La settimana degli italiani: l'erba di Lorenzi, Seppi e Giorgi è poco verde

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La settimana degli italiani: l’erba di Lorenzi, Seppi e Giorgi è poco verde

Rieccoci con le dolenti note. Gli italiani non sono certo dei specialisti dell’erba e non si sono smentiti. Seppi crolla in classifica solo sconfitte per Lorenzi, Giorgi e Schiavone

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I tennisti italiani, storicamente mai troppo a loro agio nel giocare i tornei sull’erba, hanno approfittato della prima parte dei venti giorni che separano i due Major europei per ricaricare le pile in vista della seconda parte della stagione. Non a caso, la settimana scorsa l’unico tra uomini e donne ad aver partecipato ad un torneo del circuito maggiore è stato Andreas Seppi, tennista che si sente particolarmente a suo agio su questa superficie, sulla quale ha vinto un torneo (Eastbourne nel 2011) e dove ha raccolto, considerando tutti i giocatori italiani nell’era Open, il miglior score percentuale tra partite vinte/ perse (43/33, corrispondente al 57%).
Ad Halle, dove il tennista nato a Caldaro ha partecipato per la settima volta al torneo organizzato dal 1993 dal magnate tedesco Gerry Weber, Andreas l’anno scorso aveva raggiunto la finale perdendo da Federer.
Al primo turno, ha affrontato David Ferrer, contro il quale aveva perso tutti e nove i precedenti scontri diretti (nessuno sull’erba): Andreas, ha vinto 6-3 6-4 contro il numero 14 al mondo in un’ora ed un quarto di partita durante la quale, a parte il tentativo di rimonta del valenciano nel secondo set da 1-3 a 3 pari, il bolzanino ha condotto la gara con facilità, meritando il successo contro l’ex numero 3 del mondo. Seppi con questa vittoria si è pure tolto la soddisfazione di raggiungere, contro un avversario di indubbio prestigio, il trecentesimo successo in carriera nel circuito Atp . Ferrer è certamente in calo di rendimento e non è perfettamente a suo agio sull’erba, ma sui prati ha comunque vinto un torneo (‘S Hertogenbosch nel 2012), ha raggiunto due volte i quarti a Wimbledon (2012 e 2013) e vanta una ragguardevole percentuale successi in rapporto alle partite giocate, il 68 %.
Al secondo turno l’impegno contro il ventisettenne giapponese Yuichi Sugita, che al primo turno aveva eliminato un interessante giovane come Taylor Fritz, è stato sbrigato con una facilità irrisoria dal nostro giocatore: in cinquantatre minuti di gioco Andreas si è guadagnato l’accesso ai quarti di finale regolando il 102 al mondo col punteggio di 6-3 6-0.
Qui lo attendeva il confronto col trentaduenne tedesco Florian Mayer, scivolato al centonovantaduesimo posto del ranking Atp a causa dell’infortunio al tendine dell’adduttore destro che lo aveva tenuto lontano dai campi per sette mesi, facendolo rientrare nel circuito a Bucarest solo lo scorso aprile. Entrato in tabellone ad Halle grazie al ranking protetto, il teutonico era uno scoglio ostico, ma non impossibile per il nostro giocatore, che difatti lo aveva già battuto tre volte su quattro nei precedenti scontri diretti. Questa volta, invece, ha avuto la meglio l’ex numero 18 del mondo al termine di un incontro decisosi in pochi punti : ad un primo set velocemente chiusosi al tie-break dopo che nessun game era giunto ai vantaggi e vinto per sette punti a quattro da Mayer, ha fatto seguito un secondo parziale nel quale l’altoatesino ha pagato l’unico momento di debolezza, arrivato nel sesto game e costato prima il break e poi la partita, terminata col punteggio di 7-6(4) 6-3 in un’ora e dodici minuti. Andreas, che qui difendeva una pesantissima cambiale di 300 punti, ha limitato molto parzialmente i danni, conquistandone solo 90. Seppi rischia di crollare in classifica. Difatti, non potrà difendere i 180 punti della semifinale di Amburgo (sarà impegnato nei quarti del World Group di Coppa Davis che si svolgeranno contemporaneamente a Pesaro) e dovrà quantomeno confermare il terzo turno a Wimbledon dello scorso anno (altri pesantissimi 90 punti).

