Alla guida della WTA: Stacey Allaster e i cambiamenti nel tennis femminile

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Alla guida della WTA: Stacey Allaster e i cambiamenti nel tennis femminile

Stacey Allaster ha lasciato la guida della WTA dopo oltre sei anni, durante i quali ha preso importanti decisioni strategiche che hanno influito sul futuro economico e tecnico del tennis femminile

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Nel settembre scorso Stacey Allaster, ha rassegnato le dimissioni. La manager canadese era entrata a far parte della WTA nel 2006, chiamata prima come presidente e poi come CEO dell’organizzazione. Era diventata la numero uno della Associazione nel luglio 2009, succedendo a Larry Scott; quindi ha governato il movimento tennistico femminile per oltre sei anni.
Nata nel 1963, prima di lavorare alla WTA aveva diretto gli Open del Canada. Le sue dimissioni sono arrivate a sorpresa, visto che il mandato scadeva nel 2017. Ma ha dichiarato di non voler più continuare con una vita troppo stressante e impegnativa, e di voler rallentare i ritmi di lavoro prima di pagarne le conseguenze sulla salute. Come possiamo valutare il suo operato, e come ha influito sul tennis femminile in questi anni?

1. La crescita del montepremi
L’aspetto che più spesso viene citato della presidenza Allaster è il consistente aumento del montepremi messo a disposizione delle tenniste. Quanto consistente? A leggere gli articoli che circolano in rete, risultano numeri contraddittori e percentuali molto approssimative. Non rimane che andare alla fonte e verificare i dati, confrontando il montepremi del 2008 (ultimo anno intero di presidenza Scott) con quello del 2015.

Secondo gli archivi WTA, nella stagione 2008 il montepremi complessivo era pari a 72 milioni e 925.205 dollari, ripartiti in due voci fondamentali: $35.339.800 tornei WTA, e $37.585.405 quota femminile degli Slam (numeri che comprendono sia il singolare che il doppio).
Nel 2015 la cifra è salita a 129 milioni 309.863 dollari, ripartiti in $57.206.938 (WTA) e $72.102.925 (Slam).
Mi pare una performance apprezzabile, visto che la crescita è avvenuta in anni difficili per le economie delle nazioni di riferimento del tennis (nordamericane ed europee), anche se la parte derivante dagli Slam (gestita dalle Federazioni) ha avuto un aumento superiore rispetto a quella di competenza WTA: +91,84% contro +61,88%.

 

Se poi vogliamo tenere conto del costo della vita negli USA, essendo le cifre espresse in dollari (procedimento molto sommario, considerando le tante nazioni coinvolte), otteniamo questi valori indicizzati: Slam +73,58%, tornei WTA +46,47%. Totale indicizzato: +60,45%

Aumento montepremi cifre assolute e percentuali

2. L’importanza del montepremi per la salute del movimento
Mi rendo conto che tutti questi numeri non siano un argomento molto accattivante per un appassionato di tennis, ma parlare di soldi e di compensi delle tenniste non è un ragionamento fine a se stesso.

Mi spiego: le giocatrici professioniste affrontano spese notevoli, visto che per partecipare ai tornei devono continuamente spostarsi da una nazione all’altra e per prepararsi hanno bisogno di uno staff personale, meglio se sempre al seguito (di solito allenatore e fisioterapista, ma ci sono team più numerosi).
Teniamo presente che ad inizio carriera ben difficilmente una giovanissima, magari minorenne, può viaggiare senza una persona di fiducia che l’accompagni, spesso un genitore (anche per questo sono frequenti i genitori-allenatori).
L’aumento del montepremi a disposizione facilita sul piano economico chi aspira a diventare professionista, e in generale aiuta a mantenere sufficientemente vasto il ventaglio di concorrenti in grado di far parte del movimento senza perdere denaro. In altre parole, significa favorire il ricambio e la salute del tennis professionistico nel suo insieme.

