[1] N. Djokovic b. [27] P. Kohlschreiber 7-5 7-5 (Alberto Prestileo)
Nonostante sia ancora lontano dalla forma migliore, Novak Djokovic riesce ugualmente a sbarazzarsi di Philipp Kohlschreiber, numero 30 ATP, 7-5 7-5. Il serbo gioca una partita sicuramente migliore rispetto a quella di domenica contro Fratangelo ma risulta ancora un parente assai distante da quello che tutti conosciamo. Tanti errori per il numero uno al mondo, sia dritto sia di rovescio, e la netta sensazione che la voglia di dominare come al solito sia tanta, ma con una condizione mentale e fisica che non glielo consentano.
Dall’altro lato, Kohlschreiber gioca una bellissima partita. Varia tantissimo col servizio, rischia tanto da fondo e, soprattutto col rovescio, mette tanto particolarmente in difficoltà il suo avversario.
Proprio col rovescio, nel primo set, il tedesco è bravo a recuperare il break subito nel quarto gioco. Un passante ed un lungolinea gli permettono di rientrare in partita nel settimo game, costringendo Djokovic ad un set più lungo del previsto. La testa di serie numero 27 del torneo è brava a non mollare, fino al game decisivo, quello che lo porterebbe al tie-break: qui viene finalmente fuori la superiorità di Nole, che chiude il parziale 7-5 in suo favore.
Il secondo set è per certi versi simili: Djokovic strappa il servizio all’avversario nel sesto gioco ma, in quello successivo, è costretto ad annullare due palle del contro break. Il game alla fine dura più di 8 minuti, al termine dei quali Nole tiene il vantaggio. È però un Djokovic particolarmente presuntuoso e superficiale, tanto da subire il break proprio nel game decisivo, dopo aver buttato al vento quattro match point. Il tedesco allunga dunque nuovamente il set fino, ancora, al 12esimo game: così come nel primo parziale, Nole chiude la partita nel gioco decisivo, ancora per 7-5. Il serbo approda agli ottavi di finale con un doppio 7-5; ad attenderlo, Feliciano Lopez.
[4] R. Nadal b. F. Verdasco 6-0 7-6(9) (Marco Lauria)
Pronti, via e Rafa ingrana immediatamente la marcia, tiene il servizio e complici due doppi falli alla prima occasione breakka Verdasco. Il rendimento al servizio del madrileno è altalenante: ace e doppi falli si susseguono senza alcun filo logico e il mancino di Manacor alla terza occasione sfrutta l’ennesima palla break lasciando impietrito Verdasco con un fenomenale dritto. Nadal è centratissimo e annulla l’unica palla break che il connazionale vanifica tirando lungo un rovescio. L’immagine del primo set è tutta in un violentissimo, ma estemporaneo dritto che il madrileno scaglia a tutta forza da posizione proibitiva, consegnandosi due punti più tardi all’inesorabile bagel. Il secondo parziale si apre ancora con Rafa al servizio, ma il copione questa volta è diverso. Nei primi quattro game entrambi non riescono a tenere la battuta. Verdasco continua a premere in maniera dissennata, Nadal fa di tutto per rimetterlo in partita. Dopo un’ora e dodici game, il 33enne madrileno riesce finalmente a portare a casa un turno di servizio, ma in risposta continua a regalare l’impossibile. Il punteggio segue i servizi e si arriva così al tie-break.
Con un dritto dal centro del campo Nadal si riprende il mini-break iniziale, ma è Verdasco a girare sopra 4-2. Consapevole di poter prendere qualche rischio, il madrileno fulmina ancora una volta Rafa con un dritto in risposta e si prende tre set point. Due li spreca sul servizio, sul terzo Nadal trova un meraviglioso angolo incrociando il rovescio e va a girare sul sei pari. Stavolta è Nadal a conquistare un match point, ma Verdasco lo cancella con l’ausilio del falco. Sull’otto pari Rafa sbaglia un calcio di rigore: entrambi i piedi nel campo, Fernando alle corde, tira in rete il dritto che gli avrebbe regalato una nuova opportunità di chiudere. Ma pochi secondi più tardi, a parti invertite, viene ancora una volta graziato sul set point per il madrileno. Si rigira, e questa volta è l’ultima. Verdasco apre con l’ottavo doppio fallo, Nadal questa volta non perdona.
