Rio 2016: le Olimpiadi viste da dentro, dalla A alla Z. E qualcosa in più... - Pagina 3 di 4

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Rio 2016: le Olimpiadi viste da dentro, dalla A alla Z. E qualcosa in più…

Sceso il sipario sulle Olimpiadi di Rio e ritornati a casa, andiamo a ripercorrere quanto accaduto nel corso dei 17 giorni di gare

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M come Maracanà – il leggendario stadio di Rio ha scippato allo stadio dell’atletica le cerimonie di apertura e di chiusura, così come il braciere olimpico. Rinnovato per i Mondiali di calcio, è davvero una struttura pregevolissima. Seggiolini comodi, visuale molto buona da tutte le posizioni, ed anche se hanno fatto di tutto per rendere complicatissima la gestione degli spazi interni, rimane davvero un bell’impianto per 75.000 persone.

N come Nadal – “Se non fossero le Olimpiadi non giocherei” aveva detto il maiorchino arrivando a Rio ancora convalescente dall’infortunio al polso che gli era costato Parigi e Wimbledon. Poi è arrivato a vincere la medaglia d’oro in doppio, a giocarsi una semifinale epica contro del Potro per poi finire la benzina contro Nishikori e fermarsi ad un passo dalle medaglie anche in singolare. Un peccato che un programma a suo dire scellerato lo abbia costretto a dare forfait in doppio misto dove avrebbe dovuto giocare in coppia con la Muguruza. Ma se uno decide di giocare tre tabelloni in un torneo di nove giorni, non dovrebbe stupirsi se poi alla fine arriva che deve scendere in campo tre volte in un giorno.

O come Osmany – Osmany Juantorena, il naturalizzato cubano della nazionale di pallavolo maschile che è scoppiato in un pianto dirotto dopo la sconfitta in finale con il Brasile. Al termine della semifinale con gli USA aveva detto “se perdevamo questa partita mi uccidevo”, perché sentiva che era stata colpa sua (e non aveva tutti i torti). Questo per dire quanto ci teneva all’Olimpiade ed alla maglia azzurra.

P come Puig – la quintessenza dell’olimpismo applicato al tennis. Prima donna portoricana a vincere una medaglia, primo atleta a vincere un oro, la “Massu in gonnella” ha messo in mostra un grande tennis meritandosi questo strepitoso risultato a suon di rovesci.

Q come Quinta – Rio occupava la quinta posizione nel ranking delle candidate olimpiche nel 2008 quando il CIO doveva scegliere le quattro finaliste per ospitare le Olimpiadi del 2016. Le prime quattro erano Madrid, Tokyo, Chicago e Doha. Quindi Rio avrebbe dovuto essere squalificata. In realtà alla fine la candidatura di Doha venne scartata perché il dossier presentato dal Comitato Organizzatore prevedeva lo svolgimento dei giochi dal 14 al 30 ottobre, per evitare i mesi più caldi in Qatar, mentre le indicazioni del CIO prevede che le Olimpiadi estive debbano disputarsi prima del 15 ottobre. Doha interpretò la regola liberamente, pensando che iniziare prima del 15 ottobre potesse bastare, ma fu squalificata, rimettendo in gioco Rio. Sappiamo poi come è finita, e sappiamo poi come i Mondiali di calcio del 2022 siano stati assegnati al Qatar con la pretesa che fossero disputati in luglio, per poi spostarli a novembre per evitare la calura…

R come Roberta Vinci – la tennista italiana meglio classificata, arrivata a Rio dopo un viaggio da incubo (tre giorni per arrivare da Montreal, senza valigie, con solo due top e due mutande che lei e Sara Errani lavavano ogni giorno) è uscita subito in singolare, ma è giunta ad un passo dalla zona medaglie sia in doppio sia nel misto, perdendo due ghiotte occasioni per una medaglia che probabilmente è sfumata per sempre. Al contrario degli isterismi di Fognini e delle lacrime incontrollate della Errani, ha sempre mantenuto grande equilibrio, sobrietà e disponibilità in momenti chiaramente di grande disappunto professionale.

S come Sicurezza – Soldati armati a tutti gli angoli delle strade, esercito incaricato dei controlli agli ingressi degli impianti olimpici, i Giochi ormai richiedono imponenti misure di sicurezza nell’attuale contesto socio-politico. Tutto è andato bene, e non era scontato.

T come Tardi – tra la NBC che voleva le gare ad orari comodi per gli USA e Rede Globo che ha preteso di non spostare le telenovelas dalla prima serata, si è finito per gareggiare ad orari più da night club che da palestra: le finali di nuoto iniziavano alle 22, l’ultimo match di pallavolo iniziava alle 22,35, il beach volley aveva una partita alle 23 ed una alle 23,59. Non dev’essere stato facile per gli atleti competere a quell’ora. E per tutti gli altri andare a letto ogni sera dopo le 2. Quando andava bene.

U come United Kingdom, o Team GB – secondi nel medagliere generale, hanno addirittura migliorato la prestazione di Londra 2012 dove avevano il vantaggio del fattore campo. Certamente la presenza di una squadra russa mutilata dallo scandalo doping ha aiutato, ma hanno superato la Cina per il secondo posto ed hanno ottenuto due medaglie in più (67 contro 65). Non male per un team che ad Atlanta 20 anni fa terminò al 36esimo posto globale con solo un oro e 20 medaglie.

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