«Io, Djokovic, ho ripreso fiducia» (Crivelli), Djokovic, iI campione che batte se stesso (Semeraro), Djokovic numero 1 merito di Becker (Mancuso), Il mese tremendo di Fognini inizia a Stoccarda (Valesio)

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«Io, Djokovic, ho ripreso fiducia» (Crivelli), Djokovic, iI campione che batte se stesso (Semeraro), Djokovic numero 1 merito di Becker (Mancuso), Il mese tremendo di Fognini inizia a Stoccarda (Valesio)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

 

«Io, Djokovic, ho ripreso fiducia»

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta del 8.07.2014

 

Porte che si aprono e si chiudono, attimi che decidono la buona sorte o un destino nebuloso. Gli inglesi ci hanno costruito un film di grande successo, Novak Djokovic le ha attraversate con il buio davanti agli occhi per ritrovare la luce di una vittoria scaccia-crisi. Chissà cosa sarebbe successo se Nole, anziché tornare a trionfare a Wimbledon a tre anni dalla prima volta, si fosse inchinato a Sua Maestà Federer dopo aver avuto la palla per chiudere la sfida nel quarto set. Sarebbe stata la quarta finale Slam persa delle ultime quattro giocate, la sesta delle ultime sette. E anche il matrimonio di domani con Jelena si sarebbe velato di malinconica tristezza. Invece, Djoker salirà all’altare da numero uno del mondo e con la coppa del Major più prestigioso in bella vista. Come cambiano, le prospettive: «Dopo quel quarto set — racconta ora visibilmente rilassato — entrambi siamo andati in bagno. Mi sono visto allo specchio e ho pensato che bisognava guardare avanti, non a quello che non ero riuscito a concludere ma a ciò che avrei potuto ancora ottenere. Credetemi, non è facile perdere le ultime tre finali Slam di fila, anche se sai di comunque essere al top l’autostima viene meno, devi essere forte mentalmente per risalire. Questo è lo Slam che mi restituisce fiducia, perciò è il più bello della mia carriera». Confronto Fu osservando il lavoro soprattutto psicologico di Lendl su Murray, un altro super-talento con l’idiosincrasia, ben peggiore, alle finali, che Djokovic decise di interpellare Becker, un altro senza alcuna esperienza da allenatore, come l’antico avversario. Domenica, dopo il punto della vittoria, Boris ha festeggiato come forse non aveva mai fatto nei tre successi sul Centre Court (l’ultimo, tra l’altro, su Edberg, l’attuale allenatore di Federer, e in cinque set): «Quando sei a livelli così alti — commenta il tedesco — sono i dettagli a fare la differenza, soprattutto quelli mentali. E diventa fondamentale scambiare opinioni con chi ha già vissuto quei momenti, condividere il punto di vista con qualcuno che ci è già passato. Io — afferma con onestà — spesso ho preso decisioni sbagliate nella mia vita e ho fatto cose di cui non sono fiero, ma il tennis è la materia che indubbiamente conosco meglio». Rispetto Anche Nole è convinto che il successo londinese sia destinato a modificare il rapporto con Becker: «Credo che questo sia il punto di svolta, ora sappiamo che il lavoro insieme, la collaborazione, le idee che ci scambiamo sono vincenti. Il mio gioco è diverso dal suo, ovviamente, però è stato fondamentale per come mi ha spiegato i movimenti sull’erba e la gestione dei punti più delicati». Bum Bum, che non frequentava Wimbledon da tempo e ha ammesso di essersi perso tra le scale del Centre Court, ora ha il futuro in mano: «Novak conquisterà altri Slam, è sicuro, magari già dagli Us Open. Quando vinci, ti viene tutto facile, ma se uno come lui sta 18 mesi senza un successo in uno Slam, deve lavorare duro per recuperare. Ha un’etica del sacrificio incredibile e può migliorare ancora». Senza dubbio, con Nadal non più così incisivo sull’erba e alterno sul veloce, Federer verso un dorato tramonto e Murray nel limbo, il numero uno di Djokovic sembra il premio al giocatore più completo….

