e di un break) in cui il tuo avversario sta giocando alla grande e senza cali evidenti di quest’ultimo significa, però, avere una grande testa.
Un pizzico di fortuna poi – si sa – non guasta mai e il polacco l’ha trovato quando il nastro ha reso vincente una sua risposta sulla palla break in apertura di terzo set. Ma, insomma, Hurkacz ha meritato la vittoria per la capacità di rimanere mentalmente in partita e di trovare le soluzioni giuste: “Ho pensato che dovevo restare lì aggrappato e cercare una soluzione. Essere aggressivo, cercare di sfruttare ogni opportunità per spingere e mettere così Casper in situazioni meno comode per lui, e ovviamente la battuta mi ha aiutato alla fine”.
Del resto, Hubi sa di poter contare su questa arma: “Ero convinto di poter colpire un gran servizio nei momenti importanti. Cerco semplicemente di focalizzarmi su alcuni dettagli che rendono migliore la mia battuta”. Domani si giocherà il titolo con Carreno Busta. Sarebbe il suo secondo ‘mille’ dopo quello dell’anno scorso a Miami: “Cercherò di usare l’esperienza di quella partita e qualsiasi cosa possa servirmi per vincere”.
D: È stata una montagna russa di emozioni per te oggi?
Hurkacz: Decisamente sì, Casper stava giocando benissimo. È stato il migliore nella prima metà della partita, stava giocando nettamente meglio di me. Io ho provato a trovare delle soluzioni.
D: Hai fatto degli aggiustamenti sul servizio tra il primo e il secondo set? All’inizio giocare la seconda sul rovescio di Casper non stava funzionando, poi sì. Cosa hai cambiato?
Hurkacz: Penso che nel secondo e nel terzo set sono riuscito a piazzare meglio la seconda di servizio rendendo meno facile la risposta a Casper.
D: Il nastro vincente è stato un punto di svolta per te, nella tua testa?
Hurkacz: Penso di essermi messo nelle condizioni giuste già prima. Lui era avanti di un set e di un break, poi ho iniziato a trovare un buon ritmo e l’inerzia è gradualmente passata dalla mia parte. Sicuramente quello è stato un colpo fortunato in un momento importante: succede. Ma in quel frangente stavo provando ad essere aggressivo e infatti ho risposto spingendo, quindi sono contento che la scelta abbia pagato. Ovviamente non puntavo a colpire il nastro, ma così è anche più facile ottenere un vincente (ride, ndr)!
D: È la tua sesta finale ATP e hai vinto le prime cinque. Cosa ti rende fiducioso quando arrivi a giocarti una finale?
Hurkacz: Cerco semplicemente di dare a me stesso le opportunità più grandi. Provo ad arrivare ben preparato e a competere nella maniera più convinta possibile. Sono stato fortunato a vincere le prime finali che ho giocato, ma domani sarà una partita nuova, ostica.
D: Come ti stai gestendo a livello fisico? Stai giocando anche il doppio (Hubi ha poi perso la semifinale con il connazionale Zielinski).
Hurkacz: Farò delle sessioni con il mio fisioterapista, ma ho lavorato molto duramente e penso di sentirmi ancora abbastanza bene a livello fisico.
D: Come ti possono aiutare i match di doppio per il singolo?
Hurkacz: Credo che mi abbiano reso un giocatore migliore in risposta e anche nella capacità di prendere decisioni in breve tempo. Ci divertiamo molto con il mio amico Jan, ci conosciamo da quando avevamo nove anni e ora abbiamo l’opportunità di giocare negli eventi più importanti del mondo.
