Dal nostro inviato ad Umago
[2] L. Darderi b. C. H. Tseng 7-5 6-0
In un torneo che ha visto perdere i nomi più noti ancora prima di iniziare (Tsitsipas, Hurkacz, Griekspoor e infine ieri, a poche ore dall’inizio del torneo di doppio, anche Jamie Murray: un attacco febbrile lo ha messo k.o., e così il “doppio da Grande Slam” – come qui era stata definita la coppia composta dallo scozzese e da Ivan Dodig – ha dovuto dare forfait), Luciano Darderi, fresco vincitore di Bastad, rappresenta uno dei giocatori di maggior richiamo per gli appassionati accorsi alla 35ª edizione del Croatia Open. Ancora di più dopo la clamorosa uscita di scena del campione in carica Cerundolo, sconfitto nel primo match di giornata sul Centrale di Umago dallo spagnolo Taberner per 7-5 al terzo dopo quasi 3h e mezza di gioco.
Nel suo match d’esordio, iniziato con notevole ritardo proprio a causa del prolungarsi dell’incontro tra il n. 1 del seeding e il 27enne valenciano, Darderi ha sfidato Chun-Hsin Tseng, giustiziere al primo turno di Giulio Zeppieri. E dopo un primo set equilibratissimo, deciso da un passaggio a vuoto del tennista di Taipei quando già tutti pensavano si arrivasse al tie break, il n. 46 del mondo ha alzato i giri del motore e chiuso con un bagel che ne consolida il ruolo di primo favorito del torneo croato.
Primo set: Tseng cede sul più bello
Sarà perché ha appena visto perdere l’altro grande favorito del torneo, sta di fatto che l’avvio del match vede Darderi un po’ nervoso: brontola verso il suo angolo dopo un paio d’errori e sfoga la frustrazione sulla pallina dopo un drop shot vincente di Tseng. Ed è proprio il 23enne di origini argentine a trovarsi per primo davvero in difficoltà, nel quinto game, quando concede due palle break. Le annulla però con autorità, senza concedere una vera e propria chance al suo avversario. I due giocatori spingono entrambi con continuità da fondo campo, ma non lesinano sulle palle corte. Darderi prova così a smuovere l’avversario dalla sua zona di comfort, consapevole di quanto Tseng sia solido nella difesa da lontanissimo (praticamente dai teloni). Dal canto suo, il n. 101 del mondo prova ogni tanto a variare il ritmo e le soluzioni, anche per compensare una palla non particolarmente pesante. Con il calar del sole, il caldo afoso del pomeriggio è svanito e le condizioni sono ora molto più gradevoli per i giocatori (e per gli spettatori). Ma d’improvviso, quando si pensa che il tiebreak sia la giusta conclusione del parziale, Tseng commette qualche errore di troppo nell’undicesimo game e si complica la vita— bruttissimo un errore di dritto al volo a campo aperto, che gli sarebbe valso il 6-5 — e Darderi ne approfitta subito, brekkando alla prima occasione. Il n. 46 ATP poco dopo sigilla con uno smash il gioco successivo, che gli vale il 7-5 con cui incamera il primo set dopo un’ora di gioco.
Secondo set: Darderi show
Sull’inerzia del finale del primo set, Darderi si procura subito due palle break: le spreca, ma poi si guadagna una terza chance e, continuando a spingere con decisione da fondo campo, costringe alla resa uno stoico Tseng, che aveva provato a resistere con tutte le sue forze. Le tribune si sono progressivamente riempite, anche in vista del match di Wawrinka, e il pubblico – stimolato dallo stesso Luciano – applaude quello che ora è diventato un vero e proprio show dell’italo-argentino. Un doppio fallo di uno sconsolato Tseng regala il doppio break e il 3-0 a Darderi. Drop shot, lob, servizi vincenti: ora Darderi è di nuovo in “Bastad mode”. Tseng, invece, è in una rottura prolungata. Non c’è più partita, nonostante qualche sussulto d’orgoglio del tennista di Taipei, come quando annulla tre palle break consecutive nel quinto game, e poi altre due prima che Darderi si procuri quella decisiva con l’aiuto del nastro. Sul punto successivo, il tennista azzurro chiude con un bellissimo recupero incrociato di rovescio in back sulla palla corta dell’avversario, strappando il servizio per la terza volta nel set. Il n. 2 del seeding chiude i conti poco dopo, al secondo match point, suggellando con un 6-0 finale la sua sesta vittoria consecutiva e il ruolo di grande favorito del torneo.
Wawrinka saluta Umago
[4] D. Dzumhur b. S. Wawrinka 6-4 7-5
Come già accaduto per il suo match di primo turno, la sessione serale sullo “Goran Ivanisevic Stadium” di Umago ha visto protagonista il giocatore con il palmarès più importante: il tre volte vincitore Slam ed ex n. 3 del mondo Stan Wawrinka.
Un match agé quello sul campo centrale dell’impianto Stella Maris, dato che a sfidare il 40enne campione svizzero è stato il 33enne Damir Dzumhur, già n. 23 ATP e quest’anno tornato stabilmente tra i primi 100 dopo qualche anno nelle retrovie, protagonista di un grande match giocato al terzo turno contro Alcaraz al Roland Garros.
Nonostante il curriculum significativamente diverso, prima del match odierno gli scontri diretti – tutti datati, l’ultimo nel 2020 – erano in perfetta parità, e il tennista bosniaco aveva avuto la meglio nell’unica partita giocata sulla terra (Ginevra 2019). E data la classifica attuale (61 vs 156) il tennista bosniaco – nato a Sarajevo nel pieno del conflitto nei territori dell’ex Jugoslavia – era anche il favorito di questo quinto head-to-head con “Stan the Man”.
La partita ha rispettato le aspettative ed entusiasmato il numeroso pubblico presente (quasi tutto schierato dalla parte dello svizzero, che qui vinse il suo primo torneo ATP diciannove anni fa, nel 2006). Da una parte il sempre sontuoso braccio armato di Stan, dall’altra le notevoli capacità difensive – grazie alla sempre notevole rapidità di piedi – e di variazione di velocità e angoli di Dzumhur. Dopo l’illusorio allungo iniziale di Wawrinka sul 3-1, subito rintuzzato dal tennista di Sarajevo, il match sembrava ormai indirizzato dai tre break consecutivi che avevano permesso al n. 61 ATP prima di chiudere il primo set per 6-4 e poi di allungare sul 3-0 nel secondo. Il tennista bosniaco in quella fase centrale del match aveva sfruttato al meglio le sue doti, muovendo palla e avversario e mettendo in difficoltà un Wawrinka al solito meno mobile del giocatore che ha di fronte e costretto di conseguenza a forzare, sbagliando.
La partita, dunque, sembrava avviata alla conclusione, quando orgogliosamente Wawrinka riusciva a rimetterla in discussione: recuperava subito il primo break e poi nell’ottavo gioco strappava nuovamente il servizio e impattava sul quattro pari. Il pubblico, entusiasmato dalla rimonta, cercava di trascinare lo svizzero al sorpasso, accompagnando ogni suo punto vincente con il grido “Wawrinka! Wawrinka!” dagli spalti. Il match era coinvolgente, anche se i due non potevano garantire con continuità punti intensi e spettacolari. Dzumhur cercava di alzare il livello delle proprie difese, seppur i piedi dopo più di 90 minuti di gioco non girassero più come prima, mentre Wawrinka sfoderava i vincenti, specialità della casa, ma commetteva anche qualche errore di troppo.
Altri due break portavano il punteggio sul cinque pari, quando il 39enne tennista elvetico al servizio riusciva a procurarsi due occasioni per il 6-5, con un paio di vincenti da par suo. Ma proprio sul più bello l’ex n. 3 del mondo finiva la benzina e consentiva al suo avversario di recuperare e piazzare l’allungo decisivo, strappandogli nuovamente il servizio. Dzumhur, infatti, stavolta coglieva l’attimo e chiudeva 7-5 dopo due ore esatte di gioco. Il campione svizzero usciva dal campo tra gli applausi scroscianti e salutando il pubblico: sembrava un addio, ma poi in conferenza stampa non ha escluso – sorridendo – di essere di nuovo qua il prossimo anno: “A quarant’anni, se Tom (Tomislav Poljak, il direttore del torneo, ndr) vorrà”.