Wimbledon: Sharapova mini-rischio. Serena e l'incognita. I match da seguire

Wimbledon

Wimbledon: Sharapova mini-rischio. Serena e l’incognita. I match da seguire

Johanna Konta è reduce da una settimana super. Chi conosce Margarita Gasparyan? Occhi puntati su Belinda Bencic-Tsvetana Pironkova, Garcia-Watson, Roberta Vinci, Flavia Pennetta

Pubblicato

il

 

Prima giornata di Wimbledon, il giorno delle incertezze.
Non bastano i risultati dei tornei delle tre settimane passate per avere le idee davvero chiare sullo stato di forma delle favorite, e su cosa aspettarsi nei primi turni: solo con il lunedì e il martedì della prima settimana si comincerà a capire in quali condizioni arrivano le migliori. Nessuno Slam parte con una indeterminatezza tanto marcata; i tornei di preparazione sono affrontati con molta circospezione dalle più forti, che al primo dolorino si ritirano. E molte hanno semplicemente rinunciato a giocare. Delle prime quattro teste di serie (Williams, Kvitova, Halep e Sharapova) solo Simona Halep ha disputato qualche match: tre, per la precisione, a Birmingham. Zero assoluto per Serena, Petra e Maria. Mai come in questo caso è importante la verifica sul campo. Quali sono i match che meritano di essere seguiti?

Le top ten: Williams, Sharapova, Safarova
Due le big programmate il primo giorno. Serena e Maria, ferme dal Roland Garros, hanno entrambe pescato due avversarie già rodate. Serena trova una qualificata, Margarita Gasparyan (113 del ranking); quindi una giocatrice con alle spalle almeno tre match vinti sull’erba. Non l’erba di Wimbledon vera e propria, ma quella di Roehampton, dove si tengono le qualificazioni per preservare i campi dello Slam. Non si può dire che Gasparyan sia una giocatrice conosciuta, ma quando si nasce in Russia o si emerge immediatamente oppure si rischia di rimanere parte di una massa indistinta di giocatrici che alimentano un movimento capace di grandi numeri.

Gasparyan è comunque ancora giovane (è nata il primo settembre 1994), e pur giocando per la prima volta sull’erba ha superato in scioltezza le qualificazioni: sei set vinti, zero persi, non più di sei game ceduti alle avversarie (tra cui Alberta Brianti). Potrebbe essere un segnale di un imminente salto di qualità: in fondo a vent’anni c’è tutto il tempo per progredire. In carriera ha affrontato una sola giocatrice tra le prime 50, quando perse da Lucie Safarova, allora numero 18, nel 2012 a Mosca (dove aveva avuto una wild card). Dopo il numero 18 di Safarova per trovare la giocatrice con il ranking più alto affrontato si deve passare al 69. Se invece il riferimento è la vittoria, allora si deve scendere al 96 di Denisa Allertova, sconfitta nel maggio scorso.
Confesso di non averla mai vista giocare; magari il match con Serena potrà mostrarci se potremo sentire nuovamente parlare di lei.

Molto più insidioso, almeno sulla carta, l’impegno di Sharapova, che trova una delle protagoniste del torneo di Eastbourne, Johanna Konta. Konta ha vissuto la migliore settimana della carriera: ha sconfitto una top ten come Makarova e una giocatrice in grande crescita come Muguruza; Johanna possiede un servizio efficace e colpi potenti che le hanno consentito di fare strada a dispetto delle classifica (oggi è 136). Pur riconoscendole tutti i meriti possibili, non credo sarebbe stato un primo turno insormontabile per una Sharapova in forma. Ma il fatto è che l’ultima volta che abbiamo visto Maria giocare è stata il giorno della sconfitta parigina da Safarova. Ricordo che allora Sharapova aveva la febbre, e il mal di gola si aggiungeva ad un periodo di condizione non eccelsa.

Rimanendo tra le top ten, a mio avviso è da seguire con attenzione anche il match di Lucie Safarova, che si ritrova di fronte una specialista come Alison Riske, maestra del gioco d’anticipo su erba. Ci vorrà una Safarova senza troppe incertezze psicologiche e che abbia ben digerito tecnicamente il passaggio dalla terra al veloce, perché la sua avversaria è più insidiosa di quanto racconti il ranking.

