L'ora di Kei Nishikori, Cilic permettendo

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L’ora di Kei Nishikori, Cilic permettendo

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TENNIS US OPEN – L’ultimo atto dello US Open ha un favorito d’obbligo, Kei Nishikori, sarà in grado Marin Cilic di rovesciare il pronostico?

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La finale che tutti si aspettavano promette scintille. No, un momento, questo era forse l’attacco per un’altra partita. Nishikori e Cilic invece si presentano al loro personale appuntamento con la storia con alle spalle gli scalpi delle teste di serie numero 1 e 2. E se per il giapponese tutto sommato la sorpresa è solo relativa – avevamo detto in sede di presentazione che se avesse superato le difficoltà fisiche per Djokovic sarebbero stati dolori – trovare Cilic invece di Federer è quasi uno shock. Non solo la carriera del giocatore croato – una semifinale slam lontana 4 anni, mai in finale in un mille, solo due volte in finale in tornei “500”, H2H deficitari con tutti i top ten – ma lo stesso torneo non sembrava autorizzare chissà quante speranze. Fino alla semifinale il percorso del croato era in linea con i suoi tornei dello slam. Vittoria su Anderson cedendo un set, grande fatica contro Simon, giornata di luna storta di Berdych. All’improvviso l’esplosione che si è scaraventata sul povero Federer completamente travolto dal gioco di Marin. Senza voler scadere nei sospetti, che in queste due giornate hanno animato un po’ il post-semifinale, gioverà ricordare che la carriera di Cilic è stata quanto meno altalenante.

Gran talento, dopo un anno di assestamento negli slam, in Australia nel 2008 sembra poter diventare uno dei giovani su cui contare, soprattutto dopo aver steso in maniera abbastanza netta “mano de piedra” Gonzalez, che l’anno prima era arrivato addirittura in finale. Il prosieguo dell’annata non è così lusinghiero, ma tutto sommato in linea con gli gli ardori giovanili e il quarto turno a Wimbledon non è poi da buttare. L’anno successivo – anche se troverà il modo per farsi surclassare persino da Fognini a Montecarlo – sembra in linea con i lenti progressi di un ragazzo e la semifinale del 2010 a Melbourne pare precedere la definitiva consacrazione. Ma qui invece la carriera del croato si ferma. Fa ancora benino a Parigi, ma poi non riesce più a vincere più di un paio di match a torneo. A New York incontra per la seconda volta Nishikori e ci perde al termine di una dura battaglia, chiusa da un crollo nel quinto set di Marin. Un paio di acuti nel 2012 – compresi i quarti raggiunti sempre a New York, con relativa rivincita su Kei – e forse il punto più basso di questi anni, non ce ne voglia l’altoatesino – quando al terzo turno in Australia perde contro Seppi. Poi la resurrezione del 2014, con Ivanisevic al suo angolo è fermato due volte da Djoko, che deve soffrire per superarlo a Parigi e a Wimbledon. Federer non ci riesce anche se a questo punto sembra legittimo capire se la rondine farà primavera. In genere no.

Si può comprendere la cautela del clan nipponico ma in tutta franchezza se Nishikori sta bene non si comprende come possa Cilic uscire vincitore da questa sfida. Ad alcuni forse non piacerà, ma realtà è che il giapponese, se non sta male, può rispondere molto meglio di Federer e, se non ha fatto una piega sulle risposte aggressive di Djokovic, figurarsi quanto potranno turbarlo quelle di uno spilungone che ha dato l’impressione di tirare ad occhi chiusi contro lo svizzero.
Anche i precedenti (tutti sul cemento tranne l’ultimo di Barcellona, con la curiosità che i 4 tiebreak sono andati tutti a favore del giapponese) parlano abbastanza chiaro in fondo. Lasciando perdere la mattanza dell’ultima volta – ma non del tutto, perché quello di Barcellona era un buon Cilic che aveva appena eliminato Robredo, uno che a quel torneo ci tiene – le ultime volte il giapponese non ha penato più di tanto per avere ragione del croato. Certo, questa è una finale slam e Nishikori ha mostrato di non essere l’algido samurai che si lascia scivolare le emozioni addosso, ma il divario tra i due è ampio. Chi scrive ha avuto la fortuna di vedere dal vivo il loro ultimo match, e, se era stato semplice comprendere che quel Kei era già pronto per palcoscenici più prestigiosi, rimangono molto sorprendenti i progressi di Cilic. Sembra proprio difficile che il croato possa aspirare a qualcosa di più di un’onorevole sconfitta, ma com’è noto i pronostici sono fatti per essere smentiti…

Leggi la cronaca del loro ultimo incontro

PRECEDENTI

Nishikori-Cilic 5-2

2008 Indian Wells (Hard, Outdoor) Cilic 6-2 64
2010 US Open (Hard, Outdoor) Nishikori 5-7 7-6(6) 3-6 7-6(3) 6-1
2011 Chennai (Hard, Outdoor) Nishikori 4-6 7-6(0) 6-2
2012 US Open (Hard, Outdoor) Cilic 6-3 6-4 6-7(3) 6-3
2013 Memphis (Hard, Indoor) Nishikori 6-4 6-2
2014 Brisbane (Hard, Outdoor)Nishikori 6-4 5-7 6-2
2014 Barcellona (Clay, Outdoor) Nishikori 6-1 6-3

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