Amélie Mauresmo: "A livello globale la società è sessista. La WTA è debole"

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Amélie Mauresmo: “A livello globale la società è sessista. La WTA è debole”

Amélie Mauresmo attraverso le colonne de L’Equipe dice la sua sulla spinosa questione prize money e sul momento poco felice della WTA

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Quando parla Amélie Mauresmo non è mai banale: difatti il coach di Andy Murray e capitano di Fed Cup francese ha rilasciato un’interessante intervista al quotidiano sportivo francese L’Equipe, dove l’argomento principale è stato l’uguaglianza di prize money tra i due circuiti: “Ogni volta non capisco perché si debba risollevare quest’annosa questione. Allora, al momento il circuito maschile è senza ombra di dubbio più attraente di quello femminile. Ci sono contemporaneamente tre tra i più grandi sei campioni del tennis di tutti i tempi. Ma essendo che il denaro che le donne guadagnano non viene tolto dal montepremi degli uomini io non capisco dove sta il problema. Ovviamente Federer, Nadal e Djokovic stanno facendo da traino in questo, ma non capisco perché non debbano beneficiarne tutti? A mio avviso è una discussione molto sterile. Se poi ci si limita agli Slam questa discussione comincia ad avere un senso visto che il format tra uomini e donne è diverso. Io farei i primi turni al meglio dei tre set e semifinali e finale giocata al meglio dei cinque, sia per gli uomini che per le donne”.

La due volte campionessa Slam spiega come questo discussione per l’uguaglianza tra uomo e donna sia un problema intrinseco nella società e come il suo allievo, Andy Murray, abbia molto a cuore questa faccenda: A livello globale la società purtroppo è ancora molto sessista. Il nostro è l’unico sport dove non facciamo distinzioni tra uomini e donne e di questo ne sono orgogliosa; in un certo senso siamo degli apripista. Ovviamente con Andy (Murray, ndr) ne abbiamo parlato e io sapevo già da prima cosa avrebbe detto davanti ai microfoni. Lui ha opinioni decise a riguardo. Ha una visione molto anglo-sassone perché secondo lui una donna che occupa il numero 100 del ranking dovrebbe avere le stesse opportunità del numero 100 maschile. Lui non concepisce che il numero 70 della classifica maschile debba prendere più di Serena Williams solo perché ha un paio di palle e compete negli stessi anni di Djokovic, Federer e Nadal. Andy ha capito che la discussione non verte sul fatto che il circuito ATP susciti maggiore interesse, ma si basa sull’uguale opportunità”.

La parte finale dell’intervista è dedicata a qualche critica alla WTA e al momento poco felice del tennis: “Troppi problemi stanno investendo questo sport. I match truccati, Sharapova positiva all’anti-doping, i problemi per l’ampliamento del Roland Garros ed infine la questione prize money. Tutto ciò mi rattrista enormemente e a livello d’immagine è un danno enorme. Così si perdono i valori di questo sport che sono le performance in campo, l’impegno, il sudore e per tornare alla normalità dobbiamo continuare a combattere. Se rivedremo di nuovo in epoca come quella dal 2000 al 2005 nel circuito femminile è difficile dirlo. Ai miei tempi c’erano giocatrici del calibro delle sorelle Williams, la stessa Sharapova, c’ero io, Henin, Clijsters, Capriati, Davenport e molte altre e tutti noi avevamo una voglia matta di emergere. Oggi ci sono Muguruza, Keys, Bouchard ed è difficile dire se hanno il carisma necessario per prendere il posto sia in classifica che a livello mediatico della Williams. La WTA dieci anni fa era molto forte, ora non sta facendo abbastanza e mi sento di poter affermare come l’ATP sia decisamente più attiva. Solo l’aver sentito che la WTA abbia preparato le risposte alle tenniste sul caso Sharapova è una cosa raccapricciante e spero, con tutto il cuore, che le giocatrici abbiano parlato solo ed esclusivamente di testa loro“.

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