In più, se si riesce ad arrivare ai vertici, i guadagni diventano altissimi. Aggiungo che, a differenza del tennis maschile, il tennis femminile è di gran lunga la disciplina più remunerativa per una atleta donna, come attestano tutte le classifiche annuali.
Ad esempio nel 2014-5 sei delle prime sette sportive più pagate del pianeta erano tenniste (1 Sharapova, 2 Williams, 3 Wozniacki, 5 Ivanovic, 6 Kvitova, 7 Halep).

3. Il contrasto di interessi tra le migliori e le seconde linee: la Road map e i 125 K
Ma lo squilibrio tra le primissime e le giocatrici di rincalzo produce una situazione complessa da gestire, con un contrasto di interessi.
Spesso le migliori giocatrici si lamentano della durata del calendario, della fatica che richiede e del rischio di infortuni che deriva dal giocare troppo. Questi sono i problemi di chi arriva in fondo quasi ad ogni torneo, disputando tante partite in una settimana.

Nel 2009, è stata inaugurata la cosiddetta Road map, una riforma del calendario che ha accorciato la stagione nella parte finale (conclusione nel mese di ottobre invece che in novembre) e contemporaneamente ha collocato i tornei in periodi e ambiti geografici coerenti: inizio anno in Australia, poi indoor europeo e/o tornei nel vicino oriente, quindi cemento statunitense, primavera sulla terra europea etc etc.
Malgrado questo, molte delle migliori preferirebbero un calendario ancora più corto, (non solo per aumentare le vacanze e il riposo, ma magari anche per avere più spazio per ben retribuite esibizioni).

Mentre invece chi vive una stagione difficile, perdendo spesso ai primi turni e racimolando poco, avrebbe bisogno che le occasioni per giocare e guadagnare si protraessero sino ad autunno inoltrato. E infatti molte tenniste negli ultimi mesi dell’anno prendono parte a campionati nazionali (o tornei simili): competizioni a squadre in cui sono retribuite dal team che rappresentano, proprio per cercare di far quadrare il bilancio.
Anche per venire incontro a queste esigenze Stacey Allaster ha introdotto nel 2012 una categoria di tornei intermedia tra i WTA International (quelli di fascia più bassa con montepremi da 280mila dollari) e i tornei del circuito ITF. Sono i sei tornei delle WTA 125K Series (con 125mila dollari di montepremi), ai quali non possono partecipare le prime dieci del ranking. Oggi i tornei WTA classici sono 59, più appunto i sei 125 K. E quattro su sei si disputano in novembre, dopo il Masters.

4. Alla caccia del denaro cinese: i cambiamenti di geografia nel tennis
Dei sei tornei 125 K, quattro sono organizzati in Asia. Ma questo è solo uno degli aspetti di una tendenza che ha riguardato anche i tornei di prima fascia WTA: è tutto il calendario che sotto la guida di Stacey Allaster è stato riformato puntando sull’espansione cinese.

WTA Distribuzione geografica
Se confrontiamo la distribuzione per nazioni nel 2008 (il torneo olimpico non è conteggiato) rispetto a quella del 2015, notiamo che sia Europa sia Nordamerica hanno perso tre tornei, mentre la vera grande crescita si è avuta nell’area cinese, passata da 2 a 8 tornei: 6 in Cina, più il Masters a Singapore e un International a Hong Kong. Perché questo va sottolineato: più che di espansione asiatica, si deve parlare di espansione cinese, visto che i numeri di crescita si concentrano lì.