A. Zverev b. [16] G. Simon 6-2 6-2 (Gabriele Ferrara)
Bella vittoria per Alexander Zverev, che domina Gilles Simon con un doppio 6-2 in un’ora e sette minuti di partita. Adesso agli ottavi attende il vincente della sfida tra Nadal e Verdasco.
Si comincia con Zverev che breakka subito il francese nel game d’apertura. Il tedesco serve molto bene e domina la maggior parte degli scambi che si giocano sulla diagonale sinistra, chiudendo spesso con un’accelerazione in lungo linea da entrambe le parti del campo. Il francese – come nel match contro Pospisil concede troppo da fondocampo, con “Sascha” che ottiene un altro break nel settimo gioco e che chiude il primo set per 6-2.
Nel secondo parziale il tennista di Nizza – nonostante riesca a trovare il controbreak nel secondo gioco dopo aver perso la battuta in apertura – continua a sbagliare molto e subisce un altro break sull’uno pari. “Gillou” dice al suo coach Jan De Witt di sentirsi “so much stressed” a causa del gioco del giovane tedesco, accusando forse anche qualche fastidio alla schiena e subendo l’ennesimo break nel quinto gioco. Il numero 58 Atp continua a giocare davvero bene: si difende con ordine, varia il gioco con il back ed accelera al momento giusto con entrambi i fondamentali- meraviglioso il rovescio: rotazione delle spalle perfetta, tutto il peso del corpo in avanti ed uso eccezionale della mano sinistra. Il resto dell’incontro è una pura formalità, con il tennista tedesco che chiude il match in un’ora e sette minuti di gioco.
Ennesima dimostrazione di forza e di talento da parte del diciottenne di Amburgo, che si qualifica per la prima volta per gli ottavi di finale di un Masters 1000. Domani troverà Nadal – in uno scontro che sarebbe estremamente affascinante e tutto da gustare – o Verdasco, che lo ha sconfitto lo scorso anno a Metz dopo tre set piuttosto combattuti.
Brutta prestazione, invece, per Simon, apparso scarico fisicamente ed emotivamente.
[11] D. Thiem b. [21] J. Sock 7-5 6-7(5) 6-1 (il nostro inviato ad Indian Wells, Vanni Gibertini)
Se siete fan delle rotazioni esasperate, avreste dovuto essere in prima fila allo Stadium 2 di Indian Wells per il match tra Thiem e Sock. Il loro gioco ha molte caratteristiche simili: top spin folle e preparazioni molto ampie, che spesso li costringe a stare parecchio dietro la linea di fondo per avere il tempo di effettuare i loro grandi movimenti. Fino a quando i servizi l’hanno fatta da padroni il match è stato molto scarno e tutto sommato abbastanza noioso, ma a partire dalla fine del primo set, gli scambi si sono allungati, i due protagonisti hanno iniziato a mischiare le carte anche dal punto di vista tattico, con serve and volley, discese in controtempo e smorzate, ed il pubblico si è sicuramente divertito.
Nella giornata sicuramente più calda fino ad ora nel torneo gli spettatori hanno cercato per la maggior parte di rimanere nelle sezioni dello Stadium 2 protette dall’ombra, di conseguenza le presenze sugli spalti sono aumentate progressivamente man mano che la partita andava avanti e soprattutto man mano che il sole scendeva dietro ai ristoranti che sovrastano le gradinate di questo nuovo splendido gioiello di stadio.
Come detto, nel primo set si è trattato essenzialmente di contare i punti per i primi 11 giochi, nei quali nessuno dei ribattitori era riuscito a vincere più di due punti a game sul servizio dell’avversario. Il primo a tentennare è Jack Sock, che con tre errori gratuiti concede un set point a Thiem, l’austriaco non lo sfrutta, ma una successiva volée in rete ed un buon scambio in pressione di Dominic regalano il set alla testa di serie numero 11.
Sock si innervosisce molto per il set perso in così malo modo, prende un warning dal giudice di sedia Layani, il quale ha il suo bel da fare per convincerlo a mantenere la calma quando l’americano comincia una sua battaglia personale contro il suo ex-agente seduto in prima fila, reo a suo modo di vedere di battere i piedi prima di ogni suo servizio con l’intento di disturbarlo.
