Paralleli: Fognini/Balotelli, matti da legare, ma chi ha detto che è "per sempre"?

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Paralleli: Fognini/Balotelli, matti da legare, ma chi ha detto che è “per sempre”?

Oggi la rubrica dei paralleli vi presenta due talenti della nazionale italiana: Fabio Fognini e Mario Balotelli, così apparentemente diversi e così ugualmente “matti” in campo. Il matrimonio di uno e il punto più basso dell’altro potrebbero fornire lo spunto di una clamorosa rinascita

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Inutile negare che il parallelismo possa sembrare banale e scontato, eppure la domanda che sorge spontanea è: cosa hanno in comune un tennista e un calciatore? Come si può confrontare il calcio, sport di squadra in cui c’è un contatto continuo fra i giocatori e una “melodia” incessante dei cori dei tifosi, con il tennis, sport di estrema eleganza, in cui gli atleti sono separati da una rete e al primo grido proveniente dagli spalti l’arbitro redarguisce subito il pubblico? Eppure, vi sorprenderà, ma ci sono diversi punti di contatto tra i due rappresentanti dei suddetti sport che, peraltro, sono nostri connazionali. Da una parte c’è Fabio Fognini, l’uomo Coppa Davis, capace di far sognare gli italiani sulla terra rossa del Foro Italico e di deluderli sui verdi prati di Wimbledon. Dall’altra, invece, troviamo Mario Balotelli, un ragazzo di un metro e novanta con una potenza di tiro formidabile e colpo di testa lodevole, qualità che gli hanno permesso di diventare capocannoniere della nazionale azzurra agli europei di calcio nel 2012 e alla Confederations Cup nel 2013.

Al primo impatto i due sembrano agli antipodi per quanto riguarda le caratteristiche fisiche e atletiche: l’uno meno potente ma con un buon tocco di palla e l’altro possente nel fisico e nello stile di gioco. Anche le loro storie non somigliano affatto: Fabio ha cominciato la sua carriera in maniera graduale fino ad approdare al tennis professionistico, mentre Mario, dopo essere stato accolto dalla sua famiglia adottiva, all’età di 17 anni viene subito catapultato in serie A con uno dei club più blasonati d’Italia, l’Inter. Ciò nonostante i due azzurri, chi con la racchetta e chi con il pallone, fanno parlare molto di sé. Entrambi sono considerati due promesse (forse mancate) dei rispettivi sport e tutti e due riescono a sollevare polemiche continue sui loro atteggiamenti in campo.

Fogna ha vinto tre titoli ATP, ha raggiunto i quarti al Roland Garros, è approdato alla 13esima posizione nel ranking mondiale, ha riportato l’Italia in semifinale di Coppa Davis (evento che non accadeva dal 1998), battendo Andy Murray in quella che viene ad oggi considerata la miglior partita in carriera di Fabio e, soprattutto, ha conquistato in coppia con Simone Bolelli l’Australian Open, primo Slam vinto da una coppia italiana nell’era Open. Tutto sommato il buon Fogna si è tolto le diverse soddisfazioni, ma questo non basta ai suoi sostenitori, che vogliono sempre di più e aspettano ancora il gran colpo di Fabio. Probabilmente il pazzo Fogna non è riuscito ancora a conquistare non solo uno Slam in singolare, ma anche il cuore degli italiani, a causa del suo atteggiamento in campo: racchette che volano, polemiche contro arbitri e avversari, tutte cose che a Fabio fanno perdere la concentrazione, portandolo spesso a perdere partite, che potevano essere vinte. Ed è proprio a questo proposito che ci viene in mente Super Mario Balotelli. Come può un calciatore con il suo talento e le sue qualità tecniche rivolgere gesti offensivi nei confronti dei tifosi e dei suoi avversari? Come può togliersi la maglia della sua squadra, per la quale dovrebbe avere un attaccamento quasi viscerale, e scagliarla a terra con violenza solo perché non condivide le scelte del mister? Super Mario si è sempre distinto per il suo talento innato: giocatore duttile in posizione offensiva, infatti può giocare sia come seconda punta che come centravanti, abile specialmente nei calci piazzati e gran rigorista. Tutte queste caratteristiche l’hanno portato a vincere tre scudetti, una coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Champions League (pur non giocando da titolare) con l’Inter; buone prestazioni anche in Inghilterra con il Manchester City ed infine, nel 2012, trascina la nazionale azzurra in finale agli Europei, diventando capocannoniere ed entrando a far parte dei migliori giocatori degli europei dell’edizione 2012. Purtroppo sia Super Mario che Fogna condividono un grande difetto: l’incostanza. Dopo questi ottimi risultati, entrambi gli atleti hanno la capacità di resettare completamente le loro performance positive. C’è chi riesce a precipitare dalla 13esima posizione alla 34esima nel giro di un anno e chi dopo un brillante europeo riesce a farsi giudicare come il calciatore che ha maggiormente deluso nella fallimentare spedizione dell’Italia ai mondiali 2014. Peccato per quei dritti in top spin, quei bei rovesci giocati in scioltezza… E quei colpi di testa, quella splendida mezza-rovesciata contro l’Irlanda… Tutti questi talenti sciupati per un insulto di troppo o per una racchetta gettata a terra con disprezzo.

Ma niente è perduto! I due “matti da legare” sono ancora in pista e potrebbero regalare altre emozioni al pubblico italiano, che resta incollato allo schermo della tv nell’attesa di vedere i nostri due protagonisti trasformare tutta quella rabbia che pervade i loro animi in una grinta positiva, in una buona dose di cattiveria agonistica, che potrà finalmente rendere giustizia ai loro talenti ancora inespressi. Intanto Fognini potrebbe trarre enormi benefici dal matrimonio. E poi Balotelli, in fondo, potrebbe trarre nuovi stimoli da questo Europeo che sta guardando, si spera, da casa.

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