La maledizione degli Slam sui piccoli tornei che seguono. Roger Federer non ha giocato a Parigi…

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La maledizione degli Slam sui piccoli tornei che seguono. Roger Federer non ha giocato a Parigi…

La marcia di avvicinamento a Wimbledon, con i tornei su erba e le possibili sorprese. Federer si difende dall’assalto di Thiem e Zverev a Halle, Murray profeta in patria?

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Questo articolo è stato pubblicato sul sito Snai.it, e con il permesso di Snai viene pubblicato anche su Ubitennis.com

Qualche tempo fa uscì fuori una statistica interessante sui cui dovrebbero riflettere in particolare gli scommettitori: il 50% dei giocatori che avevano vinto un torneo alla domenica perdevano già al primo turno del torneo successivo. Non al secondo, ma proprio al primo. Appagamento? Rilassamento? Minor tempo per allenarsi sulla nuova superficie? Maggior responsabilità e pressione? La vittoria nei tornei dello Slam ha effetti ancora più deflagranti. Tralasciamo il caso unico di Flavia Pennetta che si è addirittura ritirata dopo il trionfo all’US Open, ma dopo che Angelique Kerber ha vinto a sorpresa l’Open d’Australia quando tutti si aspettavano il 22esimo Slam di Serena Williams, la mancina tedesca di origini polacche non ha più saputo esprimersi a quei livelli. Al Roland Garros ha addirittura perso al primo turno, sia pure dalla rivelazione olandese Kiki Bertens. La campionessa del Roland Garros Garbine Muguruza gioca il torneo di casa di Maiorca e che fa? Perde al primo turno dalla belga Flipkens. Quando Andy Murray ha vinto il torneo di Roma è sfuggito alla maledizione statistica a Parigi, ma solo per poco perché sia con il vecchio ceco Stepanek (37 anni) che con il semisconosciuto francese Bourgue è stato la prima volta in svantaggio di due set a zero e la seconda di due set a uno. Quando però si riesce a “sfangarla” nel primo e nel secondo turno… il peggio è passato e si può arrivare in finale, come è successo allo scozzese che però ha dovuto arrendersi a Novak Djokovic, finalmente in grado di realizzare il suo sogno, di vincere il suo primo Roland Garros dopo tre finali perdute.

Ora è vero che i tornei di questa settimana e della prossima sono soprattutto marce di avvicinamento al torneo di Wimbledon – marce ritardate dalla pioggia che perseguita quasi tutta l’Europa – però i motivi di curiosità non mancano perché dopo che l’austriaco Thiem (accaparrato dalla Babolat) ha vinto a Stoccarda il primo torneo della carriera sull’erba, cancellando due matchpoint al suo idolo Roger Federer, tutti vorremmo capire se è stato più merito del giovane pupillo di Gunther Bresnik (l’ex coach di Boris Becker e di ben 27 top 100!) o demerito di un Federer non ancora al 100 per cento. Per Wimbledon vedo quote Serena Williams a 2,50 e Kvitova a 6, a 1,70 Djokovic e a 4.40 Murray, tutti gli altri, compreso il sette volte vincitore del torneo Federer a 14, poco avanti a Raonic a 16 (che al Queen’s ha eliminato Kyrgios che a Wimbledon viene dato a 18). Ma le cose potrebbero cambiare se ad Halle, torneo che Federer ha vinto ben 8 volte, lo svizzero che non ha troppo convinto con Struff (64 76) trionfasse per la nona volta. Calano le quote per Nishikori a seguito del ritiro a Halle. Si è così creato un bel corridoio per Seppi che, vittorioso al primo turno su un David Ferrer un po’ in crisi, è nei quarti contro Florian Mayer e non è un incontro impossibile, anzi. Per arrivare in semifinale contro uno fra Thiem, Karlovic e Kohlschreiber. Sono curioso di vedere Stakhovski contro Goffin, perché l’ucraino che imperversa su Twitter sull’erba è un osso duro e ne sa qualcosa proprio Federer che nel 2013 ci perse proprio a Wimbledon dopo che per 36 Slam consecutivi era giunto sempre nei quarti (come mi segnala un lettore). Chi vince fra Stakhovsky e Goffin dovrebbe proprio cadere su Federer perché non credo che lo svizzero possa perdere dal tunisino Jaziri. Il belga ha talento, è un prossimo top ten, è un rappresentante della nuova generazione, ma è anche un po’ leggero. Il servizio, soprattutto la seconda palla è troppo morbida, e sull’erba può essere un handicap importante. Ma il tennista da seguire a Halle è Zverev che giocando in casa potrebbe esaltarsi, anche se con il redivivo Marcos Baghdatis  –il cipriota è neo testimonial Mizuno, la società giapponese che un tempo aveva sotto contratto Ivan Lendl e che oggi con una struttura italiana il cui marketing manager è Mauro Battistin, ha intanto cominciato a muoversi sul mercato italiano giovanile e per ora minore: Mizuno ha per ora sotto contratto fra gli altri  alcuni giovani piuttosto interessanti come Lorenzo Sonego e Gianluca Mager – che si è preso il lusso di eliminare Berdych al primo turno non avrà vita facile.

Al Queen’s mi interessa vedere Tomic-Verdasco, due giocatori abbastanza imprevedibili, soprattutto l’australiano. Verdasco ha eliminato un Wawrinka poco brillante, ma Tomic ha sconfitto il sudafricano Anderson che sull’erba è un tipo tosto e lo ricordo a Wimbledon capace di portare al quinto set Djokovic mancando un paio di opportunità nel set decisivo. Murray-Cilic è la semifinale più probabile della parte alta del tabellone – al seguito dello scozzese è tornato Ivan Lendl, una garanzia – così come Raonic-Isner, un match da poligono di tiro e con chissà quanti aces, è forse quella più probabile in basso. Raonic, che già si faceva seguire da Piatti e Moya ora ha pure John McEnroe come consigliere per il tennis “erbivoro”. Serviranno davvero tutti questi coach al seguito? Io ho qualche dubbio. E anche Kyrgios che ne ha contestato l’usoA Maiorca chissà che non vinca una tennista serba, una delle due ex n.1 del mondo di Belgrado, Jankovic o Ivanovic. Della seconda si sussurra ci sia stato addirittura un matrimonio segreto con il calciatore della nazionale tedesca Bastian Schweinsteiger (andato in gol dopo un anno di digiuno all’EuroCup). Mentre a Birmingham sono saltate quasi tutte le teste di serie della parte alta (Radwanska inclusa) e questo farebbe pensare che a vincere sia una delle ragazze che stanno in basso, Kerber o Kvitova in primis. Vedremo.

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