Madrid e gli indecifrabili risultati dei tornei WTA

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Madrid e gli indecifrabili risultati dei tornei WTA

Eliminata all’esordio in Germania, Simona Halep ha vinto a Madrid. Percorso opposto per la campionessa di Stoccarda Angelique Kerber, sconfitta al primo turno in Spagna

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Dopo il triennio 2012-2014 in cui Serena e Sharapova si sono spartite i successi in tutti i più importanti tornei su terra battuta, questo 2016 si sta sviluppando imprevedibilmente, ancora più dell’anno scorso: nomi diversi nelle fasi finali, e nessuna giocatrice che sia riuscita a confermarsi ad alto livello fra Stoccarda e Madrid. Kerber vincitrice a Stoccarda ha perso in Spagna al primo turno; Halep, eliminata all’esordio in Germania (dopo aver raccolto tre soli game), ha vinto la settimana successiva.
A Madrid delle 16 teste di serie solo cinque sono riuscite ad approdare agli ottavi e addirittura una sola, Simona Halep, ai quarti di finale. Malgrado questa situazione, in cui le outsider hanno presto eliminato le top ten, tutto sommato la finale non è stata così anomala, visto che ci sono comunque arrivate due giocatrici di spessore, ex finaliste Slam, come Cibulkova e, appunto, Halep.

Resta però un fatto abbastanza evidente: in questo momento le indicazioni che dovrebbero arrivare dal ranking risultano poco attendibili; le prime possono perdere spesso da giocatrici classificate indietro, anche di molte posizioni.
Come mai? Non è facile rispondere. La mia sensazione, del tutto opinabile, è che innanzitutto si stiano sommando due circostanze opposte. Da un lato le primissime sono forse scese come livello: se non per capacità di giocare bene in assoluto, quanto meno in termini di continuità. Dall’altro lato invece, quelle che una volta si sarebbero definite giocatrici di rincalzo sono salite di qualità e costituiscono una seconda fascia di rivali sempre più agguerrite e numerose.
La conseguenza è che basta poco per spostare equilibri e risultati; una giornata di forma leggermente inferiore al solito, condizioni di gioco meno adatte alle proprie caratteristiche, un’avversaria che per tipologia di tennis risulta indigesta, e arriva la sorpresa.

A questo aggiungerei altre due ragioni.
La prima è che sempre di più le migliori orientano la stagione verso gli Slam; per cui se nelle settimane precedenti spunta qualche piccolo problema fisico non esitano a dare forfait o comunque a scendere in campo senza forzare, per non correre rischi in vista dell’obiettivo principale.

La seconda è che, secondo me, la presenza nel circuito di una figura così dominante come Serena Williams ha impedito che negli ultimi anni si formasse un nucleo di giocatrici con il carisma sufficiente per riuscire a vincere le partite anche attraverso la personalità, che può diventare un grande aiuto nelle giornate meno buone.
Avete visto quello che è successo a Zverev contro Nadal a Indian Wells? Zverev è stato capace di arrivare sino al match point, ma poi al dunque lo ha mancato sbagliando una volèe non impossibile; a quel punto è virtualmente uscito dal campo, incapace di riprendersi sul piano morale per riuscire a tagliare un traguardo che sembrava a portata di mano.
Sono le vittorie negli Slam, le settimane di permanenza ai vertici del ranking a determinare quell’aura che fa sì che certi giocatori siano più difficili da sconfiggere: non solo per quanto sanno dare in campo quel giorno specifico, ma anche per quanto rappresentano in assoluto.

Ma Nadal è Nadal, e in questo momento tra le donne solo Serena, e in parte Sharapova, possono vantare una condizione simile; non penso che le altre possano intimorire più di tanto, anche se per ragioni differenti: c’è chi la grande vittoria l’ha vissuta troppo di recente, come Kerber; chi al contrario le ha raggiunte troppo tempo fa, come Venus; chi è così discontinua da lasciare sempre all’avversaria la speranza di successo, come Kvitova; e chi è stata troppo fragile fisicamente per affermarsi con la necessaria continuità come Azarenka. Insomma, per una motivo o per l’altro, nessuna riesce a disporre di uno status tale da mettere soggezione. Stiamo vivendo una specie di “liberi tutti” che sgombra il campo da ostacoli e paure, e così chi ha la possibilità di vincere riesce a farlo, senza complessi psicologici.

Questa situazione di estrema fluidità può rappresentare un problema per alcuni aspetti: per gli organizzatori, ad esempio, che per pubblicizzare i tornei puntano su alcune protagoniste, e poi se le ritrovano eliminate al primo turno. Ma anche per gli appassionati meno assidui, che perdono presto le loro beniamine e non sanno bene cosa aspettarsi da chi ha preso il loro posto.
E tutto sommato penso che questo possa essere un problema anche per i media, soprattutto quelli generalisti, che tendono a semplificare il quadro degli sport ritenuti minori, e che quindi si trovano meglio in un contesto in cui i nomi ricorrenti sono sempre gli stessi. Anche perché, concedetemi una malignità, non sempre conoscono a sufficienza le alternative che hanno sconfitto le tenniste più note.

Tutto questo può provocare sconcerto; e diventa breve il passo che trasforma il disorientamento in un giudizio negativo nei confronti del tennis femminile. Del resto la valutazione sulla qualità di gioco rimane un esercizio sostanzialmente soggettivo; personalmente non sono così convinto che la qualità sia scarsa: si potrebbe dire che è diversamente distribuita, ma non penso che complessivamente ce ne sia meno rispetto al passato.

Forse sono in minoranza, ma l’attuale situazione non mi dispiace: meno partite scontate, tabelloni più aperti, e la possibilità per chi trova la settimana di forma ideale di diventare protagonista sino in fondo. A Stoccarda, ad esempio, abbiamo scoperto una novità come Laura Siegemund; a Madrid hanno conquistato il centro della ribalta Patricia Tig e Louisa Chirico. E finalmente è tornata a giocare bene Sorana Cirstea, che dopo alcune stagioni fisicamente tribolatissime sembra avere recuperato la condizione per riproporsi ad alti livelli.

Comunque si valuti l’incertezza, al di là delle differenti interpretazioni, di sicuro l’appuntamento spagnolo non ha contribuito granché a chiarire le idee in vista di Parigi. A questo punto solo il torneo di Roma potrà aiutarci con ulteriori indicazioni; ma per questo ci sarà spazio la prossima settimana.

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