Fognini, il sogno si é spezzato Lopez vendica l'amico Nadal (Martucci), Cilic, il re per caso che New York non ama (Azzolini), Us Open la Pennetta sulla strada del record (Mancuso), Crollo Fognini, addio New York (Giorni)

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Fognini, il sogno si é spezzato Lopez vendica l’amico Nadal (Martucci), Cilic, il re per caso che New York non ama (Azzolini), Us Open la Pennetta sulla strada del record (Mancuso), Crollo Fognini, addio New York (Giorni)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Fognini, il sogno si é spezzato Lopez vendica l’amico Nadal

 

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport del 7.09.2015

 

Niente da fare. Passando da un mancino spagnolo all’altro, dal grandissimo difensore al grande attaccante, Fabio Fognini si arrende in appena un’ora e 50 minuti negli ottavi degli Us Open. L’impresa contro Rafa Nadal, l’esaltante rimonta al quinto set contro il più grande di sempre sulla terra rossa – campione due volte a New York in tre finali, che aveva perso da due set a zero solo a 18 anni contro Federer a Miami -, è già trapassata, come i 70 vincenti che gli ha tirato addosso e come la prima affermazione sul cemento contro un «top ten», anche se è ancora vicinissima, appena sabato mattina all’una e 26. Niente da fare: tutti quelli che battono Rafa negli Slam, perdono subito dopo. La realtà è Feliciano Lopez, ed è completamente nuova. Non solo perché Fabio non ci aveva mai giocato contro, ma perché le caratteristiche tecniche dell’avversario sono le peggiori per lui e gli rubano il magico timing: lo soffocano, gli spezzano il ritmo di palleggio, non gli fanno sentire la palla. Eppoi, l’ultimo «Deliciano», come l’ha soprannominato mamma Murray, non è fatuo come sempre, all’alba dei 33 anni (il 20 settembre). Numero 19 del mondo, 14-record ad ottobre scorso, cerca disperatamente un torneo di gloria, dopo una carriera da cicala, con appena 4 titoli Atp vinti ed tre quarti di finale Slam (a Wimbledon). Malgrado quel servizio al bacio, qui a New York, sul prediletto cemento all’aperto, mancava gli ottavi dal 2010. E, dopo aver sbattuto fuori dal torneo, Milos Raonic (n. 10), vede l’occasione di infilarsi nel corridoio lasciato libero dall’amico Rafa. Che aveva peraltro appena battuto a Cincinnati. «Quando sei giovane non te la godi davvero, alla mia età capisci che cosa succede davvero e le soddisfazioni hanno un sapore maggiore»…… Fabio (n. 32 Atp), nato e cresciuto sulla terra rossa, dove ha ottenuto i migliori risultati e ha vinto 3 titoli Atp, non era mai arrivato così lontano sul cemento di Flushing Meadows. Ma non è il cemento a penalizzarlo, quanto una cattiva giornata, rovinata poi anche da un problema muscolare alla spalla destra. Forse souvenir della faticaccia psico-fisica di tre ore e tre quarti contro Rafa. Peccato, perché nel primo, lunghissimo, game di 7 minuti ha tre palle-break, ma le sbaglia lui. Poi, pressato dallo spagnolo, va sotto 3-1 e non riesce più a trovare la soluzione per il servizio avversario (196 chilometri all’ora di media, con punte a 215), cedendo il parziale per 6-3. All’inizio del secondo set denuncia poi all’angolo il problema muscolare che l’affligge. E, malgrado strappi il servizio a Lopez sulla scia di un pazzesco passante di rovescio tutto di polso, siglando il 3-1, e poi voli al 4-1 on un parziale di dodici punti a uno, si fa riprendere sul 4-3 regalando, a cominciare dal doppio. Non sembra poi tanto handicappato dall’infortunio. Sembra piuttosto un Fognini in cattiva giornata, edizione «Carlito Perez da Pordenone Terme», come s’è soprannominato lui. Quello che non gioca come deve, ma smette di pensare e di costruire i punti, e si fa confondere dall’avversario. ERRORI In queste condizioni, i suoi errori fioccano e, una volta al tie-break, lo condannano fino al totale di 40, contro appena 28 vincenti. Lo sprint è infatti la distanza preferita di Feliciano, che approfitta subito del passante di rovescio del primo mini-break, intasca i regali dell’azzurro e veleggia sereno verso il successo del parziale almeno fino al 5-3. Quando il nostro eroe inventa un passante sotto le gambe e confonde la volée di Lopez, bissando l’impresa con la risposta di dritto del 5-6. Sembra il momento-….