Tabella Elenco Nazioni

Allaster ha fatto leva su un fenomeno duplice: da una parte la crescita costante e superiore a quella di quasi tutto il resto del mondo dell’economia in Cina, dall’altra le vittorie di Li Na e i buoni risultati di Peng Shuai e Zheng Jie, che hanno fatto esplodere la popolarità del tennis in patria.
Si può dire senza timore di sbagliare che la vittoria di Li Na al Roland Garros 2011 sia stata, sul piano economico, l’avvenimento più importante degli ultimi anni di WTA. Li Na con le sue vittorie e la personalità decisa e originale, aveva raggiunto una enorme popolarità, ed era diventata il personaggio chiave per cercare di rendere di successo l’avventura dei nuovi tornei cinesi.
Il suo ritiro nel 2014 e i gravi problemi fisici di Peng Shuai (semifinalista agli US Open 2014) hanno inferto un duro colpo al progetto di espansione di Stacey Allaster. E così spesso nei nuovi tornei cinesi si vedono spalti desolatamente vuoti: il pubblico ha un interesse troppo recente e tutto da coltivare, e senza il traino delle giocatrici locali fatica ad appassionarsi.
D’altra parte anche le tenniste più forti (tutte europee o americane) mostrano poco entusiasmo nei confronti della lunga stagione asiatica successiva agli US Open: e così fioccano i forfait e i ritiri.
Cito quanto avevo scritto nel dicembre 2013:

“Se pensiamo che Li Na sta per compiere 32 anni, e ha già vissuto momenti di sbandamento e incertezza sul suo futuro (dopo la vittoria al Roland Garros 2011 e prima di Wimbledon 2013), arrivando a pensare seriamente al ritiro, si capisce quanto possa essere fragile l’assetto economico che la WTA sta cercando di raggiungere con la “conquista” dell’Oriente. Stacey Allaster (manager capo della WTA) si è presa un bel rischio; forse dovrebbe far viaggiare Li Na in una teca di cristallo, o meglio ancora in una cassaforte, come i prodotti di inestimabile valore; perché, dopo queste decisioni strategiche, in termini economici la sua presenza nel circuito è più che importante: è fondamentale.”

Che l’espansione cinese sia stata probabilmente eccessiva non è più un semplice parere di osservatori esterni, ma una esplicita convinzione dei nuovi dirigenti. Ha dichiarato Micky Lawler, presidente della WTA: “We know, the Chinese know, the Singaporeans know that this part of the year it’s just too much,
(“Noi sappiamo, i Cinesi sanno, a Singapore sanno, che questa parte dell’anno è davvero eccessiva”).

In questo quadro di rinnovamento geografico va segnalato come positivo l’ingresso del Brasile, anche se in un contesto di calendario non integrato al meglio con la Road map. Ma ricordo anche la scomparsa di alcuni Paesi. Di tutte le nazioni che sono uscite dal circuito in questi anni trovo che ne spicchino due: l’India, che è un bacino di popolazione enorme, con una tradizione tennistica significativa e che può anche contare su una giocatrice vincente nel doppio come Sania Mirza.
E la Svizzera: è quasi incredibile che una nazione così ricca, con due giocatrici tra le primissime del mondo in singolare (Bacsinszky e Bencic) e con Hingis di nuovo in attività che raccoglie vittorie a ripetizione in doppio, si ritrovi senza nemmeno un piccolo WTA in calendario. Ma questo evidentemente non dipende solo dalla Associazione giocatrici, ma anche dalla mancata intraprendenza degli organizzatori locali.

5. Il rischio estinzione di alcune superfici e dei tornei indoor
La crisi della cosiddetta “asian swing” dimostra che non tutto può essere determinato da questioni economiche. E comunque decidere sulla base di ragionamenti di convenienza a breve termine può rivelarsi poco redditizio a medio-lungo termine.

Probabilmente si rimetterà mano alla Road map. In un quadro di riconsiderazioni critiche del calendario, si dovrebbe a mio avviso provare ad invertire alcune tendenze dell’ultimo periodo: la diminuzione dei tornei indoor e il rischio di estinzione di alcune superfici. Il carpet, tipico dei tornei al coperto ha lasciato il posto al cemento. E se l’erba offre un torneo in più con la promozione di Nottingham lo si deve a scelte collegiali, prese insieme ad ATP e ITF, che hanno portato allo slittamento di una settimana del torneo di Wimbledon.

