Gli articoli più letti dell'anno. Aprile: il caso Camila Giorgi e l’evitabile rottura con la FIT

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Gli articoli più letti dell’anno. Aprile: il caso Camila Giorgi e l’evitabile rottura con la FIT

Vi riproponiamo gli articoli di maggior successo del 2016 di Ubitennis, quelli più apprezzati da voi lettori. Ad aprile, il pensiero di Ubaldo sulla rottura Giorgi-FIT. Le colpe, il contratto, i problemi con Tirrenia, il rapporto fra Camila, Barazzutti e le compagne di Fed Cup

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L’ennesimo scontro “fratricida” fra la FIT di Angelo Binaghi e un proprio atleta. Le colpe? La storia dice che non sono quasi mai da una parte sola. Zero feeling tecnico e umano con Corrado Barazzutti. Ma non solo con lui. I problemi con Tirrenia

Da tempo l’atmosfera fra la dirigenza FIT e la famiglia Giorgi era pesante, pesantissima. Una pentola in ebollizione che alla fine è scoppiata fragorosamente con la decisione dei Giorgi di rompere con la FIT e di annunciarlo con un comunicato tramite il sito di Camila. A mio avviso papà Giorgi (il comunicato lo ha scritto lui…), impulsivo come sempre, avrebbe fatto molto meglio ad evitare. Ma dietro a quelle parole – “Camila Giorgi ed il suo staff comunicano che in data odierna si è giunti all’interruzione dei rapporti con la FIT, che agirà come a suo tempo fatto con Simone Bolelli. Camila non parteciperà dunque alla Fed Cup, ma disputerà le qualificazioni del torneo di Stoccarda– si può facilmente intuire che Sergio Giorgi il suo riferimento a Simone Bolelli non se l’è inventato dal nulla, ma “scopre” cose che gli sono state dette a Tirrenia giovedì nel lungo colloquio a quattro cui erano presenti Sergio e Camila da una parte, Sergio Palmieri e Roberto Pellegrini dall’altra, per la parte FIT.

I toni dell’incontro, durato un’ora e mezzo, si sono fatti a momenti anche molto accesi. Papà Giorgi, a torto o a ragione, si è sentito oggetto di più o meno larvate “minacce” quando gli sono stati fatti riferimenti al “caso Bolelli 2008” e alla probabile squalifica di Camila se avesse pervicacemente insistito nella sua volontà di disertare l’incontro di Fed Cup con la Spagna a Lleida il 16-17 aprile, per giocare invece in quel weekend le qualificazioni del torneo di Stoccarda.

Mini-riassunto dell’increscioso “caso Bolelli” otto anni dopo, per chi non c’era o non sa. Simone e il suo coach Claudio Pistolesi decisero di rifiutare la convocazione per l’incontro di Coppa Davis contro la Lettonia a Montecatini. Match per il quale, invero, la presenza di Bolelli non era fondamentale, visto che la Lettonia aveva un solo buon giocatore, Ernests Gulbis, e nessuna possibilità di conquistare il terzo punto, con gli altri azzurri tutti presenti (in passato Volandri aveva chiesto ed ottenuto esenzione). Ma Angelo Binaghi fece convocare Bolelli da Barazzutti, non volle sentire ragioni e “scomunicò” Bolelli con la famosa dichiarazione: “Finché sarò io presidente FIT Bolelli non verrà mai più chiamato in nazionale”. Nicola Pietrangeli arrivò a dire, in soldoni, che “era come se Bolelli avesse sputato sulla bandiera!”. Per quasi due anni il reprobo Bolelli – ricorderete – fu “bandito” da ogni convocazione, ma poi – in coincidenza (?) temporale ravvicinata alla sua separazione dal coach Pistolesi, assai critico con il presidente FIT Binaghi e quindi a lui assai inviso – Binaghi cambiò idea e atteggiamento nei confronti del “figliol prodigo”, così come del resto l’ex ribelle Bolelli nei confronti di Binaghi. Simone in Cile, riconquistando il World Group di Davis al fianco di Fognini, si trasformò in agnellino riconoscente verso mamma FIT e “papà” Binaghi, come registrazioni della TV federale possono comprovare.