 

Cilic, il re per caso che New York non ama

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 7.09.2015

 

La storia di un campione dimenticato passa per una vittoria impossibile e un anno di latitanza Ora che è nei quarti, più di uno si è stranito: ah, c’è anche lui? Ma dov’era finito? Marin Cilic ancora fra noi, forse sotto mentite spoglie, ma non si può mai sapere… Un anno fa inchiodava Federer a suon di ace in semifinale, poi faceva a fette a Niskikori «A Medjugorije, la mia città, conosco quasi tutti», racconta, il naso storto sulla faccia magra, l’espressione di un quadro astratta «Erano tutti lì, a ricevermi Be,’ almeno il 95 per cento di loro c’era». Gli fecero fare il giro d’onore della città, casa per casa. Una reliquia tennistica nella dimora della Kraljica Mira, la Regina della Pace. Poi si è perso. Senza sprofondare nell’abisso dei ricordi del bel tempo che fu, ma senza più trovare il guizzo da fighter di razza. II dritto assassino in allungo dopo una rincorsa folle, o il servizio che ti piomba addosso come un vaso dal settimo piana Capita di finire dimenticati, anche ai vincitori dello Slam. E successo a Gaston Gaudio, l’argentino che sfilò il Roland Garros 2004 a Moria. E accaduto a Li Na, che dopo la vittoria a Parigi passò in rassegna non meno di cinque coach, convinta che la sua improvvisa amnesia agonistica fosse colpa di allenamenti sbagliati. Poi trovò Carlos Rodriguez, il vecchio coach di Justine Henin, in cerca di campionesse da rivitalizzare, e quello la guidò al successo in Australia semplicemente convincendola che la colpa fosse solo sua Più difficile che sia il circuito a dimenticarti, e cioè gli organizzatori, gli esperti di comunicazione, il direttore del torneo. A Cilic è successa.. Non un manifesto con il suo nome, in questa metropoli che quando arriva il tennis, ama ciancicarlo come un kleenex, divisa fra match point da ammirare, idoli da bloccare per un selfie al vokx e piatti zeppi di tutto da portare sugli spalti….Viaggiare sotto copertura potrebbe favorirlo. Canno scorso andò proprio così Veniva da una stramba storia di doping mala squalifica era stata ugualmente lunga, nove mesi. Giunse a New York senza nulla a pretendere, e si mise a giocare come nessuno l’aveva mai visto fare. Ma da Il in poi, il nulla. Lui d ha messo del suo. Dopo la vittoria agli Us Open ha avuto un ultimo sussulto in ottobre a Mosca, poi non ha vinto più niente, e non ha raggiunto nemmeno una finale. Ha perso una sola posizione in classifica (da numero 8 a numero 9) ma nel 2015 i buoni risultatisi contano sulle dita di una mano. A New York ha trovato un tabellone facile, Pella, Donskoy, Kukushkin, con il quale ha fatto a botte per cinque set (ma ero sicuro che non avrei perso – dice il bugiardo – perché il match lo facevo io),Ier ichardy, primo francese della serie, giocatore…. Domani Tsonga, nei quarti, con la speranza di piombare su Djokovic in semifinale. «Miglioro di partita in partita – assicura – non fate l’errore di dimenticarmi anche voi».