WTA Distribuzione superfici

Personalmente mi preoccupa molto quell’uno alla casella superfici riferito all’Har-Tru: la cosiddetta “terra verde” americana è una superficie che produce un tennis spettacolare e differente, visto che consente un palleggio veloce unito ad alcune soluzioni tecniche (come le scivolate o i drop-shot) tipiche della terra europea. Ormai l’Har-Tru resiste solo a Charleston (con una data nemmeno troppo felice), e quando i numeri sono tanto esigui il rischio della sparizione definitiva è sempre in agguato.

Per la verità se si deve fare una analisi limitata alla gestione Allaster occorre riconoscere che molti tornei indoor sono stati eliminati prima che salisse in carica: il processo è più antico e deriva dalla progressiva internazionalizzazione del circuito che ha sottratto tornei all’Europa e agli USA nei mesi più freddi. Una volta spostati in paesi con il clima più mite sono venute meno le ragioni organizzative del tennis al coperto, riducendo l’offerta. Oggi si può dire siano rimasti solo due tornei indoor davvero importanti: il Masters e Stoccarda, che però a causa della posizione in calendario ha optato per la superficie in terra rossa. Gli altri o sono piccoli International o soffrono per la data infelicissima, come Mosca, spesso disertato dalle migliori.

6. Il rapporto con l’eredità del passato e con l’ITF
Dunque le scelte economiche e geografiche hanno finito per avere una ricaduta tecnica, per lo più negativa; la definisco negativa perché a mio avviso la tendenza all’omologazione delle condizioni di gioco finisce per impoverire lo spettacolo. E poi la varietà di ambienti e superfici è una qualità storica del tennis, una componente culturale importante di questo sport, che credo vada salvaguardata.

Ma non si può dire che Allaster abbia sempre mostrato di non tenere alla tradizione e alle eredità del tennis; c’è stata al contrario molta attenzione per le grandi figure del passato: non manca mai il profondo rispetto per le campionesse ormai ritirate; oppure nel 2013, in occasione dei 40 anni della WTA, sono state a lungo celebrate le fondatrici dell’associazione.
Questa è la chiave di lettura più ottimista; temo però che, almeno in parte, alcuni riconoscimenti lascino anche trasparire un residuo di rancore nei confronti della federazione tennis (ITF), sentita come uno dei “nemici” storici verso il passaggio al professionismo e la definitiva emancipazione del tennis femminile.

Forse questo atteggiamento ha finito per rendere poco produttivi i rapporti tra WTA e ITF per quanto riguarda la Fed Cup (gestita dalla Federazione Internazionale), manifestazione che sotto la gestione Allaster è stata quasi boicottata, con l’introduzione del “Masterino” in concomitanza con la finale di Fed Cup (oggi per fortuna non è più così).
A mio avviso si è trattata di una scelta poco lungimirante, perché una Fed Cup più qualitativa potrebbe trasformarsi in uno strumento promozionale per il tennis femminile nel suo insieme; la specificità della Fed Cup, infatti, sta nella capacità di raccogliere l’interesse di una porzione di pubblico più abituato ad interpretare lo sport come un confronto fra nazioni e che quindi fatica ad appassionarsi, almeno inizialmente, a una disciplina tipicamente individuale come il tennis.

7. Il ruolo delle innovazioni tecnologiche: televisione e informatizzazione
Di recente Stacey Allaster ha mostrato di saper guardare al futuro con due accordi importanti.
Il primo è quello con la piattaforma digitale Perform (società di media inglese) che dovrebbe garantire dal 2017 la copertura delle riprese di tutti i tornei per quanto riguarda il singolare, e di tutte le semifinali e finali di doppio.
Grazie alla maggiore flessibilità dei nuovi strumenti tecnologici dovrebbe essere quindi possibile per un appassionato di tennis seguire tutte le partite di qualsiasi giocatrice gli interessi, sempre che prenda parte ad eventi a livello WTA. Se si pensa a quale era la copertura di alcuni tornei statunitensi sino a qualche anno fa, costituisce indubbiamente un notevole progresso.