Papà Giorgi, ancora una volta in piena sintonia con Camila, di ritrovarsi in Fed Cup dopo la disastrosa esperienza di Marsiglia (per più aspetti al di là del risultato negativo con la Francia, come vedremo) non ne voleva proprio più sapere. Contrasti anche vivaci di papà Giorgi c’erano stati con più d’una persona: Schiavone (lo scontro fu quasi fisico), Barazzutti, Palmieri, Galimberti. Così una decina di giorni fa Camila ha inviato una mail a Angelo Binaghi, Raimondo Ricci Bitti, Roberto Pellegrini, Sergio Palmieri e Corrado Barazzutti, chiedendo di essere esentata dalla convocazione, non senza alludere ad altri casi nei quali tale esenzione era stata concessa sulla base di regole mai scritte, ma frutto di accordi privati. Avrebbe potuto inviarla al solo Binaghi, perché gli altri contano quanto il due di picche, quando la briscola è quadri. La mail dei Giorgi si è scontrata, prevedibilmente, contro un muro. Al punto che a Sergio Giorgi – come avete visto dal comunicato che ha indirettamente provocato la subitanea convocazione di Barazzutti – è partita per l’ennesima volta la bambola. Papà Giorgi ha cercato – con una notevole dose di imprudenza – la rottura con la FIT, dopo aver capito dalle dichiarazioni di Palmieri & co. che da parte di Binaghi non avrebbe trovato alcuna comprensione per i suoi sogni di risalita nel ranking (simili a quelli cui 8 anni fa aspiravano Pistolesi e Bolelli che volevano giocare due tornei in Oriente, così come Camila vuole andare a Stoccarda dove sono in palio, oltre a tanti soldi, tanti punti WTA utili per il ranking).

Di contratto e cifre ne hanno scritto tanti, ma con assai poca cognizione di causa. Ciascuno mostra di fidarsi, con discreta superficialità, delle fonti che ha. Ma il contratto, o più contratti, li hanno visti soltanto i Giorgi e chi della Fit lo ha discusso oltre a chi lo ha firmato. Il risultato complessivo è che ho letto ogni genere di cifre: si va dai 150.000 euro ai 340.000 a seconda delle testate che potete consultare anche nella nostra ricca rassegna stampa (che dovreste leggere più spesso, vista la fatica che ci costa farla giorno dopo giorno). Ovviamente i Giorgi contestano gran parte di quelle cifre che riguardano le prestazioni più svariate, il cosiddetto prestito d’onore (145.000 euro?), i rimborsi, i premi di squadra, perfino le “pecette” di Supertennis appiccicate sugli abitini (ben) disegnati da mamma Claudia. Soltanto i Giorgi da una parte e la FIT dall’altra saranno in grado di quantificare. Certo non chi scrive o chiunque scriva senza sapere in realtà granché. Insomma i Giorgi, che hanno firmato liberamente un contratto con la FIT, incapperebbero in quel regolamento automatico che la stessa FIT aveva introdotto all’epoca del “caso Bolelli”, poco prima o poco dopo. Ma non vi sarebbero incappati se – come è successo per tanti giocatori e giocatrici, Volandri, Seppi, Fognini, Schiavone, Pennetta, Vinci, Errani, quasi tutti “azzurri di lungo corso… e ben altri risultati però… – la FIT binaghiana tramite il suo fido capitano Barazzutti avesse soprasseduto all’idea di convocare Camila. 

Ma – stando a quanto si è sentito di dire Sergio Giorgi, che ho ascoltato per oltre un’ora al telefono da Cracovia dove Camila oggi partecipa ad un’esibizione con dei ragazzini per conto del suo sponsor CanPack – gli “inviati” di Binaghi non hanno mostrato la benché minima comprensione per i desideri dei Giorgi, e di Camila in particolare che non ha proprio legato né con Barazzutti né con alcune componenti della squadra (pare che alcune la salutino a malapena…) ma anzi i due “federales” avrebbero fatto esplicito riferimento al “caso Bolelli” con toni che al suscettibile papà Giorgi, non sono evidentemente andati giù. Di qui il comunicato in stile…”giorgiano”, che potrebbe rivelarsi un boomerang se la guerra diventerà – come pare – di quelle senza esclusioni di colpi. Come è stata purtroppo tradizione di questo periodo contrassegnato da una dirigenza incline a rivolgersi ai propri avvocati più che a cercare di smussare gli angoli.

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