ATP Montreal: Djokovic e Murray senza problemi. Isner "vendica" Wawrinka

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ATP Montreal: Djokovic e Murray senza problemi. Isner “vendica” Wawrinka

Novak Djokovic lascia solo tre giochi a Jack Sock e approda ai quarti. Murray passeggia con Muller, Isner la spunta contro Kyrgios

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[16] J. Isner b. N. Kyrgios 7-5 6-3 (da Montreal, Vanni Gibertini)

Tanta attesa circondava questo match in programma nel tardo pomeriggio sul campo Banque Nationale di Montreal per vedere quale sarebbero state le reazioni di Kyrgios e del pubblico a meno di 24 ore dai fatti del match contro Wawrinka. Di Isner non importava poi molto a nessuno (basti pensare che anche dopo la vittoria nessuno dei media presenti hanno chiesto di parlare con lui, mentre l’australiano ha tenuto una conferenza stampa nella sala interviste principale), e probabilmente a lui andava bene così.
Alla fine è stato “Long John” a portare a casa la vittoria in un match incredibilmente scarno, che ha ricordato molto da vicino certe sfide da bombardieri che infestavano i campi indoor in Supreme negli anni ’80-’90: tre minuti a game di media (21 giochi, 63 minuti), mantenuta regolarmente per tutta la durata dell’incontro; due soli game nei quali il ricevitore è arrivato a 40, quelli in cui Kyrgios ha perso il servizio chiudendo in entrambi i casi con un doppio fallo.

Tutti e due hanno cercato di forzare moltissimo sia la prima sia la seconda di servizio, e soltanto in sporadiche occasioni il ribattitore è riuscito ad avanzare verso la linea di fondo senza farsi spingere ben oltre la scritta “Montréal”. Nei primi 11 game del primo set il punteggio era di 44-14 in favore di chi serviva, poi Isner si fa massaggiare la schiena durante il cambio di campo ed improvvisamente trova due buoni spunti per issarsi ad un inedito 0-30. Due doppi falli di Kyrgios, intramezzati da un brillante schema servizio-diritto, fanno il resto.
Secondo set ancora più arido del primo: si arriva sul 4-3 Isner con un parziale di 28-3 per chi batte, poi Isner risponde bene ad un paio di palle, riesce ad approcciare bene la rete, ed il doppio fallo sul 15-40 condanna Kyrgios ad uscire dal campo tra una selva di fischi ancora più convinta di quella che l’aveva accolto, anche grazie ad una breve “discussione” che l’australiano aveva imbastito con un tifoso sugli spalti nel corso del game finale.

Nell’incontro con la stampa post-match, ovviamente tutta l’attenzione è focalizzata all’incidente di mercoledì sera per cui è stato multato 10.000 dollari: “Credo sia tutto chiarito ora, mi sono scusato in pubblico ed in privato, sono stato multato, spero che ora la storia si chiuda qui. Non credo ci saranno altri provvedimenti”. A proposito di quanto accaduto immediatamente dopo la fine dell’incontro con Wawrinka, Kyrgios cambia la versione dei fatti fornita in precedenza: dichiara di essere stato avvicinato da Wawrinka nel corridoio, di essersi scusato, e di averlo visto parecchio alterato, quando subito dopo il match aveva detto, in risposta a specifica domanda, che non aveva ancora parlato con Wawrinka, e lo svizzero aveva detto che Kyrgios aveva evitato di incontrarlo.

Una faccenda che sicuramente tutte le parti coinvolte hanno interesse a mettersi alle spalle, soprattutto i giocatori e l’ATP, particolarmente protettiva in questi casi e sempre profondamente convinta che “i panni sporchi” si lavino in casa senza troppo clamore. Ora rimane da vedere se e quando ci saranno commenti da parte delle altre due persone chiamate in causa (Kokkinakis e Vekic) che non erano in questi giorni a Montreal. Perchè anche se l’ATP non è d’accordo, probabilmente Oscar Wilde aveva ragione quando diceva “parlate malissimo di me, purchè ne parliate“.

UPDATE – L’ATP multa ancora Kyrgios ed apre un’investigazione contro di lui

[1] N. Djokovic b. J. Sock 6-2 6-1 (Michele Gasperini)

Nel match inaugurale degli ottavi di finale sul Central Court del Masters 1000 di Montréal è andata in scena l’ennesima schiacciante dimostrazione di superiorità da parte del numero uno del mondo, Novak Djokovic, in questo sempre più straordinario 2015: battuto l’americano Jack Sock, No.35 del ranking ATP, concedendo solo tre giochi al quarto finalista del torneo di Washington di settimana scorsa.
Il serbo, 51 vittorie e sole tre sconfitte in stagione (38 vittorie negli ultimi 39 incontri, unica sconfitta contro Stanislas Wawrinka nella finale del Roland Garros lo scorso 7 giugno), dopo un esordio impegnativo contro il coriaceo Thomaz Bellucci (suo 250° successo a livello di Masters 1000) porta a casa il pass per i quarti di finale del torneo canadese annichilendo le resistenze di Sock, nonostante l’ottima partenza di quest’ultimo nei primi cinque games, dove si è anche conquistato una palla break: Djokovic, dal 3-2 in suo favore, alza i giri del motor, il livello dell’attenzione e del proprio tennis, inscalfibile per chiunque o quasi in questo momento storico, stroncando le comunque notevoli armi e potenzialità dell’americano, soprattutto sul rapido cemento nord americano, martellandolo incessantemente sul lato sinistro e rispondendo nei piedi servizi pressoché ingiocabili, sconfortandolo. Nole conquisterà, da quel momento, nove dei successivi dieci giochi, chiudendo il match in appena 55 minuti, mandando un altro messaggio importante a tutti i contendenti per il titolo. Ad attendere il tre volte vincitore del Canadian Open, nel prossimo incontro, ci sarà il vincente dell’incontro fra Donald Young ed Ernests Gulbis.

