US Open, uomini: del Potro è tornato davvero, Johnson non può che inchinarsi (audio)

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US Open, uomini: del Potro è tornato davvero, Johnson non può che inchinarsi (audio)

Lo US Open celebra il suo campione perduto e ritrovato, Sull’Arthur Ashe Steve Johnson resiste un solo set, poi del Potro diventa inarrestabile. Bella vittoria di Dimitrov, che supera Chardy al quinto

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[WC] J.M. Del Potro b. [19] S. Johnson 7-6(5) 6-3 6-2  (dal nostro inviato a New York)

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Come secondo e ultimo match della sessione serale sull’Arthur Ashe, Juan Martin Del Potro affronta il n.2 USA Steve Johnson in un match che non vede nessun precedente ma si preannuncia pieno di bordate supersoniche e colpi esplosivi. Il californiano viene da una rimonta pazzesca contro Donskoy: sotto 6-4 6-1 5-2 0-40, ha salvato un match-point dopo l’altro prima di centrare la seconda vittoria in carriera da uno svantaggio di 2 set a 0.
Una rimonta che ricorda quella del 1975 di Manuel Orantes su Guillermo Vilas, quando lo US Open si giocava a Forest Hills sulla terra verde. In semifinale lo spagnolo era sotto 2 set a 1, 5-0 40-15, con due match point da annullare, ma riuscì nel miracolo di recuperare vincendo sette game consecutivi per portare il match al quinto set, vinto poi per 6-4. Arrivato in albergo alle 3 di notte, per quanto sfinito non poté concedersi più di 5 ore di sonno, perché dal tetto della sua stanza alcune gocce d’acqua penetrarono all’interno disturbandone il riposo. Il giorno dopo avrebbe affrontato in finale Jimmy Connors, n.1 del mondo e campione in carica. Verrebbe quasi da pensare che un inserviente dell’hotel, patriottico o comunque tifoso di Jimbo, avesse fatto di tutto affinché le perdite dalla stanza sopra quella del campione spagnolo fossero garantite… Anche fosse andata davvero così, l’espediente non sortì l’effetto sperato. Orantes centrò l’impresa, superò Connors in tre set alternando slice, drop-shot e passanti. Fu il suo primo e unico Major. Johnson stasera gioca solo il secondo turno, non la finale, per cui l’eventuale impresa contro il favorito avversario – sebbene sia lui testa di serie e non la wild card Del Potro – non avrebbe certo lo stesso valore, ma sarebbe affascinante assistere a una sorta di piccola ripetizione del miracolo di Orantes.

Il n.22 del mondo è il primo statunitense a giocare quest’anno nell’Arthur Ashe e tale situazione può essere vista come un giusto tributo a colui che è stato n.1 d’America fino al momento del sorteggio del tabellone (prima che John Isner lo scavalcasse al n.21 la settimana prima del torneo), sebbene sarebbe legittimo anche pensare che l’Ashe sia stato assegnato al suo match per la presenza del campione degli US Open 2009, Juan Martin Del Potro. Dal canto suo, la fresca medaglia d’argento olimpica arriva dalla vittoria in tre set sul connazionale Schwartzman, nella quale è sempre stato in controllo sebbene abbia commesso qualche errore di troppo che l’ha costretto a chiudere il match al tie-break del terzo.

Dopo la pioggia caduta copiosamente su New York nel primo pomeriggio, il clima si è leggermente rinfrescato rispetto ai giorni precedenti. Alle 20:42 locali Johnson fa il suo ingresso nell’Arthur Ashe, seguito da Del Potro, al quale il pubblico americano riserva il boato più fragoroso: se vinci qui, soprattutto interrompendo in finale una serie di 40 vittorie di fila per Roger Federer (correva l’anno 2009), non puoi non essere amato dal pubblico americano. Stranamente però, il pubblico non è quello delle grandi occasioni: non pochi seggiolini sono sguarniti.

