La settimana degli italiani, edizione Olimpiadi: Fognini ad un passo dall'impresa, le Cichis tra i rimpianti - Pagina 2 di 2

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La settimana degli italiani, edizione Olimpiadi: Fognini ad un passo dall’impresa, le Cichis tra i rimpianti

La kermesse a cinque cerchi di Rio de Janeiro trasmette segnali tutto sommato positivi: la splendida prestazione di Fabio Fognini, le lacrime si Errani e Vinci

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Il torneo di singolare femminile non è andato meglio, anzi si è aperto con l’eliminazione a sorpresa di Roberta Vinci al primo turno. La nostra numero 1 ed ottava testa di serie del tabellone, era opposta alla n°61 del ranking, Anna Karolina Schmiedlova, la quale aveva vinto l’unico precedente (a Zuhai, dopo la sbornia post US Open 2015 di Roberta). Forse perché penalizzata dalle condizioni molte lente di campi e palle, ha lottato tantissimo contro la ventunenne slovacca, in serata di vena, ma, pur avendo varie chances (4-3 e servizio nel primo set, 4-2 e palla per il 5-2 “pesante” e poi sei palle per il 5-3 nel secondo set) alla fine si è dovuta arrendere ad una precoce e dolorosa eliminazione col punteggio di 7-5 6-4.

Sara Errani, reduce da brutti risultati negli ultimi mesi e dal ritiro a Montreal al secondo turno, ha invece, fatto, forse un po’ a sorpresa, un buon torneo. La bolognese, a suo agio sui campo molto lenti di Rio, aveva un primo turno insidioso, contro Kiki Bertens, ventiduesima giocatrice al mondo in virtù soprattutto della semifinale raggiunta al Roland Garros lo scorso giugno. Sara, che aveva sempre sconfitto nei quattro precedenti la Bertens, perde il primo set per 6-4 (pur avendo avuto la palla del 5 pari), parziale nel quale è stata messa all’angolo dalla potenza e precisione dell’olandese classe 1992. Anche agevolata dal calo della sua avversaria, Sara però, molto brava a trovare le contromosse per tessere una ragnatela tattica nella quale imbrigliare l’olandese, ha così ottenuto alla fine il quinto successo contro la Bertens, col punteggio di 4-6 6-4 6-3. Al secondo turno la bolognese ha trovato un’altra avversaria con la quale, pur avendo una classifica attuale peggiore, aveva una tradizione più che positiva: la ceca Barbora Strycova, n°21 del mondo e sedicesima testa di serie del torneo. La partita, seppur molto combattuta, non ha avuto incertezze sull’esito finale, perché la nostra giocatrice ha fatto tutto un po’ meglio della sua avversaria, eliminata con un duplice 6-2 in un’ora e trentuno minuti di gioco. Agli ottavi Sara ha incontrato la giovane russa Daria Kasatkina, diciannovenne russa già entrata tra le prime 30 del mondo (è 27), da lei sconfitta nell’unico precedente dello scorso anno a Bad Gastein, quando però la sua avversaria ancora si stava affacciando sul circuito (nel 2015 ha chiuso l’anno al n.72 del mondo dopo aver scalato ben 298 posizioni, tanto che la rivista Sport Illustrated la sceglie come rookie of the year). Sara, pur autrice di una prova attenta al servizio (93% di prime in campo per tentare di arginare la potenza delle risposte della russa) ha avuto le sue chances nel corso di un primo set molto equilibrato, nel quale è andata a servire sul 5-4 in suo favore, ma, una volta controbrekkata, non è stata più in grado di imbrigliare la Kasatkina, la quale, vincendo otto degli ultimi dieci game della partita, si è garantita l’accesso ai quarti col punteggio di 7-5 6-2.

La terza italiana in gara in singolare era Karin Knapp: l’altoatesina trapiantata a Roma, uscita dalle prime cento prima a causa dell’inattività per sei mesi e poi per la perdita di punti importanti come in ultimo quelli della finale di Bad Gastein, è stata sorteggiata al primo turno contro la ventinovenne ceca Lucie Safarova, n°28 del mondo. Karin è partita bene riuscendo a vincere il primo set col punteggio di 6-4, prima di calare fisicamente e subire la veemente reazione della sua avversaria, brava a concederle pochissimo da lì in avanti ed a vincere così l’incontro col punteggio di 4-6 6-1 6-1 in un’ora e 54 minuti di gioco.

