Sorprese vere e sorprese che non sono tali, fra buone e cattive sorprese

Editoriali del Direttore

Sorprese vere e sorprese che non sono tali, fra buone e cattive sorprese

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Da Dominguez a papà Capriati. Da Serena Williams a Flavia Pennetta, Camila Giorgi e Sara Errani fino a Corrado Barazzutti. Da Novak Djokovic a Rafa Nadal, passando per David Ferrer, Tomas Berdych, fino a Fabio Fognini, Simone Bolelli e i twin Bryan

La settimana scorsa è cominciata, e finita, con due brutte sorprese. Prima la morte di un amico e coetaneo come Patrice Dominguez, classe 1950 (12 gennaio, ad Algeri: 26 anni dopo Nicola Pietrangeli nato a Tunisi) con il quale ho condiviso tanti momenti e un’immensa passione a tutto tondo per il tennis che è stata la nostra vita (entrambi figli di tennisti, giocatori sia pur di ben diverso livello, organizzatori e direttori di eventi e tornei – idem – giornalisti su tutti i media possibili immaginabili, tv, radio, giornali politici e non, libri, web), poi la morte di Stefano Capriati che senza essere un amico è stato però una persona generosa ed istintiva incontrata mille volte con i figli e senza, ma anche la moglie ex hostess della TWA (da cui si sarebbe separato, il fratello che abitava a Milano e gli riferiva tutto quel che dicevamo in tv e sui giornali su Jennifer (che ha scambiato anche graziosamente qualche colpo con mia figlia Ginevra al Foro Italico, mentre Stefano si dette da fare per far ospitare mio figlio Giancarlo per una settimana alla meravigliosa Tennis Academy di Saddlebrook), qualche piccolo scontro dialettico se scrivevo qualcosa che non gradiva sulla figlia (dopo il famoso furto dell’anellino nel Supermercato in Florida, dopo il periodo di riabilitazione cui fu costretta a seguito di cattive frequentazioni in un mondo sbagliato). Due tumori che non perdonano. Che a Patrice e Stefano (brindisino non meno verace di Flavia Pennetta, seppur poi trapiantato prima in Spagna e poi negli Usa) sia lieve la terra.

Restando su argomenti poco allegri la storia di Stan Wawrinka che, da campione uscente, esce anche dal “Ranieri III”, il campo centrale del Country Club in lacrime e con tre soli games in saccoccia dopo 55 minuti devastanti (il giustiziere implacabile del mattino è Grigor Dimitrov. 62 61), è in parte descritta da Giulio Fedele nel suo articolo “Cinque cose che abbiamo imparato a Montecarlo”. Un divorzio, comunque maturato, è sempre un fallimento per chi si era giurato amore eterno. Che poi, all’indomani dei due pianti dirotti, Stan fosse bello allegro al Jimmy’z beh, ci fa piacere per lui. Ma non per sua figlia, cinque anni e inevitabilmente qualche sofferenza immeritata in vista. Per il resto fra moglie e marito non metto il dito.

Tornando al tennis giocato, se plaudo al successo delle azzurre in FedCup sugli Stati Uniti, ben rappresentati da Serena Williams e mal rappresentanti da Lauren Davis, Christina McHale e Allison Riske…se mi rallegro per lo scampato pericolo di una retrocessione che l’ItalFedCup non meriterebbe perché la nostra è squadra omogenea come poche e con parecchie frecce al suo arco, tanto in singolare che in doppio, non condivido però né i peana trionfalistici per un’impresa che secondo me non è tale né gli elogi sperticati allo stratega Barazzutti, cui peraltro io per primo già nel giorno del sorteggio avevo tributato i miei complimenti per aver scelto di “tentare il tutto per tutto” – lui che di solito non è mai stato troppo creativo – schierando Camila Giorgi in un contesto non facile. Non era semplice lasciar fuori squadra a Brindisi Flavia Pennetta, neppure per un solo giorno…e invece Corrado ha fatto benissimo.

Ciò detto ci vuole misura. Le nostre ragazze – consentitemi di chiamarle così, anche se magari qualcuna di loro potrebbe ribellarsi alll’idea eh eh – hanno in fondo fatto né più né meno il loro dovere battendo in singolare due avversarie scarsuccie come la Davis e la McHale. Idem nel doppio, se è vero che Pennetta e Errani sono state n.1 del mondo nella classifica di doppio, e la Riske non c’è mai andata neppure vicino. Inoltre Serena senza Venus non vale metà delle Williams. Sarebbe stata una sorpresa e fortemente negativa, almeno per me, se uno di quei tre punti ci fosse sfuggito.

