Nuovo coach, nuovo dritto, nuovo... team: Ernests Gulbis stupisce San Diego

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Nuovo coach, nuovo dritto, nuovo… team: Ernests Gulbis stupisce San Diego

Improvvisata di Ernests Gulbis nel World TeamTennis, il campionato a squadre degli USA. Recentemente affiancato da Larry Stefanki, ex-allenatore di campioni come McEnroe, Henman e Roddick, il lettone ha messo il suo nuovo dritto a disposizione dei San Diego Aviators, portandoli al successo

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Mentre il tennis “serio” scalpita tra le sfide, i disagi e le diserzioni del torneo olimpico di Rio de Janeiro, un’altra versione di questo sport, più pomposa e colorata, si diverte. Accade non di rado che qualche membro fisso del circuito più celebre, in estate, decida di prendersi una pausa, per fare una scappatella in quello parallelo del World Team Tennis. Ieri sera ad esempio, a San Diego, sulla Costa Ovest degli Stati Uniti, si è disputato l’incontro tra la franchigia di casa degli Aviators e i Washington Kastles, e a sorprendere un po’ tutti con la sua apparizione è stato Ernests Gulbis.

Il lettone, ex top-10, è in questi giorni nella città californiana per esercitarsi al fianco del suo nuovo allenatore Larry Stefanki, dopo l’eliminazione al primo turno della Rogers Cup (il primo appuntamento al quale i due si sono presentati insieme). Se Stefanki rientri nella categoria dei super-coach o meno è da stabilire – i suoi successi da giocatore si limitano ad un unico torneo, e al best ranking di n.35 – ma la lista dei suoi assistiti spazia attraverso quattro diversi decenni, e annovera tennisti di grosso calibro. In particolare, lo statunitense è stato in grado di portare Rios e Kafelnikov alla posizione di testa del ranking, Henman al suo miglior piazzamento (n.4) nonché di migliorare il gioco a tutto campo di Roddick, seguendolo fino al termine della carriera.

Dopo la tribolata separazione da Gunter Bresnik, Gulbis aveva dato voce alla propria necessità di essere seguito a tempo pieno, magari da qualcuno che ne curasse l’impostazione tecnica dei colpi. E già nella serata di San Diego ha mostrato un nuovo movimento di dritto, meno stravagante e rischioso di quello suo solito “da surfista”, al quale ci aveva abituati negli ultimi anni e che era stato capace di portare tante gioie quanti dolori ai suoi fan e alla sua classifica. Certo, il mezzo set di singolare giocato contro Bjorn Fratangelo e quello di doppio al fianco di Raven Klaasen (entrambi vinti in scioltezza) non costituiscono più che una suggestione, ma sui riquadri multicolore del campo del La Costa Resort Ernests è sembrato andare nella direzione giusta.

Vestito della maglia amaranto degli Aviators (colore simile a quello della sua Lettonia) e tuffato in una competizione dalla formula non troppo dissimile dalla Coppa Davis, Gulbis è apparso coinvolto e di buonumore, e non sono mancate foto con le mascotte e sessioni ufficiali di autografi. I suoi cinque ace hanno inoltre contribuito a conquistare, insieme alla vittoria, anche il premio Mylan Aces della serata, $1.000 destinati a un ente benefico. Se questa serenità dovesse venire trasportata anche in contesti più competitivi, è possibile che Stefanki riesca a far rendere la materia grezza del lettone al meglio delle proprie, enormi potenzialità.

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