Alle Olimpiadi è consuetudine ritenere che ogni medaglia abbia lo stesso valore: per tale motivo, i doppi maschile, femminile ed addirittura quello misto, che si gioca solo negli Slam (dove è comunque disertato quasi da tutti i singolaristi) assumono una grande importanza, con tanti grandi giocatori che decidono giustamente di fare un’eccezione e di parteciparvi. Il tennis italiano nel doppio maschile, assente Bolelli per l’operazione al ginocchio del mese scorso, è stato rappresentato da Fognini e Seppi, meno collaudati e competitivi della coppia che avrebbero potuto comporre Fabio e Simone, vincitori di tre tornei tra cui l’Australian Open e capaci di arrivare assieme alle ATP Finals dello scorso anno, dove si tolsero la soddisfazione di vincere anche un match nel round robin. Opposti al primo turno agli ucraini Ilya Marchenko e Denys Molchanov, hanno vinto in scioltezza col punteggio di 6-4 6-3. Molto più bella e significativa la vittoria agli ottavi, perché ottenuta contro la coppia composta da Thomas Bellucci ed Andrè Sa, la quale aveva il coefficiente di difficoltà in più dovuto dal sostegno caloroso del pubblico di casa: il campo ha confermato le prevedibili difficoltà e difatti gli azzurri si sono trovati sotto di un set e di un break prima di recuperare e vincere col punteggio di 5-7 7-5 6-3. Arrivati ai quarti, hanno trovato dall’altra parte della rete una coppia di ottimi specialisti di doppio, Daniel Nestor (90 titoli in carriera nella specialità) e Vasek Pospisil( 6 successi, tra cui Wimbledon 2014 in coppia con Jack Sock), che difatti hanno avuto purtroppo la meglio facilmente sui nostri, sbarrando loro l’accesso alle semi con una netta vittoria per 6-3 6-1 in meno di un’ora di gioco.

Non è andata purtroppo meglio alle Cichis, la coppia composta da Roberta Vinci e Sara Errani, che costituiva la nostra più concreta speranza di medaglia, specialmente dopo che al primo turno erano state eliminate le sorelle Williams, che avrebbero dovuto affrontare nei quarti. Sono partite molto bene, eliminando in scioltezza una coppia sulla carta insidiosa come quella composta da due ottime giocatrici, se non campionesse, come Andrea Petkovic ed Angelique Kerber, mandate a casa in un’ora e quattro minuti con un duplice 6-2. Negli ottavi un’altra ottima prova contro le cinesi, Saisai Zheng e Yifan Xu (19esima e 20esima del ranking WTA di doppio), ha regalato l’accesso ai quarti, arrivato con un punteggio analogo a quello del primo turno: 6-2 6-3 in poco più di un’ora. Nei quarti, l’ostacolo rappresentato dalla coppia Strycova- Safarova era senza dubbio da prendere con le molle: del resto le ceche avevano eliminato le Williams. Tuttavia le nostre giocatrici stavano giocando nuovamente molto bene assieme e le speranze di andare a medaglia col nostro sport si stavano facendo sempre più concrete. La partita sembrava rinvigorire tali aspettative: Sara e Roberta salivano nel punteggio avanti di un set e nel secondo erano 3-0 e servizio: a quel punto, purtroppo, inizia una clamorosa rimonta ceca che culmina in un ultimo game nel quale due doppi falli di una sfortunata Errani, regalano le semifinali alle ceche, vincitrici 4-6 6-4 6-4.

Nel doppio misto siamo stati rappresentati da Fabio Fognini e Roberta Vinci: agli ottavi (il tabellone era composto da sole sedici coppie) hanno eliminato la coppia testa di serie numero 2, i transalpini Pierre Hughes- Herbert e Kristina Mladenovic, accedendo ai quarti col punteggio di 6-4 3-6 10-8 (l’esito del terzo e decisivo set alle Olimpiadi si giocava direttamente al long tie-break, così come accade anche nei tornei di doppio Atp). Nei quarti l’ultima, in ordine di tempo, nostra speranza di medaglia si è purtroppo infranta contro la coppia statunitense composta da Rajev Ram e Venus Williams, che hanno eliminato Fabio e Roberta con un netto 6-3 7-5.

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