Già dai primi scambi si nota l’ovvio: dominano i servizi. Il primo evento degno di nota è il richiamo del giudice di sedia al pubblico: “Signore e signori, per favore: cercate di fare meno rumore”, chiesto quasi con timore di una brutta reazione degli energumeni a stelle e strisce, che “seguono il tennis come fanno col baseball, come ha sintetizzato perfettamente ieri Seppi al termine del match con Nadal.
Il match scorre via rapido ma piatto, così dal 2 pari il Padreterno preferisce ammirare dall’alto il nuovo tetto chiuso dell’Ashe piuttosto che i due tennisti e comincia a far scendere qualche goccia di pioggia. La pausa dopo il quinto game è più lunga del solito, ma Nostro Signore ci ripensa e sospende le gocce. Sul 4 pari Johnson cala improvvisamente al servizio e Del Potro si procura tre palle-break: la prima viene annullata da un gran dritto a uscire dell’americano, la seconda da un’errata chiamata “out” dell’argentino e la terza da un efficace serve&volley. La torre di Tandil spreca una quarta palla break, prima che il ventiseienne di Redondo Beach (California) chiuda il game con un dritto vincente lungo linea. Si arriva così naturalmente al tie-break. Del Potro sale rapidamente 5-1 per una risposta mal controllata da Johnson e un dritto facile spedito lungo dal n.2 USA. Sembra finita ma anche l’argentino è pigro in uscita dal servizio e si fa rimontare sul 5 pari, però Steve rovina tutto con un dritto lungo linea in corridoio sul 5-6 col servizio a disposizione. Dopo 57 minuti l’argento olimpico è avanti di 1 set a 0.

Nel secondo set, dopo due game senza sorprese, Del Potro è ancora lento a reagire a tre buone risposte dell’avversario, al quale basta la prima di tre palle-break consecutive per togliere il servizio a Juan Martin  con un gran dritto vincente. Il n.19 del seeding tiene il servizio successivo a 0, infilando così una striscia di 12 punti a zero. 3-1 Johnson dopo 1 ora e 13 minuti. Qui la partita cambia radicalmente. L’ex n.4 del mondo non ci sta e diventa una furia: con una risposta più efficace dell’altra e un servizio perfetto toglie due volte consecutive la battuta all’avversario (sul 2-3 con una gran risposta di dritto nei piedi di Johnson e sul 4-3 con un punto perfetto, nel quale a suon di dritti arriva a rete un colpo alla volta per poi chiudere alla grande con una volèe facile) e serve con successo per il set, tramortendo il californiano con un parziale di 5 game a 0. Dopo 1 ora e 26 minuti il gigante albiceleste (come la maglie della nazionale calcistica argentina indossata da alcuni suoi supporter) è avanti 7-6 6-3.

Il terzo parziale si apre come si è chiuso il primo: Del Potro ha cambiato passo e sembra davvero tornato quello che ha vinto qui nel 2009. Il servizio è superlativo, la risposta anche, non sbaglia un colpo neanche a morire e talvolta si rivede il dritto dei tempi d’oro. Un avversario così non solo non vale il n.142 del mondo (ranking comunque bugiardo dopo l’ottima Olimpiade di Juan Martin, che non ha preso un punto dal torneo a cinque cerchi), ma è tranquillamente da top-10 (per non dire da top-5). A Johnson si può rimproverare ben poco, fa tutto quello che può per arginare il gigante sudamericano ma subisce ineluttabilmente il terzo break consecutivo, confermato dal turno di battuta successivo di Del Potro. I game di fila del ventisettenne sudamericano diventano 7, poi il n.22 del mondo trova la forza per togliere lo 0 dal punteggio e poi sfiorare anche il contro break del 2 pari, ma l’argentino non concede niente e col dritto della casa annulla la palla break. Il match si chiude 7-6 6-3 6-2 al secondo match-point, dopo 2 ore e 9 minuti, nel tripudio generale dello sportivo pubblico di energumeni americani, ringraziati da Delpo alla fine del match.

Affronterà al terzo turno David Ferrer, che ha superato Fabio Fognini dopo una battaglia durissima di 5 set sul Campo 13: per il valenciano, trovarsi di fronte un Del Potro così non è proprio il massimo della vita…

In conferenza stampa, Juan Martin è raggiante: “Sono più orgoglioso che sorpreso di aver ricevuto all’entrata in campo e anche durante il match più tifo di quello fatto per Steve, significa che quella finale del 2009 contro Federer è stata indimenticabile non solo per me ma anche per il pubblico americano. È fantastico. Mi sono divertito molto a vedere alcuni tifosi argentini con la maglia dell’Albiceleste, in effetti questo stadio andrebbe bene anche per il calcio”. Alla domanda se stia pensando anche all’impegno in Davis contro la Gran Bretagna, risponde senza dubbi: “Certo, mi piacerebbe andare a Glasgow, ci tengo molto!

