ATP Finals, Ram: “Deluso, mi ero guadagnato il posto in Coppa Davis”. Salisbury: “Sei un gran colpitore pigro”

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ATP Finals, Ram: “Deluso, mi ero guadagnato il posto in Coppa Davis”. Salisbury: “Sei un gran colpitore pigro”

Un altro trofeo importante in bacheca per Ram e Salisbury che scherzano dopo la finale vinta: “A volte Rajeev mi irrita”. “Joe, sempre in ritardo”

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Rajeev Ram e Joe Salisbury – ATP Finals 2022 (foto via Twitter @atptour)
 

Rajeev Ram e Joe Salisbury hanno messo in bacheca un altro titolo pesante battendo in due set Pavic/Mektic e non nascondono la loro gioia. Tra l’elenco di pregi e difetti reciproci, spunta però l’amarezza dello statunitense per la mancata convocazione in Coppa Davis. Un po’ come per Sergi Bruguera che proprio non ha considerato il tennista di casa Davidovich Fokina, la squadra Usa va in Spagna incompleta piuttosto che chiamare il numero 3 del mondo nel doppio. Speriamo di avere l’occasione di chiedere a Mardy Fish il motivo di tale esclusione, magari dopo averli sconfitti – anche senza Berrettini e Sinner – al doppio decisivo . Ma cominciamo con le domande di rito… Ecco le parole in conferenza stampa del duo vincitore a Torino.

D. Joe, sei il primo britannico a vincere questo titolo. Rajeev, tu sei il diciottesimo americano. Cosa significa?

Joe Salisbury: “È molto speciale dopo esserci andati vicino un paio di volte, anche di più per essere il primo brit. Eravamo in tre questa settimana [Skupski e Glasspool]. Sono certo che ce ne saranno altri.”

Rajeev Ram: “Era uno dei nostri più grandi obiettivi. Ci dà una grossa spinta verso la prossima stagione, ma ce lo godremo più a lungo possibile perché è un torneo speciale da giocare e ovviamente da vincere.”

D: Giocate insieme da parecchio, avete vinto nove titoli. Qual è il segreto del vostro successo?

JS: “Non credo ci siano segreti a parte il fatto che ci troviamo bene insieme. Lavoriamo, sodo, abbiamo una squadra fantastica.”

D. La migliore qualità del tuo compagno e quella che non sopporti, in campo e fuori?

RR: “Come tennista, la sua capacità di giocare bene nei momenti decisivi è incredibile. Come oggi, penso che abbia giocato uno dei migliori match della stagione e forse da quando siamo insieme. Fuori dal campo, è uno di quelli con cui è più facile lavorare perché cerca sempre di migliorare, sé stesso e anche me. La qualità peggiore? A volte arriva in ritardo, ma va bene (sorride). È gestibile.”

JS: “La cosa migliore di Rajeev è essere sempre equilibrato, logico, razionale. Mi aiuta quando ho alti e bassi, sento l’emozione. Con tutta la sua esperienza nel Tour, sa come gestire ogni situazione che ci si presenta. Ed è un giocatore fantastico, un gran colpitore. Vorrei colpire la palla pulita come fa lui. Ci lavoro, ma non so se succederà mai (sorride). La peggiore… è un po’ pigro a volte, ma sempre in senso positivo. Come quando sto lavorando in modo intenso sul campo, non colpisco bene la palla e lui è dall’altra parte senza neppure muovere i piedi e la colpisce perfettamente. A volte mi irrita (risata).”

D. Insieme avete vinto Australian Open, US Open, dei Masters 1000, mancava questo. Cosa pensavate all’inizio della settimana? Quanto ne siete felici?

JS: “È il titolo più importante nel Tour ATP. Era in cima alla lista di quelli che volevamo vincere.”

RR: “Lo stesso vale per me. Abbiamo programmato la stagione per cercare di vincere i titoli più importanti e questo è uno di quelli.”

D. Programmi per le prossime sei settimane?

RR: “Credo che faremo cose un po’ diverse per via della differenza di età (sorride). La parte positiva è che entrambi sappiamo di cosa abbiamo bisogno per essere al meglio all’inizio del prossimo anno.”

JS: “Ci prenderemo una pausa, poi riprenderemo ad allenarci.”

D. Sei deluso per non essere nella squadra Usa a Malaga?

RR: “Molto deluso. Ho lavorato tanto per aiutare la squadra ad arrivarci. Sentivo di essermi guadagnato il posto, quindi sono rimasto piuttosto sorpreso quando non sono stato scelto e ancora di più quando vanno là con quattro giocatori invece di cinque. Quella è stata la scelta. Ma di sicuro speravo di essere in squadra.”

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