Ciclone Pennetta «Gli obiettivi? Top ten e Fabio ma lontani dalle telecamere » (Crivelli)

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Ciclone Pennetta «Gli obiettivi? Top ten e Fabio ma lontani dalle telecamere » (Crivelli)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Ciclone Pennetta «Gli obiettivi? Top ten e Fabio ma lontani dalle telecamere»

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 4.11.2014

 

Un anno è un secolo. Attraversato da dubbi, sorrisi ed emozioni assortite. Flavia Pennetta cominciava il 2014 ritirandosi dal torneo di Hobart prima ancora di giocarlo, con un polso in fiamme e l’inferno nella testa. Era la numero 29 del mondo. Lo chiude con una finale persa solo per stanchezza al Masters B di Sofia, dopo una stagione che le ha regalato il trionfo individuale più importante in carriera, Indian Wells, e di nuovo il rango di prima giocatrice italiana in classifica, cinque anni dopo il magico 2009 che la proiettò tra le top ten. Oggi, da 138 giocatrice mondiale e con la serenità della compiuta maturità, guarda avanti con la gioia di chi ha altri paradisi da scoprire. Flavia, si immaginava una stagione così brillante dopo i tormenti di gennaio? «No, lo ammetto. Quando non ho potuto giocare a Hobart ho davvero cominciato a dubitare di poter proseguire la carriera ad alto livello, sono stati giorni molto particolari e devo ringraziare la mia famiglia e tutto il mio team per essermi stati vicini sempre. In quei momenti, la scommessa era se avrei calcato ancora un campo da tennis». Quando si è resa conto che il destino stava cambiando? «Agli Australian Open. Ci sono arrivata praticamente senza partite alle spalle, il polso era migliorato anche se avevo la consapevolezza di un problema ormai irrisolvibile con il quale convivere. Ho vinto la prima partita, e mi sono resa conto che prendere le cose alla giornata, rimanere concentrata solo sul prossimo obiettivo immediato, mi sottraeva stress e tensioni. E’ una regola che ho provato ad applicare per tutto l’anno. Mi dispiace soltanto non aver chiuso con una vittoria, ci sono andata vicina, ho dato tutto quello che avevo». Cosa significa per Flavia tornare ad essere la prima giocatrice italiana in classifica cinque anni dopo? «Una bella soddisfazione e un motivo d’orgoglio, soprattutto per me stessa. Significa che sono tosta, che non mi arrendo mai e che non mi considero mai arrivata. E poi ho fatto contento papà Oronzo, era la persona che ci teneva di più. Anzi, mi stressava». E per il nostro tennis, cosa significa? «E’ la dimostrazione che la nostra è una grande generazione, di donne e giocatrici forti tecnicamente e mentalmente. Ci siamo alternate io, la Schiavone, la Errani, e la Vinci ci è andata vicina. Vuol dire che siamo dure a morire». Ma non è un bel segnale per le eredi. «Nessuna di noi è maturata così in fretta, sappiamo che in Italia è più difficile per tante situazioni. Però la Giorgi ha le qualità tecniche per esplodere davvero ad alti livelli, deve solo trovare i giusti equilibri. Ma è molto forte, credetemi». I propositi di ritiro per occuparsi dei giovani tennisti sono quantomeno rimandati… «Sicuro, mi rivedrete in giro anche l’anno prossimo». Con l’obiettivo top ten? «Sarebbe bello e gratificante tornarci, ma non deve diventare un assillo. Dopo le sofferenze, ho imparato a godere di ogni vittoria, anche di quelle all’apparenza più facili o più insignificanti. Adesso gioco per divertirmi, per assaporare fino in fondo il piacere di una partita. Se arriveranno i risultati, la classifica migliorerà ancora, altrimenti sarò contenta ugualmente, perché avrò comunque espresso tutto ciò che avevo dentro». II doppio con la Hingis diventerà una consuetudine? «Ci siamo divertite molto, Martina è una giocatrice fantastica e una ragazza eccezionale. Ci siamo messe insieme a luglio e abbiamo sfiorato uno Slam e la qualificazione al Masters. Ci riproveremo, faremo più tornei, compatibilmente con il calendario e i suoi impegni extratennistici». Ora in vacanza. Con un passaggio a Brindisi? «No, a casa tornerò dopo, prima di riprendere la preparazione invernale. Adesso fuggo al mare con Fabio, ma la meta è segreta». In spiaggia gli darà qualche consiglio sulla gestione dei momenti difficili? «Non ne ha bisogno, Fabio è davvero un uomo carino, sensibile, perfino tranquillo. In campo ogni tanto si scalda, ma non facciamone un caso nazionale. E avere me al fianco lo aiuterà (sorride)». Lo sa che sarete una delle coppie più ricercate dal gossip. «Bene. Vorrà dire che non ci faremo trovare».

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