Il caso scommesse, una lista misteriosa, la BBC e Ubitennis

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Il caso scommesse, una lista misteriosa, la BBC e Ubitennis

I primi tre giorni dell’Australian Open sono stati fagocitati dalle notizie sul caso scommesse. Cerchiamo di fare un po’ il punto della situazione, invitando i lettori a commentare con maturità un tema complesso e che non si chiarirà tanto facilmente

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Una (insolita) premessa: questo articolo è firmato dal sottoscritto ma è il risultato di una discussione durata un’intera giornata tra molti redattori “australianopenizzati”, cioè gli straordinari compagni che stanno facendo un meraviglioso lavoro praticamente 24 ore su 24 per fornirvi cronache, approfondimenti, spunti e tutto quanto la testata riesce a produrre. Ringrazio quindi Chiara Bracco, Matteo de Laurentis, Antonio Garofalo, Vanni Gibertini, Marco Lauria, Benedetto Napoli, Enrico Serrapede, Alessandro Stella, Stefano Tarantino, Giovanni Vianello, Ilvio Vidovich, Valerio Vignoli, Tommaso Voto.

In Italia siamo stati probabilmente i primi – la sera di domenica 17 gennaio – a riportare la notizia dell’inchiesta della BBC, in collaborazione con Buzzfeednews, che paventava la possibilità che alcuni incontri, risalenti a prima dell’insediamento della Tennis Integrity Unit, fossero stati aggiustati dai giocatori. L’articolo della BBC, ad una rapida lettura, sembrava vagamente promettere la denuncia di alcuni nomi nel programma radiofonico di martedì 19 gennaio. Ad una lettura più attenta sembrava che l’obiettivo della prestigiosa istituzione teleradiogiornalistica inglese fosse stigmatizzare l’attività della TIU – accusata di non dar seguito a segnalazioni provenienti da organismi indipendenti – piuttosto che quello di denunciare dei giocatori. Ciononostante si parlava di 16 giocatori nella top50, di ex vincitori di Slam, e di otto partecipanti all’Australian Open 2016.

Come sapete il giorno dopo – poche ore dopo in Australia – il tema è stato l’argomento su cui si sono focalizzate la maggior parte delle domande. Le giocatrici e i giocatori – non troppo infastiditi tranne forse Roger Federer in verità, ci è sembrato – hanno espresso le loro opinioni, naturalmente condannando l’eventuale attività illecita ma raccomandandosi di non sparare nel mucchio, di verificare nomi, date, circostanze. Come è normale che sia in questi casi le opinioni non erano tutte concordanti, soprattutto sull’opportunità che una grande azienda bettistica fosse una dei principali sponsor dello Slam australiano. A metà mattinata australiana – la notte in Italia – Chris Kermode ha tenuto una conferenza stampa durante la quale naturalmente respingeva il sospetto che la TIU non avesse dato seguito alle segnalazioni e non avesse indagato sulle partite sospette. Interpellato dal nostro direttore sulla latente contraddizione tra il timore provocato dagli scommettitori e la presenza di sponsor bettistici, Kermode ha seccamente replicato che “Scommettere non è illegale, noi stiamo parlando di casi di corruzione, è cosa diversa”.

Nella conferenza stampa del post-partita Novak Djokovic rivelava che alcuni persone avevano avvicinato il suo team nel 2007 per aggiustare una partita nel torneo di San Pietroburgo. Gli avrebbero offerto 200.000 dollari, ma il tennista serbo ha – ovviamente – rifiutato la proposta.

La giornata di martedì è trascorsa tutto sommato placidamente, se si eccettua una lista, fatta girare principalmente nei social, che aveva i nomi dei presunti sedici tennisti criptata. Quando la sera di martedì – mattina presto di mercoledì in Australia – la BBC ha mandato in onda il suo programma probabilmente eravamo in molti ad essere in attesa di chissà cosa.  Di fatto non è successo niente, il programma è rimasto molto generico e ha ribadito le accuse pià alla TIU che a dei giocatori specifici.

La giornata di oggi, mercoledì 20 gennaio, si è aperta in Europa con una notizia del quotidiano “Tuttosport” dal titolo “Djokovic voleva perdere con Santoro”. L’articolo accennava persino ad una qualche forma di coinvolgimento di Andy Murray ma è stato commentato dall’editoriale del nostro direttore e a quello rimandiamo.

Naturalmente è stato chiesto a Djokovic come sono andate le cose e il numero uno del mondo, stavolta infastidito, ha replicato abbastanza nettamente che chiunque può inventare storie su ogni partita e che l’articolo di Tuttosport diceva semplicemente il falso.

Quando in Australia sono andati a dormire in Europa ha cominciato a circolare una lista di nomi che sarebbero stati quelli che buzzfeed avrebbe fatto circolare criptati. Si è sostenuto cioè, sempre nei social, che la lista fosse stata decodificata, anche se non si capisce bene né da chi né come. Con queste premesse Ubitennis non pubblicherà mai nessuna lista, ma non si tratta di essere garantisti o colpevolisti ma di semplice generale sensibilità. Come chiunque noi siamo convinti che il fenomeno esista ma non siamo in grado né di valutarne l’estensione, né di avere una vaga idea del tipo di torneo o di incontri che  possano essere più a rischio di altri. Si fa molto parlare dei tornei minori che sarebbero maggiormente preda degli scommettitori in quanto i partecipanti non navigano nell’oro e un arrotondamento, anche perverso, potrebbe far loro comodo. Ma di contro è semplice comprendere come ci si possa facilmente nascondere tra le pieghe di una vasta gamma di scommettitori e che più l’incontro è importante più persone ci scommettono sopra.

I nostri lettori sono intervenuti numerosi e anche loro con opinioni variegate sul tema. Come non poteva essere altrimenti non sono mancate le critiche sia alla nostra testata sia ai giornalisti in generale. Delle modalità con cui ognuno fa il proprio mestiere non tocca certo a noi rispondere, e quindi non aspettatevi nessuna difesa corporativa, soprattutto di chi si avvicina magari al tennis solo occasionalmente e con qualche presunto scoop a scoppio ritardato. Come diceva Arpino ci sono iene e belle gioie, ma immaginiamo che questo si possa dire per molti altri lavori.

La nostra testata ha questa posizione diciamo “scettica” e la manterrà fino alla fine della vicenda. Da innamorati di questo sport siamo i primi a essere interessati a che si faccia chiarezza ma abbiamo letto molti interventi francamente sconsolanti sulla vicenda. Perché se nascondere la testa nella sabbia di fronte ad un problema che inevitabilmente esiste nuoce al tennis, buttare nella mischia nomi più o meno altisonanti  inducendo il lettore o l’appassionato a pensare che in fondo sono tutti uguali dal numero 1 al 300 del mondo, dal tennista al calciatore, rischia di rovinare tutto.

Stiamo cercando di non aggiungere altro, ma questo non significa che in nome di un “lasciate in pace i giocatori”, francamente fuori luogo, rinunceremo a chiedere e cercare di comprendere.

 

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