Il secondo è un accordo di sponsorizzazione con la SAP (società di software tedesca) per fornire agli allenatori  informazioni ed elaborazioni statistiche sui match, anche durante la partita in corso, utilizzabili durante il coaching.

Di fronte a questa attenzione per le innovazioni tecnologiche colpisce in negativo l’offerta del sito ufficiale WTA. Ricorderete i pasticci compiuti sulle posizioni utili per prendere parte al Masters 2015; a questo aggiungerei anche una generale povertà di contenuti statistici e numerici.
Il sito WTA aggiorna le classifiche solamente una volta alla settimana, costringendo lettori e giornalisti a fare calcoli artigianali o ad affidarsi a siti non ufficiali mai del tutto affidabili. Anche le statistiche sui match e sulle carriere messe a disposizione sono limitatissime, davvero insufficienti se si pensa alle potenzialità di oggi.
Il sito da molti anni soffre anche di problemi di individuazione dei contenuti: in sostanza alcune pagine si trovano soltanto se si sa già che esistono, utilizzando parole chiave nei motori di ricerca, perché dai menu interni non sono rintracciabili.

Paragonati alle decisioni strategiche da milioni di dollari di cui ho parlato prima questi problemi possono sembrare piccole cose, ma in fondo il sito ufficiale di una organizzazione è un po’ il biglietto da visita digitale nei confronti di milioni di persone, per cui stupisce la trascuratezza che comunica.

8. Conclusioni
Come quasi sempre in questi casi, in sede di bilancio si trovano luci ed ombre. Un giudizio più o meno positivo sull’operato di Allaster penso che ciascuno di noi lo potrà dare in base al peso che sentirà di assegnare alle diverse decisioni prese. Ad esempio: conta di più l’aspetto economico o quello tecnico? E bisogna curarsi di più delle tenniste di vertice, le più forti e popolari o viceversa preoccuparsi di più degli interessi di quelle economicamente meno privilegiate?
Oggi si può dire che la WTA che il nuovo CEO Steve Simon ha “ereditato” da Stacey Allaster, sia la più ricca e importante organizzazione di tutto lo sport professionistico femminile; una organizzazione che opera in tutti i continenti, e che proprio per la sua condizione globale non può che essere costantemente in movimento e trasformazione.

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WTA Strasburgo, il tabellone: le prime due teste di serie sono Linette e Mertens, nessuna italiana presente nonostante l’ottima tradizione

A seguire, terza e quarta forza del seeding francese rispettivamente, la cinese Shuai Zhang e la croato-statunitense Bernarda Pera. Impossibilitata a difendere il titolo conquistato nel 2022 Angelique Kerber, impegnata con il primo bebè

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Magda Linette - Australian Open 2023 (foto Twitter @rolandgarros)

E’ in procinto, a partire dalla prossima settimana, di prendere piede quella che si prospetta una sette giorni ricca di bellezza tennistica sulla terra rossa del capoluogo della regione francese dell’Alsazia: il WTA 250 di Strasburgo.

Il torneo, che si svolge nello storico impianto del Tennis Club de Strasbourg, è giunto a quella che sarà la sua 37esima edizione dato che la fondazione e la conseguente introduzione nel Tour professionistico risale al lontano 1987.

Un albo d’oro di primissimo livello con fior fior di campionesse Slam

L’evento ha sempre goduto di un parterre de Roi – per dirla alla transalpina – grazie alla propria posizione strategica nel calendario anticipatrice del Roland Garros, l’appuntamento conclusivo di questa parte di stagione, ma soprattutto perché offre condizioni praticamente quasi del tutto assimilabili con quelle che poi si ritrovano allo Slam di Bois De Boulogne in termini di superficie e palle utilizzate.