Le giovani: Bencic, Gavrilova, Watson, Garcia
Un’altra testa di serie che secondo me avrebbe potuto pescare meglio è Belinda Bencic. Si trova di fronte una delle tenniste con il miglior record degli ultimi anni a Wimbledon: Tsvetana Pironkova (possibile outsider, ma non tanto quanto…), che nel 2010 ha saputo raggiungere la semifinale, nel 2011 un quarto di finale e nel 2013 un quarto.

A proposito di giovani e di incertezze: un’altra incognita è la condizione fisica di Daria Gavrilova, ritirata a Eastbourne, attesa da una colpitrice come Begu, che quando trova la giornata giusta è una cliente difficile. Altri due match molto interessanti tra le giovani: Garcia contro Watson, fra le migliori rappresentanti della loro generazione. E Vandeweghe contro Schmiedlova: due giocatrici dal tennis differente, e si sa che il confronto di stili è un buona base di partenza per produrre match divertenti. Vandeweghe dovrà cercare di fare il punto con i primi colpi, Schmiedlova al contrario sa che se il paleggio si allunga, la bilancia della partita penderà dalla sua parte.

Quattro Italiane: Schiavone, Errani, Pennetta, Vinci
Derby tra due giocatrici che hanno raccolto il meglio nello Slam parigino: Sara Errani contro Francesca Schiavone; l’erba non è la loro superficie di elezione, ma di sicuro ci si muove meglio Francesca (quarto di finale a Wimbedon nel 2009); bisognerà vedere se conterà di più l’adattabilità alla superficie o il ranking e la freschezza dell’età (e allora si imporrebbe Sara).

Flavia Pennetta affronta Zarina Diyas: appena fuori dalle teste di serie (è numero 34 del ranking) ha giocato poco sull’erba, ma con discreti risultati. Diyas soffre la grande potenza, ma se trova giocatrici che non la sovrastano diventa un rebus difficile da risolvere. E Pennetta pur essendo una discreta colpitrice non è comunque una bombardiera; in questi casi occorre scegliere bene quando spingere e quando gestire, perché Zarina, malgrado sia giovane (21 anni), sta diventando sempre più matura tatticamente.

Roberta Vinci ha pescato una delle giocatrici più imprevedibili del circuito, Aleksandra Krunic, capace di alti e bassi davvero estremi. Per capirlo basta vedere di cosa è capace con il servizio: a volte spara attorno ai 190 all’ora, altre volte prime poco più che appoggiate, che mai farebbero sospettare i picchi di velocità che è in grado di raggiungere. Krunic ha vissuto il suo momento migliore l’anno scorso a Flushing Meadows quando sconfisse Keys e Kvitova allo stesso modo: resistendo alle loro bordate di inizio gioco, allungando il palleggio e dimostrando anche di saper ribaltare lo scambio con i vincenti. Perse da Azarenka facendola soffrire moltissimo, in una delle partite più avvincenti del 2014. Ma questa è la Krunic positiva. Poi c’è anche quella che non supera le qualificazioni dei tornei WTA, moltiplica i gratuiti, ha difficoltà a gestire le palle senza peso e a impostare il gioco; altrimenti non si spiegherebbe come una tennista capace di certi picchi si ritrovi soltanto al numero 92 del mondo.

Tra le pieghe del torneo
Segnalo due match prima di chiudere:

il derby slovacco tra due ex top ten come Hantuchova e Cibulkova. Dominika è appena rientrata dall’operazione al piede e si ritrova di fronte la più anziana compagna di squadra che non ha mai sconfitto in carriera (4-0 per Daniela i precedenti).

la verifica del valore di Alyson van Uytvanck (quarti di finale al recente Roland Garros) contro Bethanie Mattek-Sands, che dopo l’operazione all’anca ha cominciato a vincere in doppio (due Slam con Safarova, a Melbourne e Parigi) e adesso sembra essere sulla strada del recupero fisico tecnico anche in singolare (qualificazioni superate senza perdere un set).

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement