Coppa Davis, semifinali: la storia in campo a Glasgow, grande equilibrio a Bruxelles

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Coppa Davis, semifinali: la storia in campo a Glasgow, grande equilibrio a Bruxelles

Ritorna la Coppa Davis, con le due semifinali nel prossimo week-end e le sfide dei play-off. Gran Bretagna e Australia cercano la finale in Scozia in una sfida ricca di storia e di grande tradizione con i britannici favoriti. Belgio e Argentina hanno invece l’occasione della vita per approdare all’atto conclusivo della manifestazione in una sfida molto incerta

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Week-end di Davis dedicato alle semifinali del World Group ed alle sfide dei play-off per il World Group 2016. Partiamo dall’analisi delle due semifinali, iniziamo con la sfida di Glasgow tra Gran Bretagna ed Australia.
Gran Bretagna vs Australia

Gran Bretagna e Australia occupano solo la sesta e la settima posizione del ranking guidato dalla Repubblica Ceca ma questa è una semifinale che arriva da lontano. Il fascino della tradizione proiettato ai giorni nostri, i fondatori del gioco contro gli allievi che li hanno abbondantemente superati. Tutto questo e molto altro andrà in scena da venerdì a domenica sul tappeto indoor della Emirates Arena di Glasgow, impianto nel quale la nazionale britannica ha già bastonato gli Stati Uniti nel marzo scorso. Il sito della federazione inglese riporta fra le convocazioni di Leon Smith anche la promessa ventenne Kyle Edmund, che si aggiunge ai Murray, a Ward e al doppista Inglot. Il suo nome però non compare sul sito ufficiale della Davis, staremo a vedere.
Gli aussies di capitan Wally Masur rispondono con Kokkinakis, Groth, e Bernard Tomic, che ha preso il posto del bad boy Kyrgios . Tutti guidati dal carisma di Lleyton il selvaggio, che è ancora l’anima della squadra e ha girato quasi da solo i drammatici quarti contro il Kazakistan.

I precedenti dicono 8-4 per i canguri e la sfida è un classico della storia Davis.
Il primo incontro è datato 1907 quando ancora la nazionale Down-Under andava sotto il mitico nome di Australasia e i suoi colori erano difesi dai due migliori tennisti del tempo. L’australiano Norman Brookes, in quello stesso anno il primo mancino e il primo non inglese a vincere Wimbledon, era detto “il mago” per la sua capacità di piazzare la palla dove meglio credeva. Uomo schivo, consapevole della propria grandezza, divenne “Sir” Norman e fu il primo presidente della federazione australiana di tennis. Il trofeo degli Australian Open porta oggi il suo nome. Anthony “Tony” Wilding, neozelandese figlio di immigrati inglesi, perfezionò il suo gioco a tutto campo a Cambridge imponendosi per quattro volte consecutive a Wimbledon. Solo l’amico Brookes lo fermò nella finale del 1914 ma fu una magia. Appassionato di moto, girava per i tornei a bordo di una Triumph e vinse nel 1908 la “Land’s End to John o’Groats”, una massacrante gara di resistenza che attraversava l’isola britannica dalla Cornovaglia alla Scozia. Morì al fronte nella prima guerra mondiale, sotto le bombe del Kaiser a Neuve-Chapelle, il nove maggio 1915. I due sodali conquistarono tre Coppe Davis consecutive fra il 1907 e il 1909 e fino al 1921 l’Australasia sconfisse la Gran Bretagna per quattro volte in cinque incontri. Nel 1930 si comincia a parlare solo di Australia e “Gentleman Jack” Crawford e Harry Hopman espugnano  ancora i prati inglesi di Eastbourne per 4-1. Poi arriva Fred Perry, il discusso dominatore della seconda metà degli anni trenta, “il peggiore fra i migliori giocatori del mondo” secondo Bill Tilden. Nel 1933 e ancora nel 1936, in finale, Fred giuda i brits alla vittoria. Con lui Bunny Austin, l’inventore dei calzoncini corti. Passano quarantadue anni prima che le due nazionali si incontrino nuovamente. Nel 1978 si gioca indoor al Crystal Palace e la Gran Bretagna di Buster Mottram e John Lloyd chiude i conti già col doppio, giungendo poi fino alla finale di Rancho Mirage contro gli USA del primo McEnroe. Altri tre incontri nel 1983, 1986 e 2003 tutti vinti dall’Australia chiudono la serie.

Venerdì inizierà un altro capitolo della saga e Andy dovrà fare gli straordinari come al solito tenendosi pronto per giocare tutti e tre i giorni, come accaduto nei quarti contro la Francia. La strada appare obbligata perché gli australiani con Hewitt costituiscono un mix pericolosissimo di vigore ed esperienza e sono storicamente maestri del doppio. Molto dipenderà dalle scelte e dalla strategia dei rispettivi capitani, con l’incognita Edmund che potrebbe far saltare il banco in singolare. Chi passa fra britannici e australiani avrà la finale in casa con l’Argentina e fuori con il Belgio.

 

LE SQUADRE

Gran Bretagna
Kyle Edmund, Dominic Inglot, Andy Murray, Jamie Murray
Capitano: Leon Smith

Australia
Sam Groth, Lleyton Hewitt, Thanasi Kokkinakis, Bernard Tomic
Capitano: Wally Masur

 

PRECEDENTI TRA LE SQUADRE

Gran Bretagna -Australia 4-8    

2003 AUS d. GBR 4-1
1986 AUS d. GBR 4-1
1983 AUS d. GBR 4-1
1978 GBR d. AUS 3-2
1936 GBR d. AUS 3-2
1933 GBR d. AUS 3-2
1930 AUS d. GBR 4-1
1921 ANZ d. GBR 3-2
1919 ANZ d. GBR 4-1
1914 ANZ d. GBR 3-0
1912 BRI d. ANZ 3-2
1907 ANZ d. BRI 3-2

 

PRECEDENTI TRA I GIOCATORI

Sono appena 3 tra i 9 convocati, conducono i padroni di casa per 3-1.

A. Murray – B. Tomic 2-0
A. Murray – L. Hewitt 1-0
J. Ward– B. Tomic 0-1

 

Belgio vs Argentina

La semifinale meno nobile del tabellone 2015 di Coppa Davis si gioca a Bruxelles sul Greenset indoor del Forest National, sala concerti inaugurata nel 1971 e che ha visto esibirsi negli anni star assolute come Bob Marley, Ella Fitzgerald, i Queen o i Rolling Stones. Le due nazionali hanno una storia rispettabile nella competizione ma si sono affrontate solo una volta nel 1948 proprio a Bruxelles. Furono i padroni di casa a prevalere per tre a due.

Il Belgio ha esordito nel 1904 raggiungendo subito la finale ma perdendola 5-0 contro la Gran Bretagna dei fratelli Doherty (Reggie giocò solo il doppio causa la precaria salute che lo portò ad una prematura scomparsa nel 1910), dopodiché non è più riuscito a ripetere l’exploit, giungendo fra le prime quattro solo nel 1999. È quindi alla ricerca della seconda finale della sua storia.
L’Argentina ha debuttato in Davis solo nel 1923 ma è l’unica nazione ad aver raggiunto per quattro volte l’ultimo atto senza mai riuscire a portare a casa l’insalatiera d’argento, seguita in questa classifica del rimpianto da Romania e India. Nel 1981 furono gli USA a fermarli grazie al doppio nel quale McEnroe e Fleming prevalsero solo per 11-9 al quinto contro Vilas e Clerc fra continui accenni di rissa e interruzioni di gioco per il tappeto scollato. Furono poi la Russia di Safin nel 2006 e la Spagna nel 2008 e 2011 a frustrare sul filo di lana il sogno dei gauchos di brindare nella coppa come da tradizione.

In questa edizione i belgi hanno approfittato delle defezioni dei migliori giocatori avversari sia nella vittoria per 3-2 sugli svizzeri campioni uscenti a Liegi che nel sonoro 5-0 inflitto al Canada nello stesso impianto di Bruxelles che ospiterà la semifinale. Gli argentini sono giunti qui aggiudicandosi il derby sudamericano col Brasile grazie alla maratona-record con la quale Mayer ha sconfitto Souza dopo 6 ore e 43 minuti di lotta selvaggia prima di imporsi facile sulla Serbia priva di Djokovic. Qualche aiuto dalla buona sorte per entrambe le contendenti quindi ma ora si riparte da zero con all’orizzonte la fatamorgana del primo trionfo Davis.
Sarà il talento cristallino di David Goffin a guidare il Belgio, al quale si affiancano Ruben Bemelmans, reduce da un ottimo US Open, l’esperto Darcis e il giovane e promettente Kimmer Coppejans, vincitore del Roland Garros juniores nel 2012.
Gli argentini per parte loro schierano la consueta formazione di lottatori condotta da Leonardo Mayer, unico certo del posto in singolare. L’altro posto se lo giocheranno Federico Delbonis e Diego Schwartzman, rispettivamente n° 63 e 74 ATP, con Carlos Berloq sicuro doppista. Difficile prevedere cosa può succedere quando si scontrano due outsiders dal valore complessivo simile.

I padroni di casa appaiono lievemente favoriti dalla scelta della superficie di gioco ma gli argentini sono dei duri e sia Mayer che il mancino Delbonis dispongono di un ottimo servizio e di colpi pesanti di inizio gioco. I precedenti fra i giocatori praticamente non esistono, Goffin-Mayer 1-0 e Bemelmans-Berloq 1-0, e questo fatto non aiuta certo a dipanare la matassa del pronostico. Se i belgi vorranno condurre in porto l’impresa dovranno fare subito gara di testa perché gli avversari si esaltano nella battaglia e hanno dimostrato di costituire un gruppo granitico quando in ballo c’è l’onor patrio da difendere.
Se i belgi andranno in finale la giocheranno in casa sia con l’Australia che con la Gran Bretagna, nel caso opposto gli argentini saranno in trasferta contro entrambe le semifinaliste in campo a Glasgow. “Let’s play” quindi, e vediamo come va a finire.

 

LE SQUADRE

Belgio
Ruben Bemelmans, Kimmer Coppejans, Steve Darcis, David Goffin
Capitano: Johan Van Herck

Argentina
Carlos Berlocq, Federico Delbonis, Leonardo Mayer, Diego Schwartzman
Capitano: Daniel Orsanic

 

PRECEDENTI TRA LE DUE SQUADRE

Belgio-Argentina 1-0

1948 BEL b. ARG 3-2

 

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