 

Non a caso, infatti, l’albo d’oro può mettere in mostra nomi illustri del calibro di Jana Novotna, Lindsay Davenport, Steffi Graff, Jannifer Capriati o ancora Maria Sharapova. Ossia tutte campionesse Major che hanno scritto, di questo sport, pagine di storia eterna per poi giungere a tempi più recenti ed appurare come nulla sia cambiato: le ultime vincitrici della manifestazione sono manco a dirlo una campionessa del Roland Garros (2021) e, la detentrice del trofeo, una il cui palmares è sprovvisto proprio del “solo” Open di Francia per potersi fregiare del riconoscimento del Career Grand Slam.

Stiamo parlando di due mancine, la ceca Barbora Krejcikova e la tedesca Angelique Kerber. La 35enne di Brema, però, quest’anno non sarà ai nastri di partenza per difendere il titolo poiché affaccendata con la maternità, dato che meno di tre mesi fa è nata la figlia Liana e quindi la priorità assoluta al momento non può che essere direzionata verso la famiglia, con il tennis che inevitabilmente è scalato in secondo piano.

A guidare il tabellone dell’Internationaux de Strasbourg saranno la polacca Magda Linette, ad inizio anno spintasi clamorosamente sino alle semifinali dell’Australian Open ma ora alla ricerca di nuovi risultati che le ridiano fiducia dopo un periodo di forma abbastanza opaco, e la belga Elise Mertens.

La 31enne di Poznan ricoprendo il ruolo di prima testa di serie del tabellone, presiederà la parte alta del seeding e avvierà la sua campagna opponendosi alla rumena Cristina Bucsa; mentre a far compagnia alla 27enne di Lovanio – nella serata romana in campo per la finale di doppio (lei che è ex n. 1 di specialità) degli Internazionali BNL d’Italia in coppia con l’australiana Hunter per giocarsi il titolo al cospetto del forte duo a stelle e strisce Gauff/Pegula: n. 3 e n. 4 della classifica di doppio, prima accoppiata per quanto concerne la Race grazie anche alle due finali 1000 dell’anno con successo a Miami e KO a Madrid -. Nella metà bassa fra le altre sarà ai nastri di partenza pure Elina Svitolina, ancora in cerca della forma migliore dopo il ritorno nel Tour in seguito alla gravidanza prima e alle ripercussioni psicologiche del conflitto scoppiato in Ucraina poi.

Qualora Elise ed Elina vincessero i rispettivi match d’esordio, per Mertens l’avversaria è l’americana Katie Volynets, si incrocierebbero al 2°T.

Terza e quarta forza del main-draw, che vorranno certamente recitare un ruolo da protagoniste, saranno rispettivamente la cinese Shuai Zhang e la croata – naturalizzata statunitense – Bernarda Pera. Da segnalare anche, tra le giocatrici in odore di percorso importante, la recente semifinalista al WTA 1000 di Miami Sorana Cirstea e la svizzera Jil Teichmann, quest’ultima con l’obiettivo di dare linfa alla sua stagione dopo alcuni mesi di mero compitino: sono state sorteggiate in due lati diversi del tabellone, con la 25enne nativa di Barcellona pronta ad insidiare la favorita numero uno Linette partendo dal secondo spicchio; al contrario la rumena è stata dislocata nel terzo, il primo della parte sottostante.

Tante francesi, nessuna azzurra nonostante l’ottima tradizione

Infine evidenziamo, come sempre, la nutrita truppa francese al via: ben 6 giocatrici presenti nel tabellone principale di un torneo che in passato è stato testimone di tre conquiste casalinghe, Aravane Rezai – di origini iraniane – nel 2009, Alizé Cornet nel 2013 e l’attuale n. 1 di Francia Caroline Garcia nel 2016. L’unica di queste a ballare anche nel 2023 sarà la 33enne di Nizza, che debutterà con la bulgara Viktorija Tomova.

