Nick Bollettieri racconta in esclusiva il suo ingresso nella Hall of Fame

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Nick Bollettieri racconta in esclusiva il suo ingresso nella Hall of Fame

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TENNIS RACCONTI – In esclusiva per Ubitennis.com Nick Bollettieri racconta le emozioni provate quando è stato ammesso nella International Tennis Hall of Fame e che cosa ha detto nel discorso in cui ha ringraziato tutti coloro che l’hanno reso uno degli allenatori più importanti del mondo. Traduzione di Daniele Vallotto

Come molti di voi sapranno, sono stato introdotto nella International Tennis Hall of Fame l’11 luglio assieme a Lindsey Davenport, John Barrett, Jane Brown e Chantal Vandierendonck. Ricevere questo riconoscimento è stato un grande onore e mi ha profondamente colpito. Voglio utilizzare questo articolo per condividere il mio pensiero sulla mia introduzione nella International Hall of Fame perché non ho mai pensato potesse accadere.

Ho incominciato a insegnare tennis sessant’anni fa a Miami. Ero un atleta piuttosto bravo e ho praticato molti sport ma non avevo mai giocato a tennis fino al college. Imparai a giocare velocemente ed entrai nella squadra del college sia da junior che da senior. Dopo il college, mi iscrissi a giurisprudenza ma mi resi conto molto presto che non avevo intenzione di passare tutta la mia vita in un ufficio. Amavo stare all’aperto, sotto il sole. Poiché dovevo mantenere la mia nuova famiglia, provai ad insegnare a giocare a tennis. Non sapevo molto su come si insegnava, ma volevo lavorare sodo per imparare. Inoltre mi resi conto che avevo una certa abilità nel capire i giocatori, nel motivarli, nel fargli dare il loro meglio. Cominciai a sognare di diventare uno dei migliori allenatori del mondo.

Tuttavia, a causa delle mie bravate, cercavo di entrare nell’establishment del tennis nella maniera sbagliata. Per larga parte della mia carriera, ero considerato un po’ pazzo. Un ribelle. Immagino che per fare alcune cose che ho fatto, devi essere un po’ pazzo. Grazie all’amore e all’incoraggiamento dei miei genitori, ebbi il coraggio di inseguire i miei sogni e di non aver paura nel fallirli. Mio padre mi disse che ciò che è importante non è cadere, ma rialzarsi. Se hai paura di fallire, hai paure di diventare un uomo di successo. Con quell’incoraggiamento, ebbi il coraggio necessario per fare delle pazzie, come quella di creare un’accademia che offrisse vitto e alloggio, sognando di far diventare i tennisti dei professionisti e lavorando con dieci di questi che sarebbero poi diventati numero uno del mondo.

Tante persone mi hanno chiesto quali fossero i miei pensieri sul riconoscimento della Hall of Fame e una copia del mio discorso. Qui ci sono alcuni passi:

Wow! Ora so esattamente come ci si sente a scalare il Monte Everest! E, devo ammetterlo, la vista da qui è fantastica! Mi piacerebbe cominciare congratulandomi con i miei compagni della Classe 2014. È un grande onore stare in compagnia di Lindsey, John, Jane e Chantal.

Vorrei anche ringraziare tutti coloro che hanno votato per me (per un po’ ho pensato che sarei diventato il Susan Lucci del mondo tennistico). Il vostro voto vale moltissimo per me, davvero.

Non ho raggiunto la vetta della montagna da solo. A noi italiani non piace fare le cose da soli… Per cui, se io, Nick Bollettieri, ho mai urlato verso di voi, dentro o fuori dal campo, per favore alzatevi in piedi.

Ce l’abbiamo fatta! Ci credereste? Ci ho messo solo sessant’anni… ma ce l’abbiamo fatta. È veramente solo grazie a voi che sto voi. Vorrei poter ringraziare e fare i nomi di ciascuno di voi, ma staremmo qui fino a molto tardi.

Non sono stato un grande studente, ma sono sempre stato molto bravo coi numeri. Penso che possiate dire che sono “un uomo di numeri”. Vediamo… ci sono:

10 numeri uno
9 vite
8 mogli
7 figli fantastici
un sesto senso
le 5, l’ora in cui il mio primo studente mi tova sul campo
4 bellissimi nipoti
3 anni di servizio per il nostro paese
2 grandi genitori
1 passione
0… come il numero di libri che ho letto!

Aggiungete il resto della mia famiglia, gli amici, gli allenatori, i giocatori, che per me sono come una famiglia, e le migliaia di ragazzi con cui ho avuto il privilegio di lavorare lungo tutti questi anni… ed eccomi riassunto.

Non verrò mai ricordato per il mio senso per gli affari, o per la fortuna nei matrimoni o per l’aver messo la famiglia al primo posto. Spero di essere ricordato per aver osato a seguire la mia passione e di aver trasmesso la stessa scintilla negli altri!

Grazie ancora per questo onore.

 

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