Sorprese positive, però, ci sono state. Soprattutto la performance di Sara Errani, direi. Perchè può anche essere, certamente, che Serena Williams non abbia reso al meglio sulla superficie sulla quale alcun sue armi sono un tantino spuntate – il servizio su tutte…ha subito quasi altrettanti break che Sara! Questa sì che è una clamorosa sorpresa – ma Sara dall’inizio dell’anno sembrava un po’ in crisi, e invece è arrivata a due punti dal match contro la n.1 del mondo. Onestamente qualcuno l’avrebbe detto prima del match? Io non credo, salvo forse qualcuno dei familiari (il fratello Davide?) e dei fans di Sara. Un po’ meno sorpresa direi è stata anche la capacità di tenere testa a Serena da parte di Camila Giorgi nel primo set. Ha servito per il set, mi pare, ed è stata avanti anche 5-4 nel tiebreak.

Camila non ha paura di quelle più forti di lei. Semmai si angoscia con quelle più deboli. E non è stata davvero una sorpresa che abbia perso maluccio e nettamente il secondo set dopo aver perso il primo. Le è capitato altre volte. Come all’Australian Open con Venus Williams. E in altre occasioni quando le è sfuggita qualche opportunità per conquistare un set, fosse il primo o il secondo. Facendo seguito a tutto quanto ho detto, per carità Corrado Barazzutti ha forse sorpreso qualcuno con le sue scelte, ma non me. Quindi ha fatto il suo. Come le ragazze che hanno vinto 3 partite. Non avesse fatto così avrebbe sbagliato. Quindi, ribadisco, è sempre questione di misura: congratuliamoci, ma non parliamone come se avesse fatto una genialata incredibile. Poiché, di fondo, Corrado è persona onesta, credo possa condividere questo giudizio (anche se magari dentro di sé mugugnerà e penserà “Ubaldo cerca sempre il pelo nell’uovo”). Ognuno è fatto a suo modo. Io sento sempre il dovere di dire ai miei lettori quel che penso. Anche se le mie verità non sono la Bibbia e spesso risultano scomode per chi le ascolta. Ma mi prendo le conseguenze di quel che affermo. Non bleffo per essere politically correct.

Passo rapidamente a Montecarlo e alle sue risultanze. Che Djokovic abbia vinto non è una sorpresa. Certo che no. Non mi è parso il miglior Djokovic, altrimenti non avrebbe consentito un iniziale vantaggio sia a Nadal sia a Berdych, ma era il primo torneo sulla terra rossa. Quindi non è una sorpresa. E’ più una sorpresa, per me, che Nadal abbia battuto David Ferrer – dal quale aveva perso al Country Club sempre a livello di quarti un anno fa – piuttosto che abbia perso da Djokovic. Fra i cinque collaboratori presenti come inviati a Montecarlo avevamo fatto un minireferendum sul risultato di Djokovic-Nadal prima del match: io avevo “profetizzato” un 6-3,6-2 per Djokovic. Ho sbagliato di un game. E’ stato 6-3,6-3. Ero in cattiva giornata (battuta rubata a Rino Tommasi che la diceva sempre ogni volta che sbagliava di pochissimo!).

Fra le sorprese metterei anche il Monfils che ha dominato Dimitrov a quel modo, più che quello che ha battuto un Federer lontano dal miglior Federer sul “rosso”, ma non ancora pronto per il “De Profundis”. Non è una sorpresa il fatto he un giorno Monfils possa giocare bene, perchè giocare contro Federer lo ispira, e il giorno dopo malissimo perchè avverte un malcelato senso di impotenza quando affronta Berdych che lo sovrasta, schiacciando tutti i suoi topspin fin dalla risposta al servizio.

Direi che è una parziale sorpresa che Berdcyh sia diventato più competitivo dieci anni dopo il suo primo e ultimo successo in un Masters 1000 (Bercy 2005). Non è una sorpresa però che vinto il secondo set abbia perso i primi 4 games del secondo. Non è una sorpresa, purtroppo, che Fognini, Bolelli e Seppi siano schizzati fuori dal torneo nei primi due turni.

Non è una sorpresa che Fognini e Bolelli abbiano raggiunto una finale anche a Montecarlo, battendo nuovamente Tecau-Rojer e Dodig-Melo. Non è una sorpresa che abbiano perso dai due gemelli Bryan, che il doppio classico lo giocano nettamente meglio. E’ per me invece una sorpresa che anche negli scambi da fondocampo Bolelli e Fognini (soprattutto il primo) perdessero quasi regolarmente il duello con i Bryan (mi pare soprattutto Bob…ma, scusatemi: li confondo!).

L’ultima sorpresa è negativa, per un giorno, e per la prima volta in 7 anni di esistenza dalla sua nascita (maggio 2008): Ubitennis non potrà essere aggiornato dai suoi redattori. Ma il server necessitava urgente riparazione per diventare più rapido, efficace, vincente. Come il vecchio blog Servizi Vincenti. Ma ad un livello molto più alto. Tireremo solo aces.

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