 

Djokovic, iI campione che batte se stesso

 

Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 8.07.2014

 

Ci sono gli avversari che ti sfidano fuori, sul campo, e le voci che ti premono dentro. Se sei un vero numero 1, sai affrontare entrambi. Magari con un piccolo aiuto dagli amici, come cantavano i Beatles. Abbey Road è dall’altra parte di Londra rispetto a Wimbledon ma Novak Djokovic domenica ha ascoltato comunque la musica giusta. Quella che gli serviva per tenere a bada il Maestro dell’erba e zittire la paura di non essere più quello de12011,l’imbattibile Uomo di Gomma dei Fab Four del tennis. «Durante un match del genere ti attraversano tante emozioni, tanti dubbi», ha raccontato ieri. «Inizi a lottare con i tuoi demoni, ed la sfida più grossa che ho dovuto affrontare. Ho reso le mie certezze più forti dei miei dubbi, solo così sono riuscito a prendermi la coppa». Per feste x are il suo ritorno al vertice della classifica l’Atp gli ha confezionato una torta con un grande “1” commestibile, dolce ma senza glutine, come impone la sua dieta. Per tornare nutrire le sue (smisurate) ambizioni Nole ha dovuto però passare una carestia di quasi due anni e di tre finali Slam perse: a Parigi contro Nadal, a Wimbledon con il suo amico Murray, a New York di nuovo contro lo spagnolo in un match nel quale a lungo aveva giocato meglio. Ma nel quale i dubbi di essere meno tosto, meno duro di Rafa lo avevano indebolito. Per scacciare i fantasmi Novak così dopo un 2013 deludente – per i suoi livelli s’intende – ha ingaggiato uno che in campo non si faceva intimorire da nulla. Boris Becker, il tre volte campione dei Championships che una volta disse: «Il momento in cui godo di più in campo è quando sono sotto 0-40 e devo salvare tutte quelle pale-break con il mio servizio». Non a caso lo chiamavano Bum-bum .Quando il coach storico di Djokovic, Marian Vajda, gli ha detto che doveva stare accanto alla moglie malata, che non aveva più voglia di fare tutto l’anno il vagabondo del Tour, Nole si è fatto dare il cellulare di Becker: «Aiutami a vincere di nuovo uno Slam», gli ha chiesto. «Con Boris parliamo soprattutto di queste cose», spiega il Joker. «Volevo prepararmi psicologicamente per attimi cruciali che mi potevano attendere sul campa e contro Federer ce ne sono stati tanti, tantissimi. Ci siamo spinti entrambi al limite, e ovviamente avere Becker nel mio box è stato d’aiuto. Che consigli mi ha dato? Prima del torneo mi ha detto che sapeva che possiedo il gioco giusto per vincere Wimbledon, e the dovevo convincermene anch’io, senza badare a quello che accade sul campo» Più un motivato *** re, che un “consigliori” tecnico alla Edberg. Una “presenza; come lo chiamano gli anglosassoni. Uno che tiene a bada le voci. 11 punto di svolta è stato a Roma, quando il rapporto con l’ex campione tedesco non si era ancora saldato e per cementarlo Nole ha chiamato in aiuto proprio Vajda, che in origine non avrebbe dovuto partecipare alla trasferta. «Invece ha accettato di esserci, tutti insieme abbiamo vinto il torneo e ho iniziato a sentirmi più vicino a Boris. A capire meglio il messaggio che stava cercando di trasmettermi». Murray prima del quinto set della sua vittoriosa finale agli US Open nel 2012 negli spogliatoi si mise davanti auno specchio e si urlb in faccia: per svegliarsi, per darsi la carica. «Domenica in campo mi sono ripetuto le parole di Boris: dimentica le chance che hai perduta vai avanti. Non è importante dove sei, ma cosa ti sta sucredendo». A volte non è importante cosa ti stanno dicendo, ma chi te la sta dicendo. «Persino Federer, se in un momento di difficoltà guarda in alto e nel suo box vede Stefan Edberg- sostiene Goran Ivanisevic – uno che Roger ammirava tanto da piccolo: questo può aiutarlo a calmarsi e ritrovare la concentrazione». Laura del campione-mito aiuta anche chi un campione lo è in proprio. «In fondo questi ragazzi non sono robot, non sono macchina, hanno emozioni e paure, sono esseri umani anche loro – sorride Becker – Non puoi semplicemente spingere un bottone e pretendere che siano perfetti».

