Pagelle: il tramonto di un'era, tra la noia di Novak e i lampi di Petra

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Pagelle: il tramonto di un’era, tra la noia di Novak e i lampi di Petra

La settimana di tennis è scandita dai dubbi sulle condizioni di Djokovic e dal ritorno ai vertici di Petra Kvitova. Mentre si affaccia il giovane Khachanov i vecchi campioni sono avvolti dalla nostalgia

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Sarà l’aria dell’autunno, saranno le prime piogge o forse i quaranta anni di Totti. O sarà forse l’improvvisa esplosione di Khachanov (8) che ha proprio la faccia da ragazzino anche se tira legnate ed è nato appena nel 1996.

Eppure una settimana caratterizzata nel tennis maschile da “solo” due ATP 250 regala una nostalgica sensazione del tempo che passa e di un’era tennistica che forse non  ci sarà più. In pochi giorni abbiamo sentito Novak Djokovic farfugliare sulle sue priorità, lui che è stato dominatore insaziabile, che ci ha abituati ad essere ferocemente concentrato solo sugli obiettivi e sul campo, improvvisamente ha scoperto la stanchezza, forse la noia. E poi abbiamo sentito Rafa Nadal dichiarare che il suo obiettivo “non è vincere, ma giocare bene”, un po’ come se alla Juve (quelli dove vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta) decidessero di assumere Zeman e dedicarsi allo spettacolo anziché agli scudetti. Mettiamoci infine che è diventata “maggiorenne” la prima vittoria di Roger Federer sul circuito maggiore e il gioco è fatto.

Anche assistere ad una finale tra Tomas Berdych (7,5) e Richard Gasquet (7) in fondo trasmette le stesse sensazioni: sembra ieri che ritrovavamo lì ad ammirarli e a vaticinarli come aspiranti slammer, ed eccoli qui, un po’ spennacchiati e mille delusioni dopo, a contendersi un pezzo di pane di fine stagione. Per fortuna però c’è Fabio Fognini (6), che dopo aver giustamente mandato in campo il suo fratello scarso contro Misha Zverev ,ci risolleva il morale portando a casa un titolo di doppio. E per fortuna che c’è Petra Kvitova (9) a ricordarci che quel giorno lontano che la vedemmo su uno sperduto campetto romano avevamo visto giusto. Certo, potrebbe ricordarsi di essere di una spanna la più forte di tutte anche qualche volta in più, ma ha battuto la numero 1 Kerber (6) in quella che forse sarà ricordata come la partita dell’anno e lasciato 20 game alle altre cinque avversarie (Ostapenko, Halep, Konta e Cibulkova 7,5 per dire).

Per il resto niente da segnalare, se non che Thiem (4,5) ha giocato il suo centoventitreesimo torneo dell’anno, Garbine Muguruza (4) si guarda ancora intorno cercando la Torre Eiffel per farsi immortalare e Kristyna Pliskova (7) ha mosso i primi passi da gemella d’arte.

 

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