 

Us Open la Pennetta sulla strada del record

 

Angelo Mancuso, il messaggero del 7.09.2015

 

Cinque quarti di finale nello stesso Slam non si giocano per caso. Pennetta-New York è un binomio perfetto, come conferma lei stessa: «Amo questa città, le sue luci, la sua vitalità. Non ci si ferma mai. E poi gli US Open mi portano fortuna». Al terzo turno ha battuto la ceca Petra Cetkovska (1-6- 6-1 6-4) e oggi a 33 anni e con 48 Slam all’attivo giocherà il sesto ottavo sul cemento di Flushing Meadows nelle ultime 7 partecipazioni. La buona notizia è che non si è mai fermata: 4 volte ha perso nei quarti e una (nel 2013) in semifinale. Dalla sua parte anche i numeri della sfida con la prossima avversaria, Samantha Stosur. Flavia ha affrontato in passato 6 volte la 31enne di Brisbane e ha sempre vinto. «Ci conosciamo molto bene, ormai siamo le vecchiette del circuito – sottolinea – ma non dimentichiamo che lei qui ha vinto il torneo nel 2011 ed è stata l’ultima a battere Serena Williams in una finale di Slam». All’australiana è legato uno dei momenti più esaltanti del tennis azzurro: era lei l’avversaria di Francesca Schiavone nella storica finale vinta dalla milanese nel 2010 al Roland Garros. Per la Pennetta fa il tifo Sara Errani, sconfitta proprio dalla Stosur: «Non vorrei metterle pressione, ma secondo me Flavia è favorita. La Stosur ha un tennis potente, ma soffre la sua risposta e il suo ritmo». In tribuna ci sarà il promesso sposo Fabio Fognini: glielo deve dopo che Flavia ha fatto le ore piccole in albergo per seguire la sua impresa con Nadal.

 

Crollo Fognini, addio New York

 

Alberto Giorni, il Giorno del 7.09.2015

 

Nello sport non esistono i luoghi del cuore, dove l’ispirazione è immediata e viene naturale esprimersi al meglio. Flavia Pennetta ha sempre avuto grande feeling con New York e gli US Open, dove è arrivata in semifinale due anni fa e nei quarti in altre quattro occasioni. «Adoro questa città e i suoi abitanti — ha raccontato spesso —, mi piacciono i campi, l’atmosfera, tanti italiani vengono a fare il tifo. E poi amo fare shopping nei momenti liberi!». Per prolungare la propria permanenza, a Flavia non resta che battere oggi Samantha Stosur e qualificarsi ancora ai quarti. Però dovrà innalzare il livello rispetto a quello mostrato con la ceca Cetkovska, battuta 1-6, 6-1, 6-4. «Non ho avuto buone sensazioni in campo — ha spiegato —. Mi ha salvato il servizio con cui ho ottenuto molti punti immediati». Giustiziera di Sara Errani al terno turno, la trentunenne Stosur è dotata di servizio e dritto fulminanti ed è stata regina di New York nel 2011, quando in finale sconfisse Serena Williams. In classifica è quattro posizioni davanti alla Pennetta (n.22 contro n.26), che però l’ha superata sei volte su sei, l’ultima volta lo scorso marzo sul cemento di Indian Wells. «I precedenti contano fino a un certo punto — avverte l’azzurra —, ogni partita è diversa. Però il mio gioco le dà sicuramente fastidio». Flavia non si è persa in tv l’impresa del fidanzato Fabio Fognini contro Rafael Nadal, conclusa all’una e mezza di notte, ora di New York: «Come potevo non vederla? Ero nella mia camera d’albergo, tenevo l’audio al minimo e me la sono goduta fino alla fine: impossibile andare a dormire mentre giocavano il quinto set. Poi ho riposato benissimo». Fognini però ieri non è riuscito a confermare l’impresa con Nadal, e nella più classica prova del nove ha ceduto 6-3, 7-6, 6-1 allo spagnolo Feliciano Lopez. Sfuma così il sogno di raggiungere i quarti per il ligure che, complice anche un problema alla schiena, ha sprecato parecchio sopra-tutto nel tie break del secondo set. Intanto nei quarti di finale c’è già l’altra azzurra Roberta Vinci, che ha approfittato del ritiro della Bouchard. La canadese era stata vittima di un incidente sabato, quando era caduta negli spogliatoi procurandosi un trauma cranico. Dopo essersi ritirata nel doppio, ha fatto lo stesso ieri nel singolare: per la Vinci è il terzo quarto di finale a New York. E nei quarti femminili ci sarà anche l’ennesimo capitolo della sfida tra sorelle Williams. Definito anche il primo quarto del tabellone maschile: il croato Cilic (6-3, 2-6, 7-6, 6-1 a Chardy) sfiderà Tsonga (6-4, 6-3, 6-4 a Paire).

 

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