Mentre non ci sarà alcuna italiana a giocarsi le sua chances, nonostante l’ottima tradizione tricolore che può infatti vantare ben 5 allori: la prima in assoluto ad alzare il trofeo nella sede del Parlamento Europeo fu Sandra Cecchini nel 1988 alla seconda edizione dell’evento – e che fu finalista anche nella prima -, poi fu la volta della tripletta di Silvia Farina tra il 2001 e il 2003 e dulcis in fundo Flavia Pennetta nel 2012.

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Camila Giorgi riparte da Linz, per Trevisan doppia avventura a Doha e Abu Dhabi: il febbraio delle tenniste italiane

Dopo un Australian Open non proprio esaltante, ecco le partecipazioni azzurre ai tornei WTA di febbraio.

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Mettersi alle spalle l’Australian Open, tuffarsi in un febbraio che deve servire a trovare conferme per Camila Giorgi e Jasmine Paolini, ad accumulare ancor più punti in vista di Indian Wells e Miami per Martina Trevisan e Lucia Bronzetti. Sullo sfondo c’è anche la voglia di Sara Errani di tornare tra le prime 100 nel ranking WTA.

Le belle notizie dal tennis femminile, in questo avvio di 2023, sono arrivate proprio da Giorgi e Paolini. Il cammino della n. 69 del ranking all’Australian Open si è interrotto al terzo turno per merito di Belinda Bencic, testa di serie n. 12. Un’eliminazione in due set, dopo le vittorie su Pavlyuchenkova e Schmiedlova, ma che hanno dato indicazioni importanti su un percorso positivo da intraprendere in questo 2023. Sconfitta nettamente da Ljudmila Samsonova al primo turno a Melbourne, Jasmine Paolini è in corsa per una semifinale al WTA di Lione. Avversaria odierna, Caroline Garcia, beniamina di casa.

Il gennaio di Lucia Bronzetti è stato esaltante nella United Cup, competizione che ha galvanizzato la n. 62 del ranking, uscita, però, al primo all’Australian Open Siegemund in tre set.

 

Il match più esaltante fin qui disputato dalla n. 1 del tennis femminile, Martina Trevisan lo ha disputato alla United Cup. La vittoria in tre set su Maria Sakkari è stato un gran sussulto in questo nuovo anno. Male all’Australian Open, uscita al primo turno contro Anna Schmiedlova.

Sarà ancora il cemento il grande protagonista nei tornei femminili di tennis del mese di febbraio.

Dal 6 al 12 si giocherà contemporaneamente ad Abu Dhabi e a Linz.

Nel tabellone principale di Abu Dhabi l’Italia sarà rappresentata da Martina Trevisan. Ons Jabeur ha, invece, annunciato il forfait: sarebbe stata la testa di serie n. 1 del ranking.

In Austria, invece, al WTA di Linz ci saranno Lucia Bronzetti e Camila Giorgi. La partecipazione di Sara Errani, invece, passerà dalle qualificazioni.

Dal 13 al 19 febbraio si giocherà a Doha. Già in tabellone Martina Trevisan, dovrà affrontare le qualificazioni Jasmine Paolini.

Il febbraio delle principali tenniste italiane.

6/12 febbraio: Trevisan ad Abu Dhabi, Bronzetti e Giorgi a Linz, Errani alle qualificazioni

13/19 febbraio: Trevisan e Paolini a Doha

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United Cup: delusione Australia, ottimo avvio per Grecia, USA e Svizzera. Wawrinka sorprende Bublik

Kvitova regala l’unico punto alla Repubblica ceca. Tsitsipas e Sakkari brillano anche in doppio. Disfatta argentina contro la Francia

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Stan Wawrinka - United Cup 2022 (Twitter @UnitedCupTennis)

In attesa dell’esordio di Nadal e Zverev in programma domani, ecco i risultati definitivi dopo le prime due giornate di gioco alla United Cup. Non c’è solo il successo dell’Italia sul Brasile, di cui vi abbiamo parlato qui.

