WTA: una generazione in crisi?

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WTA: una generazione in crisi?

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TENNIS AL FEMMINILE – Le giocatrici nate nel 1989-90 (a partire da Azarenka, Wozniacki, Kvitova) che in passato avevano raggiunto i vertici del movimento, stanno attraversando momenti difficili. E crescono i dubbi sul loro ruolo nel ricambio ai vertici del tennis femminile.

È nella logica delle cose, in qualsiasi settore della vita: prima o poi i giovani devono sostituire gli anziani, prenderne il posto e la leadership.

A maggior ragione nello sport, dove la componente fisica è fondamentale e la carta di identità presenta il conto anche ai campioni più grandi.

Eppure in questo momento nel tennis femminile stiamo assistendo ad una specie di rovesciamento del processo naturale, con due ultratrentenni (Williams e Li) risalite alla guida della classifica e vincitrici degli ultimi Slam; e con la generazione che dovrebbe essere nel pieno delle forze che non solo non sembra riuscire a prenderne il posto, ma che in diversi casi sta addirittura regredendo.

Sto parlando delle giocatrici nate tra il 1989 e il 1990: tenniste che hanno 24-25 anni e dovrebbero quindi essere nel momento in cui tutte le potenzialità si concretizzano definitivamente.

Per vittorie e rendimento negli anni passati, i nomi di punta sono quattro:

Radwanska (nata il 6 marzo 1989)
Azarenka (31 luglio 1989)
Kvitova (8 marzo 1990)
Wozniacki (11 luglio 1990)

Tra le giocatrici della loro generazione, sono state quelle capaci di arrivare al primo o al secondo posto del ranking WTA e di vincere o almeno arrivare alla finale in uno Slam. Ma oggi su di loro ci sono più dubbi che certezze e sembra sempre più difficile accreditarle come possibili eredi di Serena Williams.

In ordine di età e di classifica:

 

Agnieszka Radwanska (6 marzo 1989)

Ranking attuale: 3 – Race: 3
Best ranking: 2 (luglio 2012)
Best Slam: finale (Wimbledon 2012)

Delle quattro giocatrici citate, per la verità Radwanska è quella che sino ad oggi ha mostrato il rendimento più costante, e anche sul piano fisico sembra nelle condizioni migliori.

In carriera ha avuto un infortunio serio alla fine del 2010, una frattura da stress al piede; in quel periodo inizialmente trascurò il problema, aggravando la situazione, ma dopo quell’errore ha imparato ad amministrarsi meglio.

Convive con piccoli problemi alla spalla destra (credo di non averla mai vista giocare senza cerotto), ma per il resto la sua preparazione fisica è inappuntabile, il che ha fatto di lei molto probabilmente la giocatrice che si muove meglio di tutte.

Per quanto mi riguarda ho sempre avuto dubbi sulle sue possibilità di affermarsi regolarmente ai massimi livelli a causa della cronica mancanza di potenza; la vittoria in uno Slam secondo me potrebbe arrivare più per circostanze particolari che per la sua capacità di eliminare in prima persona le avversarie dotate di “big game”, che normalmente riescono a raggiungere le fasi finali dei Major.

E lo dico con rammarico, perché mi piace molto vederla giocare ed è sempre protagonista dei filmati di fine anno con gli scambi più spettacolari del circuito.

In questo momento grazie ad un solido rendimento medio, è la leader della sua generazione; ma il fatto che tra tutte le coetanee primeggi una giocatrice che fatica ad esprimere picchi di gioco di livello massimo, non mi pare un buon segno per il ricambio del movimento.

 

Victoria Azarenka (31 luglio 1989)

Ranking attuale: 4 – Race: 22
Best ranking: 1 (gennaio 2012)
Best Slam: 2 vittorie (Australian Open 2012 e 2013)

Da giovanissima era una delle giocatrici che accumulava più ritiri durante l’anno, a causa di piccoli infortuni, malesseri, colpi di sole etc. E nei primi anni di carriera il flop negli Slam era una costante, indipendentemente dalle condizioni di forma con cui si presentava.

Ma poco a poco ha saputo migliorarsi, riducendo i ritiri e maturando mentalmente: così nei Major prima sono arrivati i quarti di finale, poi le semifinali.

Infine con la vittoria agli Australian Open 2012 aveva conquistato anche il primato nel ranking, e sull’onda dell’entusiasmo sono seguiti alcuni mesi di gioco travolgente: sembrava che Vika potesse diventare una solida numero uno (51 settimane totali al vertice).

Grazie al suo gioco aggressivo ma con rischio calcolato, particolarmente adatto al cemento, si presentava come giocatrice ideale per il circuito contemporaneo.

Ma poi Serena è tornata prepotentemente ai vertici, e nel 2013 il bis di Vika a Melbourne è avvenuto esibendo un tennis meno convincente. Con il senno di poi, possiamo dire che quella vittoria non ha invertito un trend negativo: prima il sovrappeso, poi tutta una serie di problemi fisici, sino al recente guaio al piede.

Le ultime notizie sono relative ai forfait per Madrid e Roma: ha ancora bisogno di riposo.

Quest’anno ha giocato poco, con una condizione approssimativa, e l’involuzione sta diventando prolungata. E anche preoccupante: inizio a farmi domande sul suo futuro di carriera, e non credo di essere l’unico.