 

Djokovic numero 1 merito di Becker

 

Angelo Mancuso, il messaggero del 8.07.2014

 

«È stato il più bel pasto della mia vita». Novak Djokovic dopo il secondo trionfo a Wimbledon, il torneo più famoso del mondo, si chinato sull’erba del Centre Court e ne ha mangiata una zolla. Come aveva già fatto nel 2011. Chissà cosa gli sarà passato per la testa quando Federer nel quarto set ha rimontato dal 5-2 annullandogli un match point. Il 27enne serbo deve aver visto i fantasmi ad un soffio dallo striscione del traguardo. Nole a freddo, il giorno dopo, sottolinea: «Roger ha dimostrato perché ha vinto 17 Slam. Non ho sbagliato io, è stato lui a giocare in modo incredibile quel quarto set». Poi ha vinto al quinto, ma davanti agli occhi gli devono essere sfilate una dopo l’altra le immagini delle ultime tre finali di Slam perse: Wimbledon e US Open 2013, Roland Garros 2014. Senza dimenticare che non vinceva uno Slam dagli Australian Open 2013. «È stata la mia miglior finale, un livello altissimo dal primo all’ultimo punto», ribadisce. Un successo doppio per il tennista di Belgrado, che ha scavalcato Rafa Nadal e da ieri è di nuovo al comando del ranking: per lui è la settimana n.102 da n.l. Lo era stato per la prima volta il 4 luglio 2011. Dopo 53 settimane aveva ceduto lo scettro a Federer, quindi era tornato in vetta il 5 novembre 2012. Aveva perso di nuovo la leadership a favore di Nadal lo scorso 30 settembre: da allora ha collezionato 54 match vinti e solo 4 persi. Merito anche di Boris Becker, che Nole ha voluto come coach. “Bum Bum”, campione dall’ego smisurato, gli ha trasmesso un pò di quella sfrontatezza (al di là dei siparietti in campo) che gli aveva fatto difetto in passato. Prima della finale persa lo scorso settembre a New York contro Nadal, avevano fatto riflettere le sue parole: «È Rafa il vero n.1», aveva detto. Una resa già prima di scendere in campo. Era uscito malconcio anche dalla finale del Roland Garros persa contro il solito Ra-fa, si è rifatto con gli interessi a Londra. «Ora penso di meritare un po’ di riposo e ho degli impegni importanti…», racconta. Domani spose Jelena Restic la cerimonia sarà celebrata a Sveti Stefan, un’isoletta del Montenegro. E presto sarà papà. In campo lo rivedremo ad agosto sul cemento americano. Da number one.

 

Il mese tremendo di Fognini inizia a Stoccarda

 

Piero Valesio, tuttosport del 8.07.2014

 

II ligure deve difendere i punti conquistati a luglio 2013: le vittorie nella Mercedes Cup, quella di Amburgo e la finale di Umago. Poi potrà concentrasi sugli Usa Fabio Fognini torna da campione in carica alla prestigiosa Mercedes Cup, il torneo ATP 250 di Stoccarda che si disputa su campi in terra battuta. Il tennista ligure, che lo scorso anno trovò qui il suo primo titolo ATP in camera, è la prima testa di serie del torneo tedesco e usufruisce di un bye al primo turno. Al secondo attende il kazako Andrey Golubev, numero 16 del raking, che ha sconfitto il rientraste Philipp Petzschner, tedesco sceso oltre la 500esima posizione mondiale e in tabellone con una wild card. Fabio ha vinto entrambi i precedenti contro il 26enne nao in Russia. per Fognini il mese di luglio rappresenta un momento cardine della stagione. L’anno scorso oltre alla vittoria di Stoccarda ha vinto ad Amburgo e ha raggiusto la finale ad Umago. Una valanga di punti che Fabio dovrà difendere ad ogni coso per non perdere terreno nella clasifica Atp e continuare il suo avvicinamento alla top ten: che per sua stessa ammissione rappresenta l’obiettivo del suo prossimo futuro. MURRAY CHE CROLLO Intanto Fabio è riuscito a conservare la 15esima posizione. Ha perso terreno invece Andreas Seppi, che a causa di una precoce eliminazione ai Championships. ha perso nove posizioni e si è attestato nella posizione n. 45esima posizione mondiale. Paolo Lorenzi ha guadagnato tre posizioni: ora è n. 80. Il bel torneo di Simone Bolelli gli ha permesso di guadagnare 23 posizioni : ora è n.109. Come preannunciato Novak Djokovic è tornato a essere primo giocatore mondiale. Il finalista Roger Federer ha superato il connazionale Wawrinka ed è numero 3 del mondo. Milos Raonic guadagna 3 posizioni grazie alla semifinale e si ferma in sesta piazza, alle spalle di Tomas Berdych. Infine, Grigor Dimitrov fa il suo debutto storico tra i Top 10 in nona posizione, superando anche Andy Murray, crollato in decima.

 

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