Obradovic critica Becker: “Era disinteressato, è successo qualcosa nell'angolo di Novak”

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Obradovic critica Becker: “Era disinteressato, è successo qualcosa nell’angolo di Novak”

Il capitano serbo di Coppa Davis, Bogdan Obradovic, indica nell’atteggiamento remissivo dell’angolo di Djokovic, in particolare di Boris Becker, uno dei motivi della sconfitta del fuoriclasse serbo. E ipotizza possibili problemi all’interno del team del n.1 del mondo, oltre al fatto che sia composto da troppe persone “Riceve troppe informazioni e questo lo infastidisce”

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Il selezionatore della nazionale della Serbia di Coppa Davis è uno degli addetti ai lavori della nazione balcanica che meglio conosce Novak Djokovic, avendolo allenato da junior. Obradovic è anche un personaggio che non le manda certo a dire, come quando ha accusato il pubblico belgradese di disamore nei confronti della nazionale di Davis oppure come quando ha attaccato Wilander, reo di aver criticato eccessivamente Nole per il comportamento tenuto durante la finale degli Australian Open.

Questa volta, in seguito alla sconfitta del fuoriclasse di Belgrado nella finale del Roland Garros, il bersaglio di Obradovic è il team del ventottenne concittadino, che lui ritiene responsabile dell’inopinata sconfitta di Nole, per il poco il sostegno dato a Djokovic durante il match. La critica è rivolta in particolare a Boris Becker.

L’energia in panchina era scarsa. E questo ha certamente influito sull’esito dell’incontro. Non mi è piaciuto soprattutto il disinteresse di Boris Becker, che non ha reagito come avrebbe dovuto e non ha dato il giusto sostegno a Novak. Conosco Djokovic, so che a volte quando è in campo ha bisogno quasi che ti ‘scontri’ con lui, che lo sfidi a reagire, a dare di più. Il tedesco questa volta non ha fatto niente di tutto questo, si è visto” ha detto Obradovic, che ricopre il ruolo di capitano di Coppa Davis dal 2007 ed ha guidato Djokovic e compagni alla vittoria nel 2010.

Obradovic ha anche sottolineato il fatto che quando le telecamere hanno inquadrato l’angolo del serbo durante la finale, Becker e Vajda non erano seduti vicini, come accade invece di solito. “Penso che sia accaduto qualcosa in panchina, ma cosa esattamente non lo so. Ma c’era qualche problema.”

Che sia a causa di frizioni o meno, anche quest’anno come l’anno scorso, a Wimbledon, Djokovic sarà seguito soltanto da Boris Becker, senza quindi che si accodi anche Marian Vajda, che invece dovrebbe tornare a seguire il serbo per l’Open di Canada e Pechino.

Per quanto riguarda la prestazione fornita in campo da Djokovic, il quarantottenne allenatore di Belgrado sostiene che non si sia espresso al suo solito livello, ma questo anche perché Wawrinka ha giocato il match della vita. “Novak ha iniziato troppo tardi ad alzare il livello di gioco. Ha cominciato il match ad un livello medio, ma Wawrinka è entrato “in the zone” e quando succede è difficile farlo uscire da lì. Gli entrava tutto. Ha giocato alla va o la spacca”, ha dichiarato Obradovic, che ha aggiunto che c’era troppa pressione su Djokovic durante il torneo di Parigi, ma che in assoluto ci sono troppe cose che gli creano tensione. “Novak ha troppe persone attorno a sé. Lo ha detto lui stesso quando scherzando gli è stato chiesto perché non prende un insegnante di sassofono, se gli piace suonarlo. Evidentemente non gli piace avere tanta gente attorno. Riceve troppe informazioni e questo lo infastidisce. Dovrà tagliare.”

Il capitano non giocatore serbo ha aggiunto che la sconfitta nella finale del secondo Slam stagionale non lo preoccupa in prospettiva di Wimbledon: “Londra è tutta un’altra storia rispetto a Parigi. I punti si giocano su pochi colpi, 4 o 5 scambi, ed è un bene per Novak. Si spende meno energia sul campo, a differenza del Roland Garros che si sa essere più esigente a livello fisico. Andrà tutto bene, Djokovic avrà l’energia necessaria a Londra”. 

 

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