È però Thiem il primo ad inguaiarsi sul suo servizio: nel terzo game, si incarta fermando il palleggio chiamando un challenge su una palla buona, viene graziato da Sock sulla prima palla break con una volée piuttosto semplice messa in rete, ma alla quarta occasione deve subire un diritto violentissimo che contra superbamente un timido tentativo di serve and volley sulla seconda di servizio.
Ma quel break sembra essere soltanto un blip, perché sulla sua battuta Thiem riprende subito il suo impressionante ruolino di marcia (solo 10 punti persi nei primi 10 turni di battuta, escludendo quello del break subito) ed al sesto game ottiene il controbreak grazie a splendide variazioni da fondocampo che riducono Sock in difesa e gli aprono magnificamente il campo per il colpo al volo conclusivo.
L’austriaco avrebbe anche l’occasione per l’allungo decisivo con ben quattro palle per andare a servire per il match sul 5-3, ma questa volta è Sock che con un paio di abili drop-shot chiama avanti Thiem (solitamente stazionato molto dietro la linea di fondo) per poi concludere con pregevoli passanti. Dominic arriva comunque a servire per il match sul 6-5, ma non coglie l’occasione, così come non riesce a concretizzare un vantaggio di 4-2 nel tie break successivo. Il set se lo aggiudica Sock per 7 punti a 5 nel tie break dopo 1 ora e 4 minuti, celebrando l’affermazione nel parziale con un’esultanza degna del Royal Rumble.
Se c’è un difetto nel nuovo Stadium 2 di Indian Wells è che i corridoi che danno sulle tribune sono incredibilmente rumorosi quando sono molto affollati, e chi siede vicino alle uscite ne è inevitabilmente disturbato. Il brusio solitamente aumenta in concomitanza della fine dei set, ma non dura troppo. In questo caso però il terzo set è finito quasi più velocemente del brusio, in quanto con un tramortente parziale di 20 punti a sei, Thiem si porta sul 5-0, spegnendo immediatamente le velleità di un Sock che non sa reagire agli errori di inizio set se non commettendo altri errori, mettendo in evidenza il gap che tutt’ora esiste tra il tennista del Nebraska ed un aspirante prossimo top-10 come Dominic Thiem.
[5] K. Nishikori b. [30] S. Johnson 7-6(6) 7-6(5) (Paolo Di Giovanni)
Un Nishikori sottotono, ben lontano dall’ottimo livello mostrato a Melbourne, ha la meglio per la quarta volta su altrettanti incontri di Steve Johnson e del braccino di quest’ultimo. Tra la solidità al servizio di Johnson ed i tanti errori di Nishikori, ad inizio partita gli scambi sono brevi e lo statunitense va immediatamente sul 3-0. Il numero 6 del mondo non sfrutta tre palle del controbreak e viene poi messo continuamente sotto pressione quando è al servizio, ma riesce a limitare i danni e arriva sul 3-5 quando Johnson va a servire per il set. Inizia qui il dramma dell’americano: dal 30-0 gioca in maniera disastrosa i quattro punti successivi e permette a Nishikori di rientrare nel set. Pochi minuti dopo, durante il tie-break, il giapponese riesce a giocare ancora peggio andando sotto 2-6, ma come accaduto poco prima, nel momento di chiudere, la testa di serie numero 30 sbaglia di tutto, non fa più un punto e si trova sotto di un set.
Johnson sembra subire il colpo e fatica a riprendere in mano lo scambio. Nishikori è finalmente più fluido e gioca con maggiore profondità, ma non sfrutta tre break point in avvio del secondo set. L’appuntamento con il break è rimandato sul 4-3, ottenuto dopo aver assistito agli orrori di Johnson e chiudendo con un rovescio fulminante dal centro del campo. Ma come capitato al giocatore di casa nel primo set, quando arriva il momento di chiudere, Nishikori con quattro gratuiti consente all’avversario di recuperare. Tie-break anche in questo parziale, il fresco vincitore del torneo di Memphis gioca con maggiore solidità e chiude senza troppi affanni.
Per il giapponese sarà sicuramente necessario aumentare l’intensità di gioco nel prossimo turno, contro Isner o Mannarino.
Nella seconda pagina, le cronache dei match di Isner, Feliciano Lopez e Tsonga