TENNIS FLASH – Il presidente della Federtennis Angelo Binaghi commenta le gesta di Fabio Fognini in quel di Shanghai. L’introduzione di un ‘codice etico’ sul modello del calcio, auspicato da molti come possibile rimedio alle escandescenze del ligure, per Binaghi non pare essere una soluzione efficace
L’ennesimo gesto inconsueto di Fabio Fognini non è bastato a far propendere il presidente della FIT Angelo Binaghi ad intervenire in nome della Federazione per sanare il sanabile. A Shanghai dopo la sconfitta con Wang, Fabio ha mostrato al pubblico il dito medio. Ad Amburgo aveva insultato (e poi si era prontamente scusato però) Filip Krajinovic. A Montecarlo contro Tsonga, preso dal nervosismo, aveva iniziato a prendersela pesantemente con il suo angolo e con il padre. La verità è che ne potremmo raccontare mille altre. Ma Binaghi cerca di spegnere le polemiche gettando acqua sul fuoco:
“Il gestaccio di Fognini? Ho parlato con lui, nel suo gesto non c’è cattiveria, malafede, spirito di fare dei danni, c’è un momento di sana follia che è avvenuto troppo spesso in questa ultima parte dell’anno, perché nella prima parte, dove giocava meglio, gli episodi si erano rarefatti. Dicevo che le `fogninate´ sarebbero continuate, ma è un atteggiamento che deriva dal nervosismo, perché non riesce a giocare il suo miglior tennis. Fabio sa benissimo cosa vuole la federazione, e cosa il tennis in Italia si aspetta da lui”.
“Chi gli sta vicino – Binaghi aggiunge – non deve cercare attenuanti e scuse e lo deve aiutare a capire la gravitĂ di certi atteggiamenti che nuocciono al suo tennis, a lui e ai suoi risultati”.
Sull’introduzione di un possibile codice etico che possa mettere in dubbio un’eventuale convocazione di Fognini in Coppa Davis in futuro, Binaghi non pare fiducioso:
“Non mi sembra ci siano le condizioni, un conto è il calcio e uno è il tennis, dove i giocatori sono soggetti a regole e sanzioni di Atp e Wta. La federazione nel tennis non può incidere come in altri sport, ma noi facciamo parte del Coni e come altre federazioni i tesserati sono soggetti al codice etico, uguale per tutti, che non ha fatto Prandelli, ma lo ha approvato il Consiglio nazionale del Coni“.
Ma allora cosa bisogna fare? Lasciare Fognini a se stesso e sperare nella fulminazione sulla via di Damasco?
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