Obradovic si scaglia contro l’Argentina: “A Buenos Aires ci hanno reso la vita impossibile”

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Obradovic si scaglia contro l’Argentina: “A Buenos Aires ci hanno reso la vita impossibile”

Pur ammettendo la superiorità della squadra Argentina nella sfida dello scorso weekend, il capitano non giocatore serbo Obradovic, ha dichiarato ad un giornale del suo paese che i sudamericani hanno fatto di tutto per rendere impossibile la permanenza della nazionale di Davis serba a Buenos Aires

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“Non voglio cercare alibi per la sconfitta, perché gli argentini hanno giocato meglio, ma quello che abbiamo vissuto lì non gli fa onore. Si devono vergognare! È la peggiore ospitalità che abbiamo mai ricevuto. Gli organizzatori hanno fatto di tutto per rendere difficile il nostro soggiorno a Buenos Aires”. Queste le parole del selezionatore serbo di Coppa Davis Bogdan Obradovic, in un’intervista ad un giornale serbo ripresa anche dai media croati, su quanto accaduto a Buenos Aires, dove la nazionale balcanica orfana di Djokovic è stata sconfitta per 4-1 dalla squadra argentina nell’incontro dei quarti di finale del World Group.

“Nel palazzetto non c’era il riscaldamento (in Argentina è inverno, ndr). La cena di gala era sotto una tenda ed il cibo che è stato servito era freddo, immangiabile. Non eravamo andati a cena per farci fare le foto, ma perché i giocatori avevano fame. Il cibo era pessimo, non era fresco. Non volevamo niente di speciale, ma ci hanno servito carne che sembrava suola di scarpe e insalata che non si poteva mangiare. Giovedì sera siamo dovuti restare bloccati per due ore e mezza negli spogliatoi, perché è venuto in visita il loro presidente. Dico, due ore e mezza! I giocatori non sono potuti rientrare in albergo prima delle 21 e il giorno successivo dovevano giocare. Il trasporto poi, è stato una disperazione. Siamo saliti in macchina per andare al palazzetto per il match di doppio e abbiamo scoperto che qualcuno ci aveva vomitato dentro. Abbiamo chiesto al conducente cosa è successo e lui risponde: ‘Sembra che qualcuno l’abbia usata la notte scorsa’. Per non parlare di come guidavano per Buenos Aires. Volevano consapevolmente infastidirci” ha continuato un indignato Obradovic – che con la sconfitta in Sudamerica ha visto sfumare la possibilità per la Serbia di bissare la vittoria del 2010 – ed ha concluso con il racconto di un altro episodio che ha avuto come protagonista il n.1 serbo Viktor Troicki, già squalificato per essersi rifiutato di sottoporsi ad un controllo antidoping.

“Prima della partita di venerdì di Viktor (sconfitto in 5 set da Delbonis dopo essere stato avanti di due set, ndr), nello spogliatoio si sono presentati gli addetti locali del controllo antidoping. Gli chiedono di firmare alcuni documenti, e lui li guarda perplesso. È una cosa che non si fa prima di un match, ma dopo. Abbiamo chiamato il supervisor che ha spiegato agli addetti al controllo antidoping che la cosa si poteva fare solo dopo a partita. La risposta è stata: ‘Non sapevamo che si dovesse fare così’ . Beh, non è che non lo sapessero, hanno fatto finta di non saperlo”.

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