A questo punto mi auguro di essere al più presto smentito, perché Vika ha dimostrato di poter giocare un grande tennis, ma i giorni migliori cominciano ad essere piuttosto datati.

 

Petra Kvitova (8 marzo 1990)

Ranking attuale: 6 – Race: 23
Best ranking: 2 (ottobre 2011)
Best Slam: vittoria (Wimbledon 2011)
Dopo l’exploit del 2011, non è più riuscita a ripetersi agli stessi livelli. Non ricordo abbia avuto problemi fisici davvero seri legati all’attività sportiva, ma in compenso soffre di asma e si ammala con estrema facilità: tutti i virus che si trovano in giro per il mondo sembrano sempre pronti a colpirla.

In prospettiva, secondo me l’aspetto più preoccupante è che ogni anno sembra diminuire di un po’ le sue ambizioni.

Nel 2012 aveva sfiorato il primo posto del ranking, ma poi si era accontentata di stare fra le primissime. Nel 2013 ha dato l’impressione di avere solo l’obiettivo di un posto fra le dieci, e infatti ha raccolto i migliori risultati subito dopo che, per un breve periodo, era uscita dalla top ten.

Per la verità all’avvio del 2014 si era presentata in condizioni migliori del solito. Ma forse si era caricata di troppe aspettative ed ha fallito gli Australian Open, facendosi eliminare da Kumkhum al primo turno.

Dopo quel match ha alternato partite buone ad altre disastrose soprattutto sul piano mentale, culminate in un match da incubo contro Carla Suarez Navarro a Dubai.

Da kvitoviano, spero sempre che possa cavare dal cilindro qualche settimana di grande tennis, perché quando è “on fire” nessuna mi emoziona come lei; ma questo accade sempre più raramente.

E negli Slam è da parecchio tempo che non gioca bene. Nel 2012 aveva fatto strada più che altro grazie a tabelloni particolarmente agevoli; e infatti nel 2013 con un po’ meno fortuna e con una testa di serie più bassa le eliminazioni nei Major sono arrivate molto prima.

Ultimamente ha fatto notizia soprattutto per questioni sentimentali. Conferma indiretta che sul piano sportivo i risultati latitano.

 

Caroline Wozniacki (11 luglio 1990)

Ranking attuale: 14 – Race: 19
Best ranking 1 (ottobre 2010)
Best Slam: finale (US Open 2009)

A vent’anni appena compiuti era diventata numero uno del mondo, posizione mantenuta per 67 settimane; oggi invece è numero 14.

Non vorrei sembrare troppo cinico, ma nel suo caso mi viene in mente il titolo che Vittorio Gassman aveva dato all’autobiografia: “un grande avvenire dietro le spalle”. Solo che Gassman l’aveva scritta a sessant’anni, invece Wozniacki non ne ha ancora ventiquattro.

Ormai si sente parlare di lei soprattutto per tre motivi:

– i piccoli problemi fisici (il più recente un guaio al polso)

– i ripetuti cambi di allenatore

– la relazione con il golfista McIlroy

Riguardo ai cambi di allenatore il fatto che continui a cercare nuove collaborazioni dimostra che non è più convinta del padre come coach. Però nessun tecnico contattato riesce a trovare un equilibrio accettabile con il team familiare, per cui ogni volta si torna all’insoddisfacente punto di partenza (Caroline e il padre).

Tecnicamente l’involuzione è evidente e per le avversarie a volte sembra sufficiente riuscire a prolungare il palleggio insistendole sul dritto per farla sbagliare.

Sul piano sentimentale sembra un momento felice; ma sul piano sportivo la recente dichiarazione in cui sostiene di avere raggiunto la solidità economica e di voler diventare una mamma in giovane età suona quasi come un epitaffio sulla carriera tennistica.

————————————

 

Facendo un ragionamento di insieme, emerge un dato curioso: per queste quattro giocatrici il picco di rendimento è arrivato in tempi inversi rispetto all’età. Infatti all’inizio ha primeggiato la più giovane (Wozniacki), poi la seconda del 1990 (Kvitova), poi la terza (Azarenka) infine la più anziana (Radwanska), quando normalmente dovrebbe accadere il contrario. Il rovesciamento tra data di nascita e periodo migliore conferma una certa anomalia nelle vicende di questa generazione.

In questo momento, se facciamo riferimento alla race, al secondo posto c’è un’altra giocatrice nata nel 1989, Dominika Cibulkova. Può darsi che riesca ad assestarsi nella top ten stabilmente, come ad esempio è successo ad Angelique Kerber, che ha ugualmente sfondato in età più avanzata. Però (magari sbaglio) non penso che Cibulkova abbia i mezzi per stare ai vertici assoluti del circuito nei prossimi anni.

Cosa aspettarsi allora per il futuro?

Senza dimenticare Maria Sharapova (nata nel 1987), se queste giocatrici non riusciranno a tornare ai livelli migliori, potrebbe darsi che quando le più anziane cederanno il passo (e prima o poi dovrà accadere) ad insediarsi al comando possano essere direttamente le tenniste che oggi hanno tra i 19 e i 22 anni (qualcuna tra Keys, Bouchard, Garcia, Muguruza, Stephens, etc.) o magari ragazze ancora più giovani.

 

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