Mentre sono ancora freschi nella nostra mente (al contrario di noi che freschi proprio non siamo), ecco i pensieri conclusivi sulle Olimpiadi che si sono appena concluse, le prime disputatesi in Sud America, le ultime, forse, almeno per qualche tempo, a disputarsi in un Paese “in via di sviluppo”, dato che il CIO non sembra desideroso di ripetere tanto presto l’esperienza degli enormi problemi avuti per far sì che tutto a Rio fosse pronto in tempo e funzionante più o meno regolarmente.
Eccole dunque, in ordine alfabetico, le nostre impressioni sulla XXXI Olimpiade. Più alcuni altri in ordine sparso, perché sai che noia se tutto potesse essere incasellato in liste, tabelle e indici?
A come Alloggi – il Villaggio Olimpico è stato preparato in tempo, ma ci sono stati atleti che per più di una settimana non hanno avuto acqua calda a disposizione. Gli alberghi hanno retto bene l’impatto dell’ondata olimpica, ma erano tutti (o quasi) dove non dovevano essere, ovvero dove non c’erano gare, costringendo tutti quanti a sfacchinate su è giù per Rio (vedi Logistica). Le navi da crociera hanno fornito extra “posti-letto” (a 5 stelle) per alcuni fortunati, ma l’opzione non è stata sfruttata come nei precedenti Giochi Olimpici, forse per le limitate infrastrutture che la città di Rio possiede per ospitare navi di grandi dimensioni. Molti (tra cui anche Ubitennis) si sono rivolti al mercato delle abitazioni private, che sicuramente hanno tratto grande beneficio da quest’aumento di domanda, anche se a volte la qualità non era al livello dei prezzi richiesti.
B come Biles – la ginnasta di colore che ha incantato il mondo con i suoi straordinari esercizi ed ha fatto incetta di medaglie è stata sicuramente la prima atleta a mettere il proprio sigillo su questa edizione dei Giochi. Ancor prima della consacrazione di Phelps, Simone Biles, la ragazzina dell’Ohio cresciuta e poi adottata legalmente dai nonni a causa dei problemi della madre con la droga, con le sue quattro medaglie d’oro (più un bronzo) ha fatto partire alla grande l’Olimpiade aggiungendo il suo nome alla esclusiva lista di atleti che possono avere la pretesa di essere considerati tra i più grandi olimpionici di sempre nella loro disciplina.
C come Criminalità – fortunatamente noi non abbiamo avuto alcuna esperienza diretta del fenomeno, ma storie di autobus assaltati, reporter rapinati e poliziotti uccisi hanno ricordato che Rio de Janeiro è una metropoli molto violenta, e che al di fuori dei distretti olimpici di Barra, Deodoro, Rio Central e Copacabana, blindati da 85.000 soldati ed agenti privati dispiegati per i Giochi, la vita continuava come prima, toccata solo marginalmente dalla festa olimpica. E forse questo è stato uno degli aspetti più stridenti: appena si usciva dalle aree toccate direttamente dai Giochi, quasi non ci si accorgeva che ci fossero le Olimpiadi in città.