È un buon Wimbledon, nonostante la pioggia

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È un buon Wimbledon, nonostante la pioggia

Il torneo di Wimbledon non ha ancora assorbito lo choc dell’eliminazione di Djokovic che già entra nel vivo. Murray gran favorito, ma siamo sicuri che ci sarà Federer dall’altra parte del campo il prossimo 10 luglio?

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In una giornata naturalmente dominata dall’incredibile sconfitta di Novak Djokovic di cui abbiamo parlato ampiamente – non è successo solo questo. Intanto diciamo che nonostante la pioggia il tabellone per lunedì dovrebbe essere allineato agli ottavi di finale. Mancano ancora sei partite della parte bassa, quella di Murray; alcune da cominciare (Sousa-Vesely e Zverev-Berdych che ci dirà a che punto è il ragazzino tedesco); altre da completare (Isner-Tsonga, Gasquet-Ramos, Pouille-del Potro e Kyrgios-Lopez). Oggi sono state interrotte tutte quante per oscurità, tre di queste sul due set a uno e la quarta, quella tra Kyrgios e Lopez, reduce dalla sconcertante sceneggiata con Fognini, sul risultato di un set pari. Sta in effetti avendo un po’ troppi passaggi a vuoto l’australiano, che già con Dustin Brown era stato sotto due set a uno e con Feliciano ha perso il tiebreak del secondo set ma dopo essere stato in svantaggio per 5 a 3. L’impressione che si ha vedendo giocare Kyrgios è che Nick sia talmente sicuro di avere in mano la partita da far fatica ad affrontare i momenti di difficoltà che ogni match presenta. Rimane decisamente favorito, contro un Lopez che magari non è in disarmo ma non è certo nel momento migliore della sua carriera, ma agli ottavi avrà eventualmente Murray, che dopo l’eliminazione di Djokovic è il favorito numero 1 del torneo.

Non siamo troppo sorpresi dal vantaggio di Lucas Pouille su del Potro. L’argentino ha vinto un buon match contro Wawrinka, ma è stato enormemente aiutato dallo svizzero e inoltre non ha ancora la continuità che solo l’abitudine a giocare può dare. Che sia vittima di alti e bassi è inevitabile ed è già andata bene che l’oscurità è arrivata a fermare la partita, anche se il francese non l’ha presa benissimo, visto che secondo lui si poteva ancora giocare. Nelle altre due partite mentre Gasquet sembra tornato al controllo del match dopo un primo set in cui era stato quasi travolto da Ramos Vinolas, Tsonga dovrà prodursi in un mezzo miracolo per recuperare anche l’altro set di svantaggio contro Isner. Ha vinto bene il tiebreak del terzo Jo, ed è sicuramente in grado di recuperare la partita, ma se dovessimo scommetterci su tanto varrebbe tirare la monetina.

Come si accennava in precedenza Murray è diventato il grande favorito del torneo. Chissà come gestirà questa situazione decisamente inedita, visto che degli altri tre Fab due si sono squagliati come neve al sole e il terzo è un giovane anziano che viene da troppi acciacchi per ritenersi all’altezza della vittoria finale. Almeno così dice. Murray ha avuto tre turni abbastanza facili e ha perso appena 25 game in tutto. Certo è nella parte del tabellone che adesso è diventata forse più interessante, visto che dopo Kyrgios potrebbe avere uno tra Gasquet e Tsonga (o Isner) per poi trovarsi contro chi riuscirà ad emergere dallo spicchio di tabellone lasciato aperto da Wawrinka. Se non fosse che troppe volte abbiamo investito inutilmente investito su di lui verrebbe quasi la tentazione di indicare Tomic come favorito di quel quarto. Se del Potro riuscirà a recuperare con Pouille si troverebbe di fronte proprio Bernard e per quanto possiamo essere attratti dalle belle storie sarebbe davvero clamoroso che mercoledì, per i quarti di finale, trovassimo l’argentino. Salendo vero l’alto, Berdych e Zverev domani si giocano praticamente un posto nei quarti, visto che né Vesely né Sosa sembrano essere ostacoli insormontabili. Zverev ha faticato forse più del previsto con Youzhny, ma il fatto di aver portato a casa la partita potrebbe averlo tranquillizzato. In fondo con Berdych ha poco da perdere e sappiamo quanto il ceco entri in ansia quando si arriva alla stretta conclusiva.

Nella parte rimasta orfana di Djokovic tutti si aspettano la cavalcata trionfale di Federer. Il fatto è che nessuno sa, forse neanche lui, in che condizioni reali si trova lo svizzero. Il tabellone gli ha dato una grossa mano ma non potrà durare per sempre. La partita contro Johnson sarà già indicativa, e farebbe bene a non prenderla troppo sotto gamba Roger, non fosse altro che per il fatto che l’allenatore di Steve è lo stesso di quello di Sam Querrey… Comunque, se vincesse, Federer avrebbe o Cilic o Nishikori che si ritrovano dopo la famigerata finale dello US Open 2014. Lì il favorito sembra il giapponese e sappiamo come finì. In questi prati in teoria Cilic potrebbe avere qualche arma in più, vedremo.

La grande occasione, infine, è quella per Milos Raonic. Il canadese è uno dei tre giocatori a non aver ancora perso un set e a differenza di Murray e Federer non ha mai neanche perso il servizio. Se non dovesse arrivare almeno a Federer, incespicando in Goffin o Querrey (posto che Sam sappia ripetersi con Mahut) sarebbe davvero una grossa delusione.

Insomma, oltre alla gran sorpresa di Djokovic il torneo sta offrendo diversi motivi di curiosità, che forse l’eliminazione del serbo finisce addirittura per accentuare. A Wimbledon, dall’inizio dell’era Federer, oltre a Philipppousis e Roddick solo Berdych è riuscito ad incunearsi tra i fab four in finale e dopo la finale di New York del 2014 e l’eccezione di Wawrinka del Roland Garros 2015 in finale trovavamo sempre Djokovic, Federer e Murray. Che sia arrivato il momento del nome nuovo?

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