Più sicuro, più preciso, più duttile così Federer è tornato a vincere (Bertolucci), Gli dei del tennis si fanno in 4 per Milano (Piccardi)

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Più sicuro, più preciso, più duttile così Federer è tornato a vincere (Bertolucci), Gli dei del tennis si fanno in 4 per Milano (Piccardi)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

Più sicuro, più preciso, più duttile così Federer è tornato a vincere

 

Paolo Bertolucci, la Gazzetta dello sport del 14.10.2014

 

E’ tornato a deliziarci riportando la qualità del suo gioco a livelli prossimi al paradiso tennistico. Roger Federer, dopo un periodo opaco, ha ripreso come se nulla fosse la strada del successo. Ha ripreso a lavorare fisicamente, ha declinato i facili guadagni e ha trovato in edberg un coach che, oltre a stimolarlo, lo ha convinto a cercare nuove strategie tattiche. Il cambiamento però non sarebbe stato sufficiente se non avesse capito che solo il matrimonio con una racchetta dotata di un ovale maggiorato gli avrebbe consentito di riprendere in mano il suo tennis. Adesso è in grado di modificare la tattica in base al momento e alle caratteristiche dell’avversario, senza essere obbligato a seguirlo sulla strada del «corri e tira» o peggio ancora del «corri e tieni». In questa stagione i lampi di genio di roger hanno ripreso a sgorgare con l’antica regolarità. Il servizio viaggia su percentuali molto alte, alla velocità e alla pesantezza di palla si è aggiunta una precisione chirurgica. I colpi di rimbalzo disegnano il campo, i piedi frullano lievi sul terreno , i passaggi a vuoto e i tentennamenti sono un lontano ricordo. Il back di rovescio è un’arma diabolica che aiuta federer in difesa e gli permette, dopo un volo radente e un subdolo atterraggio, di portare gli avversari in zone del campo poco conosciute. Producendo un gioco votato all’offesa, roger si trova ad affrontare un numero sempre maggiore di soluzioni volanti, anche nei pressi della rete non perde occasione per emozionare i tifosi con soluzioni che sembrano impossibili. Per tutti, ma non per lui che con quella mano fatata risolve, apparentemente senza sforzo, anche le situazioni più intricate. Le prossime settimane lo vedranno impegnato su vari fronti e dovrà essere lucido nel programmarsi al meglio. Ma il talento inimitabile,la naturale eleganza, la perfezione stilistica e l’inesauribile proposta tecnica sapranno assisterlo come sempre.

 

Gli dei del tennis si fanno in 4 per Milano

 

Gaia Piccardi, il corriere della sera del 14.10.2014

 

La demi-volée mancina e (spesso) incavolata di John McEnroe, trent’anni dopo, sotto i riccetti geniali e, ahinoi, canuti. Non serve altro per raccontarsi che sabato alle 16 vale la pena di sedersi in uno dei seggiolini del Forum di Assago (parterre e palchi sold out ma resta ancora qualcosa). Il menù della terza edizione della Grande Sfida, però, (dopo le ragazze, largo ai matusa del Senior Tour) offre molto altro. Ivan Lendl, per esempio, e quel che resta delle ciglia che, ossessivamente, si strappava. Mc e Ivan, come dire la panna sulle fragole: oltre al gusto di vedere in campo 15 titoli dello Slam (7 8), vuoi mettere le suggestioni che l’uno contro l’altro possono scatenare? Ma non è finita qui. Michael Chang, che a Parigi ’89 fece vedere i fantasmi a Lendl, sarà il primo dei meravigliosi veterani a sbarcare a Milano: mercoledì, con tutta la famiglia, e poi si tratterrà in Italia per una vacanza tra città d’arte. Giovedì, proveniente in auto da Zagabria, arriva Goran Ivanisevic, indimenticato cavallo pazzo croato e re di Wimbledon 2001 (in una finale disputata il lunedì per la pioggia, ricordate?), oltre a McEnroe e Lendl. Tutti insieme appassionatamente in un grande hotel in zona San Siro. Pretese simili (frutta fresca in camera, riso e pastasciutta a pranzo e cena; il manager di McEnroe si è raccomandato di tenere le birre fuori dal raggio d’azione dell’americano almeno fino a dopo il match…), richieste sintonizzate (shopping nel quadrilatero della moda), per il resto ciascuno per sé e il Dio del tennis per tutti. Quest’anno la Grande Sfida è spalmata su due giorni, venerdì al 105 Stadium di Genova (ore 21) per le qualificazioni e sabato al Forum per le finali. L’organizzazione aveva proposto un torpedone extralusso per trasferirsi in Liguria venerdì pomeriggio. Offerta bocciata. I Fab Four viaggeranno su comode Bmw, separatamente, che venerdì notte li riporteranno a Milano. Il campo si può dividere, tutto il resto (inclusi i cachet) no. E sabato sera cena di gala all’Harbour Club di Via Cascina Bellaria. Concluso l’evento sportivo, si potrà esagerare con rosso e spaghetti. Il più atteso, indovinate, è John McEnroe, che ha appuntamento con Fabio Fazio negli studi Rai di via Mecenate per un’intervista che verrà trasmessa a «Che Tempo che Fa». È l’unico del quartetto che avrà una guardia del corpo; ma è, anche, spettacolo garantito. Sarà mattatore alla conferenza stampa in Gazzetta di giovedì alle 16, e poi a Genova e Assago, dove tutti, ma proprio tutti, aspetteremo che carburi per poi guardare l’arbitro in cagnesco. «Non puoi essere serio!» gli griderà in faccia alla prima chiamata dubbia. Scommettiamo?

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