Ad Halle era anche impegnato Paolo Lorenzi, reduce dalla sofferta ma preziosissima vittoria del challenger di Caltanissetta su Matteo Donati, successo che lo aveva fatto balzare, a 34 anni e mezzo, al best career ranking di numero 48 del mondo. La scelta ammirevole da parte del senese di cimentarsi sull’erba contro gli specialisti della superficie, per provare a migliorarsi e completarsi anche in età più che matura, non è stata purtroppo ripagata questa volta dai risultati: nella sua prima apparizione in carriera ad Halle, Paolo non ha giocato un grande incontro contro il russo Teymuraz Gabashvili, scivolato al novantacinquesimo posto del ranking, ma con un gioco potente e sicuramente più adatto ai prati di quello del nostro giocatore. In appena un’ora di gioco, il russo ha guadagnato col punteggio di 6-1 6-4 l’accesso al secondo turno, mentre per Paolo la notizia migliore della settimana è stata l’essere diventato, complici i 210 punti persi in questi giorni da Seppi, il numero due d’Italia.

Tra le donne, Camila Giorgi è stata l’unica tra le tenniste italiane a partecipare al WTA Premier di Birmingham: la marchigiana la settimana scorsa è purtroppo scivolata al sessantaseiesimo posto del ranking a causa del prolungarsi dei fastidi fisici che da Madrid in poi l’hanno tormentata, sino a costringerla a non partecipare a S’Hertogenbosch, dove era campionessa uscente e difendeva 280 punti. Purtroppo, a Birmingham non è riuscita ad iniziare bene la stagione erbivora, superficie sulla quale ha appunto vinto suo unico torneo ed ha ottenuto complessivamente i migliori risultati a livello di Slam (ottavi partendo dalle quali nel 2012, terzo turno nel 2013 e 2015). Contrapposta alla beniamina di casa Heather Watson, giocatrice anch’essa abile sui prati (l’anno scorso mise alle corde Serena Williams a Wimbledon, arrivando a due punti dal match) e con la quale era uno pari nei precedenti, Camila pur provando come suo solito a fare la partita, è incappata in un elevato numero di errori gratuiti (vedasi ad esempio i dieci doppi falli) e non è riuscita a sfruttare le chances avute in una gara comunque equilibrata (nel secondo parziale ha avuto sei opportunità di break, ma non è stata in grado di trasformare nessuna occasione concessa dalla britannica). Inevitabilmente è così giunta la vittoria per la Watson, che ha guadagnato il secondo turno sconfiggendo la nostra giocatrice 6-4 7-5 in poco meno di un’ora e mezza di partita e mettendo ancora più pressione su Camila che a Wimbledon ha la cambiale dei 130 punti, che se non onorata potrebbe farla uscire dalle prime 80.

Alla prima edizione del Mallorca Open, WTA International da 250.000 dollari di montepremi, ha deciso invece di partecipare Francesca Schiavone: la trentaseienne milanese, nuovamente uscita dalle prime cento dopo non aver difeso il terzo turno dello scorso anno al Roland Garros, è purtroppo incappata nella sua quarta sconfitta consecutiva (non vince un match da inizio aprile, quando raggiunse i quarti a Katowice dopo aver sconfitto la Cornet). Opposta al primo turno alla qualificata belga Elise Mertens, ventenne messasi in mostra nel circuito maggiore la settimana precedente in Olanda, dove, partendo sempre dalle qualificazioni, era giunta ai quarti battendo anche la Bouchard, Francesca ha avuto purtroppo pochi alti e tanti bassi nel corso dell’incontro. Difatti, dopo una pessima partenza costatale il primo set col duro punteggio di 6-1 in meno di mezzora, ha avuto una reazione d’orgoglio che le ha consentito di portare la partita al parziale decisivo, dove purtroppo nuovamente ha avuto la meglio la freschezza dell’avversaria, vincitrice col punteggio di 6-1 3-6 6-1 in 1h55’ di partita.

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