Davanti alle domande in spagnolo, Del Potre aggiunge: “Il fisico e i polsi stanno rispondendo bene agli sforzi di questi giorni. Il massimo della felicità per me è sentire di nuovo l’entusiasmo della gente: sto vivendo davvero una seconda vita tennistica.
Quanto al ranking, è importante per il sorteggio dei tornei, ma per me è molto più importante essere tornato giocare a tennis ai massimi livelli. Voglio finire nei primi 100 entro la fine dell’anno, ma non è un’ossessione.
Sul mio prossimo avversario, si tratti di David o di Fabio
(la conferenza di Del Potro si è svolta mentre Fognini e Ferrer stavano giocando il quinto set, nda) so che sarà durissima, ma so anche che molto dipenderà da me

[22] G. Dimitrov b. J. Chardy 4-6 6-4 3-6 6-4 6-2 (Alberto Prestileo)

Dopo poco più di tre ore di partita, Grigor Dimitrov porta a casa il proprio match di secondo turno battendo in cinque emozionanti set Jeremy Chardy. Contro il tennista francese, la testa di serie numero 22 del torneo ha giocato un match fatto di alti e bassi ma alla fine è riuscito a recuperare lo svantaggio di 2 set a 1 e a portare a casa la partita.

I primi tre set sono sicuramente quelli più interessanti ed equilibrati: Chardy e Dimitrov rispondono colpo dopo colpo agli attacchi dell’altro, dando vita a scambi che appassionano il pubblico, seppure poco numeroso, della Old Grandstand. Nel primo parziale, il francese è più in palla e riesce a strappare due volte il servizio all’avversario, nel primo e del nono gioco. Chardy vince così agevolmente il primo parziale, nonostante prima del doppio break anche il bulgaro sia riuscito a brekkare l’avversario.

Forte del vantaggio ottenuto nel primo parziale, Chardy parte molto bene anche nel secondo, mettendo più volte in difficoltà Dimitrov. Il bulgaro ha enormi difficoltà nel portare a casa i propri turni di battuta: nel quinto gioco, l’ex fidanzato di Maria Sharapova è costretto a rimontare da una situazione di 0-30, vincendo poi il game ai vantaggi, così come quello successivo. Nel decimo game però, all’ultima occasione possibile, Dimitrov riesce a cambiare il corso del set e a strappare il servizio al francese, pareggiando dunque i conti.

La direzione della partita è a questo punto ancora molto incerta: nonostante abbia vinto il set, il bulgaro esce mentalmente subito dal terzo, permettendo al tennista francese di chiudere il parziale 6-3 e tornare nuovamente in vantaggio.

Chardy si appresta così a giocare il set che potrebbe dargli la vittoria ma Dimitrov non ci sta. Nel primo gioco il bulgaro strappa subito il servizio all’avversario, potendo così condurre fin dall’inzio il parziale che, dopo altri due break, uno a testa, si chiude con il punteggio di 6-4 in favore di Dimitrov. A questo punto è proprio quest’ultimo ad essere il favorito per la vittoria: il francese è in netto calo fisico e, dopo aver perso il quarto set, è evidente come non abbia più le forze mentale ma ancor più fisiche per reagire. E in effetti il quinto set è senza storia, il bulgaro vola sul 4 a 0, ha anche la palla per arrivare al 5 a 0 e poi si limita a tenere i suoi servizi e chiudere al secondo match point.

 

Risultati

[WC] J.M. Del Potro b. [19] S. Johnson 7-6(5) 6-3 6-2
[2] A. Murray
 b. M. Granollers 6-4 6-1 6-4
P. Lorenzi b. [30] G. Simon 3-6 6-2 6-2 6-7(1) 7-6(3)
[22] G. Dimitrov b. J. Chardy 4-6 6-4 3-6 6-4 6-2
J. Sousa b. [16] F. Lopez 6-2 6-4 1-6 7-5
J. Donaldson b. V. Troicki 7-5 6-3 6-3
[21] I. Karlovic b. D. Young 6-4 7-6(4) 6-4
N. Mahut b. P-H. Mathieu 6-4 6-4 6-2
[6] K. Nishikori b. K. Khachanov 6-4 4-4 6-4 6-3
[3] S. Wawrinka b. A. Giannessi 6-1 7-6(4) 7-5
D. Evans b. [27] A. Zverev 6-4 6-4 5-7 6-2
I. Marchenko b. D. Dzumhur 6-2 6-4 6-3
[14] N. Kyrgios b. H. Zeballos 7-5 6-4 6-4
[11] D. Ferrer b. F. Fognini 6-0 4-6 5-7 6-1 6-4
P. Carreno-Busta b. J. Tipsarevic 3-6 4-6 6-1 6-4 6-4
[8] D. Thiem b. R. Berankis 6-4 6-3 6-2

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