Grecia – Bulgaria 4-1

Kuzmanov – Pervolarakis 6-1, 6-1

 

Sakkari – Tomova 6-3, 6-2

Sakkari/Stefanos Tsitsipas – Topalova/Andreev 6-4, 6-4

La Grecia si aggiudica la sfida con la Bulgaria nel primo turno di United Cup per 4-1. La Bulgaria rispetta il pronostico nella sfida tra Dimitar Kuzmanov, n. 196 del ranking, e Michail Pervolakis, n. 504. Il doppio 6-1 dà coraggio ai bulgari che riaprono il computo complessivo della sfida. Ma poi ci pensano i rispettivi n. 1 ellenici del maschile e femminile a dare la sterzata decisiva alla sfida. Vince Maria Sakkari agevolmente in due set su Viktorya Tomova, 6-3, 6-2. Poi in coppia con Strefanos Tsitsipas, la greca dà spettacolo e con un doppio 6-4 si pensa al turno successivo. Debole nelle seconde linee, con Sakkari e Tsitsipas la Grecia può dir la sua nella competizione.

USA – Repubblica Ceca 4-1

Kvitova – Pegula 7-6, 6-4

Tiafoe – Machac 6-3, 2-4 ret Machac

Pegula/Taylor Pegula – Bouzkova – Lehecka 2-6, 6-3, 10-7

Ottimo il debutto nella competizione per gli statunitensi. La sconfitta in due set di Pegula contro Kvitova alla fine risulterà ininfluente. Decisivo il tie-break del primo set, in cui Petra annulla ben tre set point alla sua avversaria. Machac è costretto sul più bello al ritiro nella sfida con Tiafoe. Sotto di un set, ma avanti di un break, il ceco è costretto al forfait per una distorsione alla caviglia destra. Il doppio se l’aggiudica la coppia composta da Jessica e Taylor Pegula.

Francia – Argentina 4-0

Garcia – Podoska 6-2, 6-0

Mannarino – Coria 6-1, 6-0

La vittoria della Francia sa di rivincita mondiale nei confronti dell’Argentina. Dal campo di calcio a quello di tennis, dal Qatar all’Australia, stavolta sono i transalpini a gioire e anche abbastanza nettamente lasciando soli tre game ai singolari odierni. Rullo compressore Caroline Garcia, n. 4, supera Nadia Podoska, n. 195, per 6-2, 6-0. Adrian Mannarino, n. 46, la imita battendo Federico Coria, n. 75, 6-1, 6-0, il tutto in 2he10’ complessivi.

Australia Gran Bretagna 1-3

Dart – Inglis 6-4, 6-4

Kubler – Evans 6-3, 7-6(3)

Momento decisamente sfortunato per l’Australia, data da molti per favorita nella competizione. Il forfait di Kyrgios e successivamente quello di Tomljanovic, per un problema al ginocchio sinistro, hanno cambiato l’inerzia del confronto con la Gran Bretagna. In svantaggio 0-2, è toccato a Maddison Inglis, n. 180 del mondo, affrontare Harriet Dart, n. 98 del ranking Wta. Doppio 6-4 e semaforo verde per i britannici. Inutile ma comunque rocambolesca la sconfitta di Evans contro Kubler. Sotto di un set, nel secondo parziale il britannico si è fatto rimontare da 5-0, perdendo in malo modo al tie-break.

Svizzera – Kazakhistan 4-0

Teichmann – Kulambayeva 6-3, 6-2

Wawrinka vs Bublik 6-3, 7-6(3)

Tutto facile per la Svizzera. Stan Wawrinka (n. 148) soffre nel secondo set contro il talentuoso Alexander Bublik, n. 37. Ricambio generazionale? Non ditelo al buon vecchio Stan che porta a casa il punto decisivo per il passaggio del turno dei rossocrociati. Bene anche Jil Teichmann, n. 35, nel singolare femminile contro Zhibek Kulambayeva, n. 441, che viene sconfitta 6-3, 6-2.

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