Wimbledon donne, day 2: ci sarà un altro caso Suarez Navarro?

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Wimbledon donne, day 2: ci sarà un altro caso Suarez Navarro?

Con la discesa in campo di Kvitova, campionessa in carica e Halep, semifinalista 12 mesi fa, si completa il tabellone. Chi vincerà fra Konjuh e Cornet, ex giustiziera di Serena Williams?

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La parte bassa del tabellone femminile offre forse un po’ meno partite interessanti rispetto alla parte alta.

Le big
La testa di serie numero due e campionessa in carica Petra Kvitova affronta Kiki Bertens. L’olandese è una delle giocatrici i cui numeri mostrano una particolare influenza della superficie sui risultati: 65% di vittorie sulla terra, 53% sul cemento e solo 40% su erba. Nel suo caso cambiare tipo di campo sembra davvero essere determinante. Una partita scontata? Si potrebbe pensarlo, ma va ricordato quello che accadde tre anni fa: da campionessa in carica Kvitova si esibì all’esordio sul campo centrale (come da tradizione) contro una avversaria ampiamente alla sua portata come Akgul Amanmuradova. Eppure Petra nel primo set riuscì ugualmente a trovarsi sotto di un break e con palla del secondo break (contro). Quel giorno era in preda ad una emozione inedita, che non aveva mostrato neppure in partite più importanti, come la finale dell’anno prima contro Sharapova. Allora Kvitova si salvò dal disastro nel primo set grazie “all’aiuto” di Amanmuradova, che, servizio a parte, ha fondamentali molto incerti.
La testa di serie numero tre Simona Halep (semifinalista 2014) trova Jana Cepelova. Un sorteggio che l’anno scorso sarebbe apparso piuttosto insidioso, considerati i risultati positivi nel 2014 di Cepelova (ad esempio aveva sconfitto Serena Williams a Charleston arrivando sino alla finale); quest’anno però Jana sembra meno brillante, e il pronostico appare molto meno incerto.

Le giovani
Anche su questo versante a mio avviso la seconda giornata presenta meno match interessanti rispetto alla prima giornata. Più che scontri diretti tra giovani segnalerei due nomi:
Ana Konjuh, reduce dalla vittoria sull’erba di Nottingham, contro la testa di serie numero 25 Alizè Cornet, che l’anno scorso a Wimbledon aveva eliminato Serena Williams.
Laura Robson, al rientro in un tabellone principale dopo un anno e mezzo di tribolazioni fisiche in seguito all’operazione al polso. Affronterà Evgeniya Rodina (101 del ranking). L’altra settimana Laura ha perso 6-0, 6-1 da Gavrilova nelle qualificazioni di Eastbourne: dopo uno stop tanto prolungato un risultato più che comprensibile. In condizioni normali Robson sarebbe ampiamente favorita contro Rodina: ma in questo momento non conterà tanto la vittoria, quanto capire se una delle giocatrici più talentuose della nuova generazione è finalmente recuperata per il tennis agonistico.
Se invece allarghiamo il limite di età, forse la partita più stimolante è quella tra due ex-promesse che stanno per compiere 24 e 25 anni: Mona Barthel contro Anastasia Pavlyuchenkova. Barthel è del Luglio 1990, Pavlyuchenkova del Luglio 1991: giocatrici che in diversi momenti della carriera hanno mostrato un talento di spessore superiore, ma che faticano a confermarsi ai vertici.

Le italiane
Karin Knapp esordisce contro Magdalena Rybarikova. Con il suo servizio efficace, il buon gioco di volo e lo slice di rovescio ad una mano, Rybarikova avrebbe i mezzi tecnici ideali per l’erba, ma non sta attraversando un momento brillantissimo. In più Knapp vanta dei precedenti piuttosto inequivocabili: tre vittorie a zero, cinque set vinti e nessun perso (solo cinque vinti perché l’ultimo match si è concluso per ritiro).
Camila Giorgi ha trovato Teliana Pereira, brasiliana ventiseienne che non si può definire una specialista del gioco sui prati, visto che sino ad oggi ha vinto un solo match sui sette disputati in carriera.

Tedesche protagoniste
La seconda giornata risulta invece particolarmente interessante se la si guarda nell’ottica del tennis tedesco. Ho già detto di Mona Barthel, ma segnalerei anche altri match: il derby tra Angelique Kerber e Carina Witthoeft, la partita di Julia Goerges contro Timea Bacsinszky e quella tra due delle giocatrici più potenti del circuito: Sabine Lisicki contro Jarmila Gajdosova.

Nelle pieghe del torneo
Tra chi non è testa di serie mi sembra particolarmente interessante il match tra due giocatrici capaci di giornate di altissimo livello, alternate ad altre deludenti: Mirjana Lucic contro Yaroslava Shvedova. Nell’edizione di Wimbledon del 1999, una Mirjana Lucic appena diciassettene era stata capace di spingersi fino alle semifinali: aveva sconfitto Monica Seles e perso solo da Steffi Graf 6-4 al terzo set. Dopo le infinite tribolazioni successive oggi è tornata con il suo tennis di attacco, che nelle giornate-sì diventa quasi irresistibile. Ma anche Shvedova su erba sa esprimersi benissimo, ed è capace di imprese straordinarie: ne sa qualcosa Sara Errani che contro di lei nel 2012 a Wimbledon subì il cosiddetto golden set (vale a dire un 6-0 ottenuto con 24 punti vinti consecutivamente senza perderne alcuno). E anche Camila Giorgi ha rischiato moltissimo contro di lei pochi giorni fa nel torneo poi vinto a ‘s-Hertogenbosch.

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