Al RG tutti inseguono Djokovic

Roland Garros

Al RG tutti inseguono Djokovic

Uno sguardo alla situazione dei top 10 e degli italiani, alla vigilia del Roland Garros: il dominio di Novak Djokovic, il declino di Nadal, le possibilità di Fognini

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Il secondo Slam dell’anno batte le nocche sulle nostre porte, mentre le maniche si accorciano e la sessione universitaria estiva si fa sempre più minacciosa. Un uomo solo è al comando, con uno storico record ben centrato nel proprio mirino; il gruppone degli inseguitori è capeggiato da nomi nobili, il (quasi) nuovo potrebbe definitivamente avanzare e i francesi si aggrappano alle tenui speranze di talenti che sembrano in declino. Come per il panorama femminile, diamo uno sguardo alla situazione dei top 10, degli italiani e degli eventuali outsiders.

1. Novak Djokovic
Miglior risultato a Parigi: finale (2012 e 2014)
Risultato 2014: finale (Nadal b. Djokovic 3-6, 7-5, 6-2, 6-4)

Si sono ormai esauriti gli aggettivi per descrivere il mostruoso stato di forma che il serbo sta attraversando in questo 2015, pericolosamente simile all’annus mirabilis di quattro stagioni fa. Ha vinto ogni torneo a cui ha partecipato, eccezion fatta per un Medio Oriente avverso, tra Doha (quarti di finale persi da un sorprendente Karlovic) e Dubai, in cui si è arreso solo in finale al cospetto di un sontuoso Roger Federer, ormai emiro honoris causa. Un Major e quattro mille consecutivi scontrinati sudando il giusto, e la concreta possibilità di firmare il primo Grande Slam dai tempi di Rod Laver nel 1969; non ha precauzionalmente partecipato a Madrid prima di vincere Roma senza mai andare oltre la quarta marcia, perdendo un set in ogni incontro fino alla semifinale eppure senza mai dare l’impressione di poter essere eliminato. Ha mostrato una solidità impensabile, soprattutto nella finale di Roma, e psicologicamente sembra in fase Zen da Febbraio: insomma, è lui l’uomo con il bersaglio sulle spalle, vedremo se qualcuno saprà intascare la sua taglia: giocare tre su cinque rende l’impresa ulteriormente ardua.

2. Roger Federer
Miglior risultato a Parigi: vittoria (2009)
Risultato 2014: ottavi di finale (Gulbis b. Federer 6-7, 7-6, 6-2, 4-6, 6-3)

Potrà essere finito (e sono ormai anni che si dice), aver sbagliato programmazione (e non sarebbe la prima volta, dopo la tournèe sudamericana e la terra di Amburgo e Gstaad 2013) o essere alle prese con una nuova vita da plurigenitore prossimo alla pensione, eppure è ancora là: il recordman svizzero ha già vinto tre tornei quest’anno, di cui uno sul rosso seppur superando avversari che per talento potrebbero portargli solo la borsa. Non centratissimo nei primi due Masters europei, a Roma si è presentato a (pseudo)sorpresa, per poi superare in vacanziera scioltezza scogli importanti come Berdych e Wawrinka, giocando un ottimo tennis e cedendo le armi solo contro la netta superiorità di un granitico Djokovic in finale; non è un suo obiettivo primario, ma dubito che Federer non pagherebbe l’importo di uno dei suoi milionari contratti di sponsorship pur di vincere un secondo Roland Garros, che gli regalerebbe il doppio Career Grand Slam (riuscito solo a Roy Emerson e Rod Laver). Personalmente il livello mi è parso alto ma precario a Roma, quasi come se un granello qualsiasi di sabbia (o terra rossa) potesse mandargli in tilt gli ingranaggi. L’anno scorso perse in volata contro un Gulbis ispiratissimo, difficile da ritrovare almeno in questa stagione (ne riparleremo a breve); un buon tabellone potrebbe aiutarlo a provare un’altra (ultima?) crociata verso quel Graal mai troppo amato e comunque già una volta conquistato.