J. Chardy b. I. Karlovic 4-6 7-6(1) 6-4 (Valerio Vignoli)

Sotto il cielo uggioso ma clemente di Montreal, il francese Jeremy Chardy, n. 49 del ranking ATP supera in rimonta un po’ a sorpresa il bombardiere croato Ivo Karlovic, qualificandosi per la quarta volta in carriera per i quarti finale in un Masters 1000, la seconda alla Rogers Cup dopo l’edizione di Toronto del 2010. Il tennista transalpino si rende però protagonista di un avvio disastroso commettendo 3 doppi falli e concedendo immediatamente il turno di servizio al gigante di Zagabria. Un errore imperdonabile contro colui che ha appena superato i 10.000 ace in carriera. Tuttavia inizialmente Karlovic è poco efficace e preciso con la battuta per i suoi standard. Nonostante ciò Chardy non riesce nemmeno ad avvicinarsi al break. Così, quando il più vecchio giocatore in tabellone ingrana con il suo colpo prediletto, si fa notte fonda per il giocatore nativo di Pau. Il set si chiude su un dritto vincente di Karlovic con il punteggio di 6-4. Nel secondo parziale Chardy evita accuratamente sanguinose distrazioni e Dr.Ivo somministra ace e prime vincenti come da abitudine. Inaspettatamente, avanti 6-5, il n.7 di Francia si procura 2 set point grazie a tre ottime risposte. Ma Karlovic li annulla scagliando due aces, aggrappandosi al tiebreak. Il tennista croato però va subito sotto di 2 minibreak per colpa di una volée di rovescio in rete e un doppio fallo. Chardy ne approfitta per conquistare il tiebreak per 7 a 1 e mettere meritatamente in parità il conto dei set. Il francese, vincitore di Wimbledon Junior 10 anni fa, è consistente in risposta e nel terzo gioco del parziale decisivo Karlovic è costretto a cedere il suo turno di battuta per la prima volta nel torneo. Il veterano croato appare sempre più appannato e subisce ancora un break sotto 4-2. Chardy sembra avviato alla vittoria dell’incontro ma Karlovic prima annulla brillantemente un match point e, poi, piazza il contro-break. L’epilogo però è solo rinviato e nel game seguente il transalpino ottiene il primo vero risultato di rilievo in una stagione abbastanza deludente.

[Q] E. Gulbis b. [Q] D. Young 6-4 6-4 (di Paolo Valente)

Ernests Gulbis, si sa, è tennista da cui ci si può aspettare qualsiasi cosa. Non può quindi stupire il fatto che in un 2015 che definire “disastroso” è quantomeno ottimistico, con un bilancio vinte-perse di 5-17 e un ranking che dal n°13 di inizio anno è sceso al n°87, il lettone decida di scegliere Montreal per provare a rinascere per l’ennesima volta. In un’annata che non l’aveva mai visto vincere due partite di fila, Gulbis ne mette insieme addirittura tre (cinque contando le qualificazioni), superando in due set l’altro qualificato Donald Young, giustiziere ieri del ceco Tomas Berdych. Un Gulbis ancora lontano dalla sua versione migliore, ma sicuramente in crescita e soprattutto quasi ingiocabile al servizio. Gli basta un break nel settimo game per vincere il primo parziale, in cui gioca un 77% di prime palle e perde solo due punti sulla propria battuta. Nel secondo il lettone continua a bombardare col servizio, mentre il finalista di Delray Beach fatica a trovare il ritmo, giocando un match sottotono rispetto alla bella vittoria di ieri. Il break arriva al quinto game, ed è la fotocopia di quello del primo set: doppio fallo di Young sul 30-30 e successivo unforced di dritto. Gulbis spreca quattro palle del 5-2 pesante, annulla con un ace una palla del 4-4 e chiude 6-4, qualificandosi come nel 2013 per i quarti di finale di Montreal, 7° quarto di finale in carriera in un MS1000.

Risultati:

[1] N. Djokovic b. J. Sock 6-2 6-1
J. Chardy b. I. Karlovic 4-6 7-6(1) 6-4
[2] A. Murray b. G. Muller 6-3 6-2
[Q] E. Gulbis b. [Q] D. Young 6-4 6-4
[16] J. Isner b. N. Kyrgios 7-5 6-3
[7] R. Nadal b. [Q] M. Youzhny 6-3 6-3
[10] J.W. Tsonga b. B. Tomic 7-6(7) 6-3
[4] K. Nishikori b. [13] D. Goffin 6-4 6-4

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