3. Andy Murray
Miglior risultato a Parigi: semifinale (2011 e 2014)
Risultato 2014: semifinale (Nadal b. Murray 6-3, 6-2, 6-1)

Innamorato, sempre di più, non solo della fresca mogliettina, ma evidentemente anche, e finalmente, della terra rossa; Andy nella piovosissima Monaco ha sconfitto la maledizione che lo voleva a secco di titoli sul mattone tritato, prima di ripetersi la settimana successiva a Madrid, superando un incerto Nadal in una finale pressoché dominata. Breve, e manco troppo intensa l’apparizione capitolina, terminata con il ritiro in seguito alla vittoria nel primo turno con Chardy: “Sono esausto, devo riposare” le parole del britannico, che a Parigi arriva con due semifinali già in saccoccia (compresa quella dello scorso anno), entrambe però foriere di sonore stese ad opera di Rafa Nadal. Il neonato feeling con la superficie potrebbe portarlo lontano a Bois de Boulougne, specialmente se il livello rimane quello espresso in Spagna; la partnership con Bjorkman, al fianco di mamma Amelie sembra stia dando la giusta serenità allo scozzese, c’è da capire se l’anello basterà a domarli, ghermirli e incatenarli.

4. Tomas Berdych
Miglior risultato a Parigi: semifinale (2010)
Risultato 2014: quarti di finale (Gulbis b. Berdych 6-3, 6-2, 6-4)

Le vertigini del best ranking non dovrebbero essere un problema; finalmente asceso al numero 4 del mondo, il ceco sta attraversando un momento di clamorosa forma, ogni volta interrotto soltanto dai soliti nomi. Il peggior risultato della stagione finora sono i quarti di finale (!!) raggiunti a Indian Wells e Roma, con il sipario calato in entrambi i casi da Federer; al Roland Garros non c’è mai stato troppo volentieri, e il suo miglior piazzamento risale ormai a cinque anni fa, quando a stopparlo fu il Soderling versione automa parigino. Rimane un cavallo su cui puntare ad occhi chiusi quanto meno fino a metà della seconda settimana, quando ci sarà da capire se il complesso con i più forti ancora una volta interverrà a suo discapito.

5. Kei Nishikori
Miglior risultato a Parigi: ottavi di finale (2013)
Risultato 2014: primo turno (Klizan b. Nishikori 7-6, 6-1, 6-2)

Il giapponese rappresenta la novità, che ormai non è più tanto tale: già infranto il muro di una finale Slam agli scorsi US Open, già registrate multiple vittorie su Djokovic e Federer (sfiorata quella su Nadal a Madrid 2014, quando avanti di un set e un break a fermarlo fu la sua schiena ballerina). L’anno scorso inciampò in un cavallo pazzo come Klizan, anche se nessuno si sarebbe mai aspettato una disfatta simile. Sulla terra quest’anno ha inanellato un titolo a Barcellona, una semi a Madrid persa dal futuro vincitore Murray e un quarto di finale di nuovo ceduto all’eventuale campione, Djokovic: il suo gioco universale può dar fastidio a chiunque, ovunque, ma deve sperare di non incappare in un’altra giornata storta come nel 2014. Insomma, di non buttare gli ottimi risultati di questi mesi nel suo nuovo sponsor.

6. Milos Raonic
Miglior risultato a Parigi: quarti di finale (2014)
Risultato 2014: quarti di finale (Djokovic b. Raonic 7-5 7-6 6-4)

Il suo forfait non ancora ufficiale, ci impone di considerarlo tuttora la sesta forza del seeding. Dispiace sapere che quasi sicuramente non sarà della compagnia, ma non credo avrebbe potuto fare male ai mostri sacri: ancora troppo il divario di personalità prima ancora che di tecnica, e chissà quando si svilupperà del tutto il buon (troppo buono direi) Milos; innegabili i miglioramenti sotto la guida Piatti-Ljubicic, ma c’è ancora tantissimo da fare. Di certo la spinta della semifinale a Wimbledon dello scorso anno lascia ben sperare in vista dello swing erbivoro, la non partecipazione a Parigi potrebbe essere una buona occasione per pianificare l’assalto al giardino reale.

7. Rafael Nadal
Miglior risultato a Parigi: vittoria (2005, 2006, 2007, 2008, 2010, 2011, 2012, 2013 e 2014)
Risultato 2014: vittoria (Nadal b. Djokovic 3-6 7-5 6-2 6-4)

Qui ci sarebbe fin troppo da discutere: il titano della Porte d’Auteil si presenta a Parigi per la prima volta fuori dai top 5 dopo dieci anni. I progressi fatti in un solo mese sono palpabili, a Montecarlo non riusciva a spingere il dritto oltre il quadrato del servizio mentre a Roma ha fatto male eccome, sprecando contro Wawrinka un vantaggio che ai bei tempi gli avrebbe permesso di spazzare via qualsiasi avversario; il che mi porta a segnalare come le lacune più evidenti siano sorprendentemente sotto il piano mentale, manca quella garra di cui Nadal era ambasciatore assoluto. Il body language troppo spesso sembra negativo, e l’unico acuto della stagione rimane il torneino di Buenos Aires, un’inezia rispetto alle abitudini; potrebbe bastare l’aria francese a fargli affilare di nuovo i canini, ma Djokovic sembra irraggiungibile in queste condizioni, e gli altri all’apparenza partono una spanna e mezza più avanti. Giocare al meglio dei cinque set però potrebbe essere il fattore decisivo per la rinascita.

8. David Ferrer
Miglior risultato a Parigi: finale (2013)
Risultato 2014: quarti di finale (Nadal b. Ferrer 4-6 6-4 6-0 6-1)

Giustissimo rimarcare come Ferrer non sia mai considerato alla stregua degli altri top players nonostante il suo nome figuri sempre negli ultimi riquadri dei tabelloni di ogni torneo in cui partecipa, ma non c’è granché da fare; un eterno secondo, che a Parigi vede raddoppiata l’ombra del suo connazionale, re indiscusso del territorio. La finale del 2013 è stata il giusto coronamento dei suoi sforzi, e resta indubbio il suo valore assoluto sulla terra rossa, ma non credo potrà spingersi oltre un canonico ruolo da comprimario, soprattutto se alla ristretta cerchia di chi può batterlo iniziano ad aggiungersi nomi nuovi, come Nishikori o l’improbabile Andujar.

9. Stan Wawrinka
Miglior risultato a Parigi: quarti di finale (2013)
Risultato 2014: primo turno (Garcia Lopez b. Wawrinka 6-4 5-7 6-2 6-0)

La scorsa edizione lo vide uscire malamente ancora in preda alla sbornia monegasca e forse agli strascichi australiani; quest’anno il numero due di svizzera giunge a Parigi con le buone sensazioni romane, dove ha sconfitto Nadal, e un odio profondo verso Grigor Dimitrov, che invece lo ha estromesso consecutivamente da Montecarlo e Madrid. Al momento Stan è impegnato nel torneo casalingo di Ginevra, forse alla ricerca di una tranquillità che da troppo tempo sembra averlo abbandonato: ci sarà da capire se le sue faccende personali (i rumors di una sua presunta relazione con Donna Vekic continuano a riecheggiare), che addirittura lo hanno portato alle lacrime nel Principato, rappresenteranno un ostacolo insormontabile.

10. Marin Cilic
Miglior risultato a Parigi: ottavi di finale (2009 e 2010)
Risultato 2014: terzo turno (Djokovic b. Cilic 6-3, 6-2, 6-7, 6-4)

Il mistero di questo 2015. Il successo agli US Open dello scorso anno sembra avergli causato una incredibile involuzione; quest’anno ha giocato praticamente solo sul rosso, non andando mai oltre i quarti di finale (Montecarlo, contro Djokovic). Intorno, sconfitte impensabili contro Estrella-Burgos e da ultima con Giraldo a Ginevra; difficile spiegare le motivazioni di un calo così vertiginoso, di certo dovrà fare attenzione a non implodere del tutto da qui a fine stagione, dove difende una discreta quantità di punti. Permanenza in top 10 quanto mai a rischio per l’allievo di Ivanisevic.

Italiani

Riflettori ovviamente puntati su Fabio Fognini, soprattutto dopo lo splendido torneo di Roma, arrestatosi soltanto contro lo smagliante Berdych. Difficile non tornare all’exploit del 2011, a quel 11-9 al quinto contro Montanes, contro il pubblico e contro i crampi; i quarti di finale che seguirono, e a cui Fognini non partecipò proprio per le conseguenze dello sforzo profuso, rappresentano il miglior risultato Slam dell’azzurro, non sempre aiutato da tabelloni amici. L’onda romana potrebbe però essere un buon destriero da cavalcare, perché anche se ritrito da affermare, Fognini sul rosso rimane un animale difficile da domare. Presente anche Andreas Seppi, che ha però saltato tutta la stagione sul rosso a causa dell’infortunio all’anca che ne aveva pregiudicato le prestazioni già a Montecarlo, rallentandolo dopo l’exploit australiano che lo aveva visto vittorioso su Federer; il bolzanino ha nel quarto turno del 2012 il suo miglior risultato a Parigi, quando costrinse al quinto Novak Djokovic sprecando un vantaggio di due set a zero. Ci sarà da analizzare anche la nuova collaborazione di Simone Bolelli con Giorgio Galimberti, che agli internazionali di Roma ha ufficializzato questo nuovo team; Simone sembra essere tornato su livelli discreti, ancora però a secco di squilli importanti. Lontano quel 2008 in cui, complice forse il miglior stato di forma della sua carriera, il bolognese si spinse fino al terzo turno, sconfitto da Llodra.

Sarà della compagine azzurra anche il guerriero Paolo Lorenzi, al momento impegnato in un Challenger sul duro di Eskisheir, in Turchia; il senese potrebbe sfruttare la corrente che lo ha portato a vincere per la prima volta una partita in uno Slam lo scorso ottobre agli US Open, prima di ripetersi in Australia a gennaio.

Outsiders

Nonostante le recenti pessime prestazioni, Ernests Gulbis va considerato una mina vagante per natura; il lettone ha vinto soltanto due partite a fronte di dodici sconfitte quest’anno, eppure al Roland Garros ha sempre fatto bene. L’anno scorso si spinse fino in semifinale (miglior risultato Slam) superando in cinque set Federer, prima di dare un’autentica lezione a Berdych per poi crollare con Djokovic; la seconda vittoria di quest’anno è giunta a Nizza, dove difendeva il titolo, contro Aleksandr Dolgopolov, un altro che se in giornata può essere incluso tra le possibili sorprese. Indubbiamente da non sottovalutare Grigor Dimitrov, sebbene in questi mesi terraioli non si sia spinto oltre la semifinale persa a sorpresa da Cuevas a Istanbul, prima di cedere il passo a Fognini nella boglia del Pietrangeli a Roma. Sono senz’altro da tenere d’occhio i giovanissimi rampanti; Nick Kyrgios ha recentemente battuto Federer a Madrid, sebbene debba ancora prendere ripetizioni di comportamento per evitare spiacevoli episodi come quello dell’Estoril, dove ha poi raggiunto la finale. L’australiano ha fatto quarti nello Slam di casa, e ha senz’altro le carte in regola per poter dare fastidio ai piani alti. C’è anche Borna Coric; fallace negli appuntamenti importanti (sconfitta al primo turno a Montecarlo, e al primo turno di qualificazioni a Roma), ha invece raccolto qualcosa in più nei tornei minori, raggiungendo i quarti di finale all’Estoril e approdando addirittura in semi a Nizza, torneo ancora in corsa. In Portogallo la stellina croata è stata eliminata dal tennista forse più caldo tra quelli di seconda fascia, Guillermo Garcia-Lopez: lo spagnolo, che si esprime benissimo sulla terra senza comunque disdegnare le altre superfici, può essere uno dei cavalli neri su cui buttare un simbolico euro. Dopo il successo di Zagabria sul nostro Seppi, Garcia-Lopez si è ripetuto sul rosso di Bucharest, prima di cogliere una positiva semifinale per l’appunto all’Estoril e un dignitoso ottavo a Roma, sconfitto da Ferrer. Sempre da osservare il team dei padroni di casa: se Tsonga balbetta a causa anche di un anno iniziato solo a Marzo a causa di un infortunio, è in gran forma Gael Monfils, che a Montecarlo ha raggiunto una splendida semifinale eliminando nel tragitto Roger Federer e Grigor Dimitrov, prima di infrangersi contro il muro Berdych. L’originario della Guadalupa ha ammesso di aver tratto enorme giovamento dalla collaborazione con Ian de Witt, e i risultati sembrano dargli ragione. A lui vanno accostati i sempreverdi Simon e Gasquet, con il secondo vittorioso all’Estoril (e a Febbraio in casa a Montpellier), e il primo che ha aggiunto alla bacheca il trofeo di Marsiglia a inizio stagione, ma costretto a ritirarsi dal torneo di Nizza. Potrà dire la sua anche Pablo Andujar, visto a Barcellona in formato stellare.

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